Bohemian Rhapsody di Bryan Singer, Dexter Fletcher (2018)



USA, Regno Unito 2018
Titolo Originale: Bohemian Rhapsody< Regia: Bryan Singer, Dexter Fletcher
Sceneggiatura: Anthony McCarten
Cast: Rami Malek, Ben Hardy, Joseph Mazzello, Gwilym Lee, Lucy Boynton, Aidan Gillen, Tom Hollander, Allen Leech, Mike Myers, Aaron McCusker
Durata: 135 minuti
Genere: Biografico, Musicale


Sono ormai anni che si parla della realizzazione di un film sulla vita di Freddie Mercury, storico cantante dei Queen amato praticamente da qualsiasi tipo di pubblico tranne da quelli che ci tengono a far vedere di essere diversi definendoli sopravvalutati. Ora io con la parola "sopravvalutato" ho un problema molto serio: com'è possibile dire in maniera oggettiva che una cosa è sopravvalutata se sei l'unico a cui non piace? Ad esempio, a me non piace David Cronenberg e nemmeno Woody Allen, che però piacciono a chiunque: non dico che siano sopravvalutati ma che, nonostante piacciano a tutti, io ho un problema con loro. Perchè se una cosa piace a tutti e non a me deve essere per forza un problema di tutti gli altri e non mio? Detto questo, con la musica dei Queen, come con quella di quasi tutti i musicisti che ascolto, non ho un rapporto morboso. Conosco le loro canzoni più famose, quelle da greatest hits tanto per capirci, quelle che anche se non hai mai ascoltato una canzone in vita tua e hai vissuto in una boccia di vetro per tutta la tua esistenza, in qualche modo devi essere riuscito ad ascoltarle. Già se ci si muove al di là di quelle canzoni da greatest hits, con i Queen come con moltissimi altri gruppi, vado abbastanza in difficoltà. Freddie Mercury però è una figura talmente iconica, per miliardi di motivi tra cui quello non meno importante fu la sua voce eccezionale e unica, che un film sulla sua vita e sulla sua carriera musicale non me lo sarei mai potuto perdere, dato che comunque, quelle canzoni da greatest hits che già ho citato, le amo particolarmente.
Come si è già detto, si parlava dell'uscita di un film su Freddie Mercury già dal 2010, quando Bryan May, storico chitarrista dei Queen, annunciò un progetto in cui Sacha Baron Cohen avrebbe dismesso gli abiti di "Bruno" e di "Borat" per interpretare il famosissimo cantante. Per divergenze creative con i membri della band, che figurano come produttori ed è parecchio evidente dal film che ci abbiano messo molto il becco nella sceneggiatura, Sacha Baron Cohen abbandona il progetto e il ruolo di Freddie Mercury viene affidato prima a Ben Whishaw nel 2013, poi, dopo ben quattro anni di silenzio, un Rami Malek in rampa di lancio per via del successo ottenuto con "Mr. Robot", quella serie che tutti, pur non capendone nulla, ritengono un capolavoro. Cioè tra tutti quelli che mi dicono che "Mr. Robot" è un capolavoro ancora non ho trovato qualcuno che me la spiegasse per filo e per segno, rendiamoci conto. Non accreditato alla regia, ma comunque con un ruolo non indifferente nel progetto, anche Dexter Fletcher, che per breve tempo prese il posto di Bryan Singer dietro la macchina da presa dopo che il regista ufficiale mancò ingiustificatamente dal set per una settimana intera. Il film segue i primi quindici anni di carriera della band dei Queen, concentrandosi principalmente sulla figura di un Freddie Mercury interpretato secondo me in maniera egregia da Rami Malek, anche se c'è da aprire una parentesi, ma lo farò più avanti.
"Bohemian Rhapsody", che per chi non conoscesse i Queen è solamente la loro canzone più famosa, che la conoscono anche cani, gatti e sassi per quanto è un capolavoro, è sicuramente un film ben diretto in cui Bryan Singer e Dexter Fletcher dimostrano che dietro la macchina da presa ci sanno stare senza problemi riuscendo, nonostante le mille difficoltà, a creare comunque un film dignitoso. I problemi della pellicola stanno principalmente a livello sceneggiativo. Lasciamo perdere le varie incongruenze temporali, ammetto di essermene accorto solamente dopo aver visto il film e aver letto qualche recensione, dato che comunque non è che conosco a memoria la storia del gruppo e di ogni loro canzone, per me quello è stato il problema minore, anzi, proprio un non problema se devo dirla tutta. A convincermi meno è stato il fatto che ogni evento nella storia del cantante e della band venisse eccessivamente instanziato a livello temporale: abbiamo la scena in cui l'ancora Farrokh Bulsara si unisce al gruppo, poi passiamo come se niente fosse a quando canta per la prima volta con loro e poi ancora alla composizione delle prime canzoni con scene che non sembrano legarsi bene tra di loro, come fossero dei brevi corti che, messi insieme, vanno a formare il film sulla vita e sulla carriera di Freddie Mercury. Mi sta anche bene il fatto di aver reso il film un santino del cantante, tanto i fan della band quello volevano, niente di più e niente di meno: andare al cinema, vedere se Rami Malek sarebbe stato bravo nel diventare Freddie Mercury e sentire le canzoni dei Queen, rigorosamente quelle dei greatest hits ovviamente. Che poi cosa c'è di male nei greatest hits? In fondo dovrebbero essere le migliori canzoni di una band no? Ecco però magari insieme alle canzoni più famose, metterne un paio di meno conosciute sarebbe stato più interessante, invece no. Abbiamo "Bohemian Rhapsody" e "We Will Rock You" - bellissime entrambe le scene in cui vengono narrati i retroscena riguardo la scrittura dei brani - così come abbiamo "Another One Bites the Dust" con tutti i cambi di genere e di influenze che hanno contraddistinto la band: ora, una cosa deve essere ben chiara, i Queen non hanno rivoluzionato la musica rock, sono stati bravi, grazie ad un cantante eccezionale, a seguire le influenze dei periodi, passando dall'hard rock iniziale, al pop fino ad arrivare addirittura a suoni un po' più dance che il Freddie Mercury solista ha sperimentato anche più a fondo con "Lonely". Ah già, la parte in cui il cantante iniziò la carriera solista viene usata solo per far vedere quanto in quel periodo stesse diventando uno stronzo, per far vedere che proprio in quel periodo si ammalò di AIDS, insomma, Bryan May e compagnia ancora non l'hanno mandata proprio giù questa parentesi ed ecco che nel film viene utilizzata per farci vedere il lato oscuro del cantante che tutti amavano. Ma guarda un po' che casualità. La parte finale poi è la riproposizione, inquadratura per inquadratura, del "Live AID", che segnò il ritorno della band sui grandi palcoscenici di tutto il mondo. Ora, per quanto una cosa del genere in un film non è che sia proprio giustissima, ammetto di essermi esaltato parecchio nel sentire i quattro brani proposti e nel vedere come per Freddie Mercury quel concerto fu importantissimo sotto tutti i punti di vista. Bravo anche il regista a creare un'atmosfera tale per cui nelle scene che precedono il concerto persino a me è sembrato di vivere l'attesa del live, un po' come già ora sto vivendo quella per il concerto dei Metallica, rendendomi conto giorno dopo giorno che domani, dopodomani, e il giorno dopo dopodomani, non è l'otto Maggio 2019.
Avevamo lasciato una parentesi aperta sulla performance di Rami Malek nei panni di Freddie Mercury: già per un cantante confrontarsi con la sua voce e con le sue canzoni è una vera e propria croce, immagino per un attore, per quanto bravo, quanto possa essere difficile. Nella prima parte del film se devo essere sincero non mi ha convinto completamente, sembrava impacciato, con i capelloni e i dentoni, quasi si vergognasse di quell'aspetto e di quel trucco. Con il passare dei minuti e soprattutto con la piena consapevolezza di Freddie Mercury di essere omosessuale le cose sono migliorate, persino Rami Malek è sembrato sempre più sicuro di sè e, nella parte finale del film, interpreta il cantante in maniera quasi simbiotica, annullandosi completamente in favore del personaggio interpretato.
Insomma, "Bohemian Rhapsody" è uno di quei film che presenta tanti problemi qua e là anche se su molti di essi sono riuscito a chiudere un occhio, anche entrambi quando necessario, in favore delle emozioni, per tramite delle canzoni dei Queen che tanto amo - sempre quelle dei greatest hits, ovviamente - che il film mi ha dato. Sarà pure un film che sbaglia tantissime cose - e no, non intendo le incongruenze temporali, sempre che queste siano funzionali alla storia - e in cui si vedono gli altri membri della band come un deus ex machina a guidare Bryan Singer nella produzione di una pellicola che non mettesse il cantante in cattiva luce e quasi lo santificasse, però nei suoi frangenti musicali mi ha esaltato come pochi altri film hanno saputo fare.

Voto: 6+

Commenti

  1. Penso che sei stato un po' troppo severo... è un film-tributo, il cui unico compito era quello di omaggiare i protagonisti ed emozionare il pubblico, centrando entrambi gli obiettivi. Io in più parti mi sono commosso. Per me è una scommessa vinta.

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