I FAKE REWATCH DI NON C'É PARAGONE #9 - La maschera di Frankenstein di Terence Fisher (1957)




Gran Bretagna 1957
Titolo Originale: The Curse of Frankenstein
Regia: Terence Fisher
Sceneggiatura: Jimmy Sangster
Cast: Peter Cushing, Hazel Court, Robert Urquhart, Christopher Lee, Melvyn Hayes, Valerie Gaunt, Paul Hardtmuth, Noel Hood, Fred Johnson, Claude Kingston, Alex Gallier, Michael Mulcaster, Andrew Leigh, Anne Blake, Sally Walsh, Raymond Ray, Ernest Jay
Durata: 79 minuti
Genere: Horror


Ritorna la rubrica su quei film che in molti nella loro vita hanno fatto finta di aver visto e torna clamorosamente con un altro film della Hammer, dopo "Dracula il vampiro" che avevo voluto vedere qualche mese fa. L'idea, in futuro - sicuramente non per la fine dell'anno, visto che ho poco tempo e ancora qualche film che voglio vedere assolutamente per scrivere la classifica - è quella di fare uno speciale sui film delle serie della Hammer: ho iniziato quella su Dracula, che conta sette film, con questa pellicola ho iniziato quella su Frankenstein, che ne conta altri sette, non ho mai visto un film su La mummia, che invece ne conta solamente quattro. Ad accomunare queste tre serie è il fatto che il primo capitolo è stato sempre diretto da Terence Fisher, mentre sia in "Dracula il vampiro", sia in "La maschera di Frankenstein" abbiamo Peter Cushing ad interpretare il protagonista della vicenda, mentre Christopher Lee nel ruolo del mostro di turno, qui ad interpretare la creatura.
In teoria non dovrebbe esserci bisogno di fare degli accenni sulla trama di questo film, dato che la storia di Frankenstein dovrebbero conoscerla anche i sassi, ma io li faccio lo stesso perchè non si sa mai. Il film narra la vita del barone Victor Frankenstein che, rimasto orfano in giovane età, decide di sua iniziativa di assumere il tutore Paul Krempe, interpretato da Robert Urquhart, con il quale una volta cresciuto coltiverà un rapporto di amicizia che porterà i due a studiare un modo per ricreare la vita. Dopo esserci riusciti con un cagnolino, il passo verso il ricreare la vita umana in laboratorio è breve e non poche sono le riserve da parte di Paul, inorridito più che altro dai continui furti e smembramenti di cadaveri fatti da Victor per poter costruire il suo essere umano perfetto. Il problema principale si pone quando arriva il tempo di dare un cervello alla creatura, problema che porterà Victor ad uccidere uno stimato professore per poter dotare la creatura di una mente brillante. In seguito al funerale Victor si recherà sulla sua tomba per prelevarne il cervello, che rimarrà però irrimediabilmente danneggiato dopo una colluttazione tra Victor e Paul, che nel frattempo lo aveva scoperto. Riuscito dunque a ricreare la vita con diversi corpi assemblati e con il cervello del professore, Victor si renderà subito conto che la sua creatura non mostra il minimo segno di intelligenza, motivo che lo spingerà a cercare un altro cervello o, quanto meno, a plasmare la sua creatura.
Un po' come mi accade con la visione di "Dracula il vampiro", noto subito quanto questi film siano invecchiati: "La maschera di Frankenstein" è una di quelle pellicole che, nel 1957 quando uscì nei cinema, sconvolse molto la critica del tempo che, per le scene di inaudita violenza, lo massacrò impunemente. Ora questi stessi film sono considerati quasi dei cult della storia del cinema, più che altro per il modo iconico di Christopher Lee di rendere i suoi personaggi, però di tracce di violenza inaudita non ne ho proprio viste. Insomma, questo film ha sessant'anni e li dimostra tutti, ma la cosa non è necessariamente un male. Innanzitutto ho apprezzato molto il fatto che "La maschera di Frankenstein" si concentri principalmente sulla figura del barone Victor Frankenstein piuttosto che sulla sua creatura - che ho sempre in qualche modo ritenuto poco interessante - e cerchi di fare orrore evidenziando più la corruzione morale del protagonista, spinto dal desiderio di comportarsi come Dio - era tra l'altro proprio questo l'intento del romanzo originale, ovvero criticare il fatto che la scienza volesse in qualche modo sostituirsi a Dio - e disposto a qualsiasi cosa pur di raggiungere il suo obiettivo ed in questo sicuramente il film si distingue.
In quanto B-movie degli anni cinquanta, "La maschera di Frankenstein" dura pochissimo, nemmeno ottanta minuti, che passano quasi senza accorgersene: il ritmo infatti è abbastanza elevato per tutta la durata della pellicola e la storia è narrata senza perdersi in troppi fronzoli e andando sempre dritta al punto. Apprezzatissime le interpretazioni di Peter Cushing e di Robert Urquhart, entrambi protagonisti della vicenda, mentre stavolta resta abbastanza in disparte Christopher Lee, che in quanto a recitazione dà il meglio di sè nei panni di Dracula piuttosto che della creatura, dove a parte qualche verso e qualche movimento scomposto non deve fare nulla di particolare e appare quasi sprecato. Non gioca poi a suo favore un trucco decisamente brutto e poco realistico, di gran lunga inferiore rispetto a quello di Boris Karloff nel film originale, tant'è che nella mia immaginazione la creatura di Frankenstein ha le sue sembianze, di sicuro non quelle di Christopher Lee in questo film - poi si sa, quando ci si mettono di mezzo i diritti d'autore, spesso e volentieri succedono disastri di questo tipo.
Insomma, "La maschera di Frankenstein" sarà pure un film che in questi sessantuno anni di vita è parecchio invecchiato, continuando però ad essere affascinante e interessante a livello di contenuti.

Commenti

  1. Affascinante come rubrica! Mi piace!

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  2. Super! Altro gran recupero, se metti su una rubrica sui film Hammer mi troverai sempre qui ad infestarti il blog come un fantasma in un vecchio maniero gotico ;-) Cheers!

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  3. Questo però l'ho visto sul serio eh! :D Ricorco che rimasi male quando vidi che la creatura non assomigliava per nulla al Frankenstein cui ero abituato (cioè alla Boris Karloff), ma come scrivi tu è un discorso di diritti in mano alla Universal.. comunque lo ricordo abbastanza pauroso

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  4. Salve
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