I guardiani del destino di George Nolfi (2011)



USA 2011
Titolo Originale: The Adjustment Bureau
Regia: George Nolfi
Sceneggiatura: George Nolfi
Durata: 106 minuti
Genere: Fantastico, Azione


Se leggeste le recensioni che scrivevo solo qualche tempo fa su questo blog, si direbbe che Netflix fino a poco tempo fa lo usavo principalmente per vedere le serie TV, originali e non, che produceva o portava in Italia. Le cose sono decisamente cambiate negli ultimi tempi, in cui ne faccio un uso più mirato, principalmente per quelle serate in cui arrivo particolarmente stanco dal lavoro e non ho voglia di cimentarmi con un film impegnativo nè tanto meno ho voglia di vedere una delle ultime uscite, che ormai sto riservando alle mie sortite quasi settimanali al cinema. Un'altra cosa che chi mi legge dovrebbe sapere è che non è troppo difficile ottenere la mia attenzione quando si parla di cinema: un bell'horror - con in vampiri però si fa ancora di più sul serio - oppure un be film di fantascienza, ma non quel fantasy che molti confondono per fantascienza - chiaro il fatto che la saga di "Star Wars" NON è fantascienza, mentre "Interstellar" lo è? La differenza è che il secondo ipotizza una sceneggiatura partendo da un presupposto che abbia a che fare con la scienza, per chi ancora non l'avesse capita -, che attira ancor di più la mia attenzione se parla dei paradossi temporali. Ad un breve sguardo alla trama "I guardiani del destino" sembrava fare al caso mio. Diretto da George Nolfi, al suo primo film da regista, ed interpretato da Matt Damon ed Emily Blunt, sembrava poter essere uno di quei film in cui ci vedevo una buona dose di paradossi temporali e un po' di sentimento che, anche per un cinico bastardo come me, ogni tanto non guasta e il risultato devo dire che non mi è dispiaciuto per nulla, nonostante queste cose non le abbia trovate quasi per nulla.
David Norris è uno dei candidati alla carica di senatore per lo stato di New York, con una brillante carriera politica davanti a sè. Poco prima di uno dei comizi decisivi per la sua elezione, egli incontra la ballerina Elise Sellas: l'incontro con lei gli farà in qualche modo mandare a monte la sua carriera politica. La rivedrà dopo molto tempo, ma presto capirà che una serie di circostanze apparentemente casuali sembrano impedire che egli passi la sua vita con lei, di cui sembra essersi follemente innamorato. Scoprirà dunque che a tenerli lontani ci sono delle persone chiamate "guardiani", dotate di poteri particolari, che portano avanti un piano di portata mondiale interferendo con il destino delle persone che si trovano davanti, in modo da non farle deviare dal piano della loro vita.
Scopro solo mentre scrivo questa breve recensione che il film che ho guardato all'incirca una settimana fa è tratto dal romanzo "Squadra riparazioni" di Philip K. Dick, romanzo che molti altri non ho mai letto, anche se l'autore è uno di quelli particolarmente amati dai produttori di Hollywood, che già hanno realizzato molti adattamenti tratti da suoi libri, così come la serie "The Man in the High Castle" tratta dal romanzo "La svastica sul Sole". Inutile dire che guardando il film e scoprendo poi questo piccolo dettaglio appaiano chiare le implicazioni filosofiche che il regista George Nolfi, al cui film ha lavorato per ben otto anni, ha voluto portare sullo schermo raccontandoci la storia di questi due innamorati che per uno strano complotto di portata mondiale non sembrano destinati a stare insieme. In questo thriller di fantascienza però molta importanza viene data alla componente romantica della vicenda, con i due protagonisti che non fanno che rincorrersi, mentre meno spazio viene dato alla componente complottista e più thriller della vicenda. Entrambi credibili i due protagonisti, con Matt Damon che si cala benissimo nella parte di David Norris, praticamente da subito cosciente delle macchinazioni dei guardiani, mentre Emily Blunt risulta estremamente credibile.
Insomma, "I guardiani del destino" è uno di quei film da cui pretendevo poco o nulla e alla fin fine mi ci sono pure trovato abbastanza bene, perchè sa emozionare e come tenere sempre accesa l'attenzione dello spettatore grazie ad un ritmo piuttosto serrato.

Voto: 7

Commenti

  1. Non mi è rimasto assolutamente impresso, almeno non positivamente, anzi, comunque meglio di tante altre schifezze è certamente ;)

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