Nodo alla gola di Alfred Hitchcock (1948)



USA 1948
Titolo Originale: Rope
Sceneggiatura: Arthur Laurents
Durata: 77 minuti
Genere: Thriller


Non penso di potermi considerare un vero e proprio appassionato del cinema di Alfred Hitchcock, regista che nel corso della sua immensa carriera ha diretto uno dei miei film preferiti in assoluto, "Psyco", ed è stato anche uno dei pochi registi che conosco a dirigere un film che parlasse della mia fobia più grande in assoluto, "Gli uccelli", dato che sono un ornitofobico abbastanza irrecuperabile. Non ho mai trovato l'occasione nè il tempo di addentrarmi nei meandri della sua cinematografia e posso dire di avere visto giusto i suoi film più famosi, come "La donna che visse due volte" e "Intrigo internazionale", di cui uno di questi giorni potrei anche parlare in effetti. La scorsa settimana però mi è capitata l'occasione di visionare, sulla piattaforma Now TV che condivido con i miei genitori, uno dei suoi lavori più famosi non tanto per la sua trama, quanto più che altro per la tecnica utilizzata, essendo uno dei primi film girato in un intero piano sequenza simulato: l'idea di Hitchcock infatti, inizialmente, era quella di un film da girare in un'unica soluzione, un unico piano sequenza, ma i mezzi disponibili all'epoca, il 1948, rendevano l'impresa decisamente ardua. Il geniale regista però, non dandosi per vinto, decise di simulare il piano sequenza con abili tagli di montaggio nei momenti più opportuni, dando l'impressione che il film fosse girato senza montaggio.
Poco prima di un ricevimento nel loro appartamento, Brandon Shaw e Phillip Morgan, interpretati rispettivamente da John Dall e Farley Granger, due giovani presunti omosessuali e conviventi, uccidono strangolandolo con una corda l'amico David Kentley, nascondendolo in un baule sul quale viene preparata la tavola per il party. Alla festa sono stati però invitati anche il padre del ragazzo e la sua fidanzata e il suo migliore amico, mentre Brandon ha invitato anche un suo professore, Rupert Cadell, interpretato da James Stewart, da lui ammirato per le sue teorie sulla relatività morale e sull'utilizzo dell'omicidio come privilegio per pochi eletti. Per i due protagonisti inizierà una serata in cui loro principale obiettivo sarà trovare un modo per non venire scoperti, mentre gli invitati cominceranno a preoccuparsi delle sorti del loro amico mai arrivato e si discuterà del confine tra bene e male e della distinzione tra le due fazioni.
Come dicevo, non essendo un esperto nè di cinema in generale, nè di quello di Alfred Hitchcock, avevo sentito parlare di questo "Nodo alla gola" principalmente per la particolare tecnica con cui fu realizzato: impossibile girare il tutto in un'unica soluzione come ai giorni nostri - e molti sono gli esempi in tal senso - dato che le bobine di pellicola duravano al massimo una decina di minuti, il regista decide di utilizzare l'espediente dell'inquadratura stretta sul retro delle giacche dei protagonisti in modo da poter utilizzare quei secondi di oscurità per sostituire la pellicola. Ne esce così un film che, per volontà del regista, è tanto simile alla piece teatrale da cui è tratto, intitolata "Rope", non solo per la trama - vagamente ispirata all'omicidio commesso ai danni di un bambino da una coppia di omosessuali - ma anche per la sua struttura narrativa e per l'ambientazione, al netto della panoramica iniziale, tutta all'interno di una sola location. Giusto però, per quanto riguarda questo "Nodo alla gola", non ricordarsi solamente della quasi pionieristica tecnica cinematografica utilizzata da Alfred Hitchcock, perchè importanza capitale assumono i dialoghi di questo film, in cui attraverso le parole dei protagonisti, lo spettatore è portato a riflettere su importanti temi filosofici e morali, alternati a momenti di puro black humour ed altri di vera e propria provocazione.
É indubbio dunque che per avere una panoramica ben precisa su un autore dalla produzione cinematografica immensa come Alfred Hitchcock si debba esplorare per bene la sua cinematografia, specialmente per quanto riguarda quei film imprescindibili della sua sterminata produzione ed è importante, soprattutto in questo film, capire anche quale sia la contrapposizione tra i due protagonisti, che si mostrano piuttosto complementari sullo schermo e per questo hanno la necessità di essere sempre coinvolti all'interno della narrazione - con Hitchock che ci fa intuire che i due possano anche essere amanti. I due caratteri dei personaggi, Brandon piuttosto freddo e sicuro di sè, tende a compiacersi dei suoi atti malvagi, mentre Phillip è certamente più insicuro, succube dell'amico, moralmente più rigoroso e convenzionale. Ad unire il carattere dei due, in un crescendo in cui la tensione diventa seriamente palpabile già dalla metà del film, il personaggi di Rupert, le cui teorie piuttosto estreme hanno ispirato il gesto di Brandon del quale lui alla fine, una volta scoperti i responsabili dell'omicidio, si sentirà in qualche modo responsabile.
"Nodo alla gola", con i suoi ben settantuno anni di vita, è uno di quei film che non risulta essere invecchiato nemmeno di un secondo, un po' una prerogativa dei grandi classici o quanto meno dei grandi film, essendo una di quelle pellicole che, ancora ai giorni nostri, ha qualcosa da insegnare sia dal punto di vista tecnico, per chi apprezza anche questa componente del cinema, sia dal punto di vista contenutistico, risultando estremamente attuale nelle tematiche trattate.

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