Il tredicesimo piano di Josef Rusnak (1999)



USA 1999
Titolo Originale: The Thirteenth Floor
Regia: Josef Rusnak
Sceneggiatura: Josef Rusnak, Ravel Centeno-Rodriguez
Durata: 100 minuti
Genere: Thriller, Fantascienza


La scorsa settimana è stata, personalmente, una di quelle in cui arrivi a Martedì e senti come se fossi già Venerdì, sei stanco uguale ma sai che hai ancora tre giorni davanti prima di avere due giorni liberi e un paio di sere in cui berti anche la benzina della macchina pur di dimenticarti le fatiche delle giornate precedenti. Non so bene a che cosa fosse dovuta questa sensazione, forse lavorativamente le fatiche si sono fatte sentire più del solito o forse ancora il fatto di aver praticamente saltato il weekend per essere stato impegnato ai seggi per le elezioni per il parlamento europeo - in cui anche nel mio paese, che fino ad ora era una di quelle isole felici in cui la Lega ancora non vinceva, ha vinto Salveenee - ed avere avuto solo il Lunedì come giorno di riposo dal lavoro, anche se in qualche modo un paio di cose da casa le ho dovute fare, ma veramente, la settimana scorsa, la mia voglia di fare cose, compreso lo sbattermi sul divano a guardare film, era abbastanza bassa. É per questo motivo che prima di decidere di cimentarmi nella visione di "Il tredicesimo piano", ci ho messo almeno mezz'ora di zapping su Netflix, quando invece nel novanta per cento dei casi lo accendo con già le idee ben chiare in testa su quello che voglio vedere. Mezz'ora dunque per scegliere un film di vent'anni fa diretto da Josef Rusnak, che nè prima nè dopo si è distinto per la sua produzione cinematografica di alto livello, nonostante questo film poi, con il passare degli anni, qualche estimatore se lo sia anche guadagnato. Nel cast sono presenti attori non particolarmente conosciuti: il protagonista è interpretato da Craig Bierko, che è uno di quegli attori che puoi tranquillamente affermare di aver già visto, senza però ricordare nemmeno un suo film - vi dò una mano, "Scary Movie 4" - così come Armin Mueller-Stahl è un altro che sì, di film ne ha fatti molti, ma non ricordo di averlo visto nemmeno nei titoli da me già visionati. Abbiamo poi Gretchen Mol, unica che conosco più che altro per "Manchester by the Sea" e a chiudere il tutto un Vincent D'Onofrio con un capello lungo e biondo decisamente discutibile, ma unico attore con una carriera di buon livello sia alle spalle, sia successiva a questo film.
Hannon Fuller è un programmatore molto famoso. É da poco stato ucciso e ha lasciato una traccia sul suo assassino nel suo ultimo lavoro, un videogioco basato su un mondo virtuale che egli stava costruendo e che stava sperimentando. Il mondo virtuale da lui creato è basato su una realtà virtuale ambientata nel 1937 a Los Angeles in cui ogni giocatore interagisce con altre entità pensanti e senzienti. Ogni qual volta un giocatore prende possesso di un personaggio, questi, nella realtà virtuale, dimentica tutto ciò che gli è accaduto, attribuendo la causa di questa perdita di memoria e delle non meglio specificate amnesie. Douglas Hall, svegliatosi con la camicia sporca di sangue, decide di investigare sulla morte di Fuller, mentre alcuni personaggi della realtà virtuale intervengono nella storia complicando sensibilmente la situazione.
Nel corso degli anni molti sono stati i tentativi, più o neo riusciti, di creare un prodotto audiovisivo su una realtà virtuale in cui i personaggi siano degli esseri senzienti: in qualche modo si può tranquillamente dire che "Il mondo dei robot" diretto da Michael Crichton, da cui poi è stata tratta la serie "Westworld" di cui non ho ancora avuto la minima voglia di guardarmi la seconda stagione, sia stato un po' la fonte d'ispirazione per il romanzo omonimo da cui è stato tratto questo film, che molto deve all'opera di Crichton e che un po', anche per struttura, la ricorda, anche se ovviamente in tono minore. Partiamo innanzitutto dalla constatazione che il ritmo di questo "Il tredicesimo piano" mi è sembrato avere un incedere un po' troppo lento per i miei gusti - anche se è improprio dire non mi piacciano i film lenti, dato che se scorrono bene anche ritmi un po' più lenti a volte mi fanno letteralmente impazzire -, mentre le indagini che portano alla scoperta dell'assassino e all'esplorazione del mondo virtuale creato da Hannon Fuller e alla ricerca del suo assassino mi sono parse piuttosto confusionarie, con il regista che dà vita ad un thriller poco chiaro in cui la rivelazione finale più che l'ultimo pezzo di un puzzle sembra quasi una liberazione, tanto aspettavo di arrivarci. Poi chiaro che io non metto in dubbio il fatto che questo film sia potuto piacere, ma penso anche che per quanto riguarda questo particolare sottogenere della fantascienza ci sia decisamente di meglio e ho come avuto l'impressione che in questi vent'anni "Il tredicesimo piano" non è che sia invecchiato benissimo, anche se il film in questione, vent'anni fa, io non l'ho neanche visto, ma me lo sono goduto per la prima volta in una di quelle sere della scorsa settimana in cui, seriamente, non avevo voglia di fare assolutamente nulla... e forse questa sensazione ha decisamente giocato contro al film.

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