L'angelo del male - Brightburn di David Yarovesky (2019)



USA 2019
Titolo Originale: Brightburn
Sceneggiatura: Brian Gunn, Mark Gunn
Durata: 90 minuti
Genere: Horror


La dicitura "prodotto da" che campeggia spesso sulle locandine dei film è il più delle volte una fregatura madornale. Quante volte gli spettatori che non sanno cosa sia un produttore si fiondano a vedere un film perchè c'è il suo nome sulla locandina? Ora provo a spiegare con parole mie cosa è un produttore: un tizio, che potrei essere anche io se avessi i soldi, che potenzialmente potrebbe non capire un accidenti di cinema - cosa che per quanto mi riguarda è anche vera - e che finanzia economicamente la creazione di un film. Il problema è che se sulla locandina di un film ci fosse scritto "prodotto da Harold Fostrossenberger" nessuno andrebbe a vederlo, ma quando il produttore è un nome noto nel cinema, ancora meglio se un regista particolarmente apprezzato, ecco che la dicitura viene subito, giustamente, messa. In questo caso siamo davanti ad un film prodotto da James Gunn, uno che di cinema ne sa poco poco, uno che è riuscito a rendere "Guardiani della Galassia" e "Guardiani della Galassia Vol. 2" dei veri e propri film d'autore, riuscendo nell'impresa di dire alla carissima Disney - solo su alcune cose ovviamente, non su tutte, anche perchè quelli ne hanno una in più del Diavolo se volessero far finire la carriera di qualcuno - "Non rompetemi le palle e fatemi fare il mio film". Ora, nel film prodotto da James Gunn abbiamo come regista un mestierante qualsiasi come David Yarovesky per raccontare nient'altro che una storia che ipotizza l'arrivo sulla Terra di un Superman cattivo. L'importante è che nel corso della pellicola non si faccia mai il nome di Superman, per ovvi motivi, nè tanto meno si nominino città come Smallville o Metropolis, ma solamente la cittadina di Brightburn, che dà anche il nome al film. Protagonisti del film, ad interpretare la famiglia Kent che però non possiamo chiamare Kent, ma chiameremo Breyer, abbiamo Elizabeth Banks, da me adorata per un paio di sue commedie e per il fatto di essere a quarant'anni suonati ancora una discreta patonza, David Denman che io ho visto solamente in "Regali da uno sconosciuto" e infine l'inquietante Jackson A. Dunn, visto persino in "Avengers: Endgame" anche se non ho la più pallida idea di quale sia stato il suo ruolo nel film.
"L'angelo del male - Brightburn" inizia nel 2006: Tori e Kyle Breyes sono una giovane coppia sposata che non riesce ad avere figli e vive a Brightburn, una cittadina nel Kansas - oh per lo meno il Kansas, dove si trovava anche Smallville, hanno potuto citarlo. Una notte nella fattoria in cui vivono atterra una navicella, con a bordo un neonato che decidono di adottare e di chiamare Brandon. Dodici anni dopo Brandon, chiamato da delle strane voci nella sua testa che sembrano in realtà provenire dalla sua navicella, scopre di possedere una forza e dei poteri soprannaturali che in prima battuta si manifestano in maniera incosciente per poi spingere pian piano Brandon verso un utilizzo malvagio di essi. Presto infatti la consapevolezza di essere un ragazzo con poteri devastanti rendono Brandon una persona estremamente cattiva e sicura di sè e ad usare i sui poteri per scopi malvagi.
La domanda che si pone "L'angelo del male - Brightburn" è in realtà molto molto semplice: cosa sarebbe successo se colui che non possiamo chiamare Clark Kent, una volta scoperti i suoi poteri, iniziasse ad usarli per scopi maligni prendendo la strada del male e non usandoli per aiutare le persone? Il problema che ci si pone per quanto riguarda questa pellicola riguarda dunque il fatto se l'intento sia riuscito o meno e posso tranquillamente dire che il risultato è stato un po' così e così. Innanzitutto l'idea di David Yarovesky è quella di creare un horror molto atipico in cui appare chiara l'influenza dei cinecomic che vanno tanto di moda negli ultimi anni, tant'è che la struttura della scoperta dei poteri e della piena consapevolezza di essi da parte del protagonista viene rispettata, l'unica differenza sta appunto nel "lato" verso cui questi poteri vengono utilizzati. Se nei normali cinecomic, una volta che l'eroe prende sicurezza nei propri mezzi, inizia a usare le sue capacità per fare del bene, qui vengono utilizzate per compiere del male, niente di più e niente di meno. Il vero problema, per quanto riguarda i miei gusti, è che "L'angelo del male - Brightburn" non fornisce una vera e propria spiegazione sul perchè il nostro tranquillo protagonista, ad un certo punto, decida di dedicarsi al male e di fare del male alle persone che lo circondano. In realtà il film ci prova, ne dà molteplici di spiegazioni, a partire dal bullismo, fino al rifiuto - giustificatissimo, dato che si comporta da guardone - da parte della ragazza che gli piace, fino ad arrivare alle voci nella testa, ma nessuna di esse è approfondita nè tanto meno soddisfacente. Se però in un horror classico il fatto che il protagonista sia semplicemente cattivo senza una ragione è una cosa che normalmente apprezzo, qui non ce la faccio a difendere del tutto la cosa: così come Superman decideva di seguire la via del bene ed era stato educato per farlo, se me lo vuoi rendere cattivo senza chiamarlo Superman devi per forza spiegarmi il perchè, lo devi giustificare in qualche modo e i tentativi fatti in questo film non mi sono sembrati sufficienti.
Dal punto di vista tecnico inutile negare che siamo davanti ad un film che non fa particolari sfondoni, nè tanto meno si fa notare per sequenze splendide, con solo un paio di scene da ricordare per la regia e per l'atmosfera che si viene a creare. La sceneggiatura è coerente dall'inizio alla fine e risulta essere molto lineare, così come il ritmo della narrazione è ben gestito e il film non si dilunga in inutili momenti troppo discorsivi: il protagonista risulta infatti inquietante e le scene dei suoi omicidi hanno il giusto tasso di violenza e di gore, che da noi in alcuni punti sono stati prontamente censurati, non si sa bene per quale assurdo motivo. Va da sè che questo "L'angelo del male - Brightburn" possa, in caso di successo commerciale - ad ora i guadagni sono di ventiquattro milioni di dollari a fronte dei sei spesi per la realizzazione -, porre le basi per una serie di film horror basati su supereroi cattivi, una sorta di anti Justice League che potrebbe attirare al cinema un certo numero di appassionati. Un altro problema del film infatti sta proprio nel fatto che per goderselo del tutto si dovrebbe quanto meno essere appassionati di cinecomic, mentre penso che un normale appassionato di cinema horror potrebbe non rimanere del tutto soddisfatto.
Insomma, in fin dei conti "L'angelo del male - Brightburn" è una di quelle pellicole che mostrano delle buone idee di partenza e che, nonostante uno sviluppo per i miei gusti abbastanza rivedibile, potrebbero ottenere un buon seguito e potrebbe dare vita ad un universo ampliabile che non verrebbe disdegnato da parte degli appassionati di cinefumetti.

Voto: 6

Commenti

  1. Oggi invece posso leggerti tranquillo perché ho il post in rampa di lancio, e siamo ancora d’accordo, non è affatto un brutto film, ma il secondo atto si accontenta del soggetto iniziale. Anche a me sono mancate tantissimo le motivazioni, invece di mostrarci un Clark Kent che abbraccia il male, ci troviamo davanti un Damien cattivo per nascita, così, di colpo. Ha tutto per piacere, ma anche per annoiare chi è molto appassionato sia di horror che di fumetti. Cheers!

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  2. D'accordissimo, proprio la mancanza della mancanza del dilemma tra bene e male ha fatto si che mi piacesse meno del previsto, ma tutto sommato non mi è dispiaciuto.

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  3. Consiglio di guardare gratuitamente vari film attraverso questo sito https://cb01.vet/ Mi è piaciuto, quindi penso che dovresti conoscerlo da solo, ne vale davvero la pena, te lo dico

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