Fractured di Brad Anderson (2019)

USA 2019
Titolo Originale: Fractured
Sceneggiatura: Alan B. McElroy
Durata: 100 minuti
Genere: Thriller


Oramai non è più tanto una questione di quale sarà il mio giudizio sull'ennesima produzione originale Netflix, per quanto riguarda i film, dato che le probabilità che sia negativo sono abbastanza alte, quanto più che altro che cosa mi inventerò per scriverne un post intero senza dire sempre le stesse cose che potreste tranquillamente leggere negli altri post che parlano di film originali prodotti dalla piattaforma di streaming più chiacchierata del mondo. Ho affrontato qualche giorno fa la visione di "Fractured", film diretto da Brad Anderson, regista classe 1964 che in carriera ha diretto all'incirca una decina di film, tra cui il gioiellino, del 2004, "L'uomo senza sonno". Dei suoi lavori ho anche visto "The Call", con Halle Berry e Abigail Breslin protagoniste e ricordo che non mi piacque per nulla, motivo per cui, se mi fossi informato prima sul regista, forse avrei dato più peso ad uno dei suoi ultimi lavori piuttosto che ad uno dei suoi primi, che probabilmente è stato più che altro un colpo di fortuna. I protagonisti del film sono interpretati dal monofaccia Sam Worthington - che in realtà mi aveva sorpreso in "Manhunt: Unabomber" - e da Lily Rabe, che a memoria ho potuto apprezzare solo in qualche stagione di "American Horror Story", mentre in altre produzioni non mi è mai sembrato poter essere il volto trainante di un film o di una serie televisiva.
Una famiglia composta da padre, madre e figlia - Ray, Joanne e Perry - è in viaggio in auto: marito e moglie stanno litigando e sembrano, dalle loro discussioni, sul punto di divorziare. Fermatisi in una stazione di servizio per comprare delle batterie per Perry, la bambina, nel tentativo di fuggire da un grosso cane, cade da una piccola sporgenza e si rompe un braccio. La bambina non sembra aver subito altri traumi e viene dunque portata in ospedale, dove Ray, dopo varie discussioni con il personale medico, riesce a far ricoverare la bambina, per fare in modo che venga controllata in modo da scongiurare ulteriori traumi. L'uomo riesce dunque a tranquillizzarsi, sedendosi nella sala d'aspetto ed addormentandosi. Al suo risveglio però scoprirà che Joanne e Perry sono scomparse dall'ospedale e il tentativo di ritrovarle porterà alla luce un complotto che sembra essere pianificato proprio dal capo dell'ospedale con la complicità di tutti i dottori e degli infermieri.
Mi è capitato pochissime volte nella mia vita che un film si spoilerasse da solo dopo l'evento chiave della narrazione, ovvero la caduta della bambina nella buca della stazione di servizio. Come ho già avuto modo di dire pochissime volte, per quanto riguarda il fatto di anticipare il finale di un film penso di essere una delle persone meno intelligenti su questo mondo: non riesco mai una volta a beccare l'assassino e quando si tratta di thriller in cui bisogna arrovellarsi un po' il cervello, raramente riesco ad anticipare il colpo di scena finale. In questo "Fractured", però, ce ne vuole di stupidità umana per riuscire a non anticipare quello che sarà il finale del film. Ora, io vorrei tanto non fare spoiler sul film e proverò a non farli, ma sappiate che, nel momento in cui la bambina cade nella buca, si sentirà una voce fuori campo, appartenente al personaggio di Ray, altamente inequivocabile. Peccato che poi dopo questa voce fuori campo mi costruisci tutto un film in cui succedono delle cose, per giunta molte delle quali senza alcun senso, che dovrebbero portarmi a capire quale possa essere il finale del film, finale che mi è già stato detto abbastanza chiaramente da quella voce fuori campo che si sente praticamente all'inizio della storia. Insomma, con "Fractured" ci troviamo davanti forse al primo caso di film che si spoilera da solo e la cosa mi fa ancora più incazzare se penso a Brad Anderson come regista de "L'uomo senza sonno", che invece mi è sempre sembrato un thriller ben costruito in cui il colpo di scena e la risoluzione finale sono sì ben nascoste allo spettatore, ma ad una seconda visione si possono intravedere tutti gli indizi che avrebbero portato a quel finale. Qui non ci sono indizi, qui c'è pigrizia, del regista e dello sceneggiatore, figlie anche della pigrizia dilagante dello spettatore, che vuole capire tutto e subito, tali per cui viene fatta la scelta di far dire una frase, ad una voce fuori campo, che ci vorrebbe del genio per equivocarla.

Voto: 2

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