Il gatto dagli occhi di Giada di Antonio Bido (1977)

Italia 1977
Titolo Originale: Il gatto dagli occhi di Giada
Regia: Antonio Bido
Sceneggiatura: Antonio Bido, Roberto Natale, Vittorio Schiraldi, Aldo Serio
Durata: 95 minuti
Genere: Thriller


Quando è stata annunciata la messa in onda del canale Cine 34, al canale 34 del digitale terrestre, devo dire che ero abbastanza entusiasta della cosa, un canale interamente dedicato al cinema italiano, con messe in onda tematiche per ogni sera della settimana e una partenza con il botto con una rassegna dedicata a Federico Fellini e la messa in onda di Profondo rosso nel terzo giorno di programmazione. Essendo ogni serata tematica, il Mercoledì sera abbiamo la serata giallo/horror, in un canale che, attingendo a piene mani dal cinema degli anni settanta e ottanta mette lo spettatore davanti a visioni di un periodo in cui in Italia si provava a fare un cinema diverso dai soliti film drammatici e dalle solite commedie, in un periodo in cui magari, con una buona idea e pochi mezzi si riuscivano comunque a fare buoni film. E se c'è un periodo e un genere cinematografico che a livello stilistico mi è sempre piaciuto parecchio, rappresentato anche dai primi tre film di Dario Argento, ma anche da moltissimi altri registi come Mario Bava, Umberto Lenzi, Lamberto Bava e tantissimi altri, sono i gialli/horror italiani degli anni settanta, che continuano ancora ad affascinarmi e che vorrei scoprire ancora di più, per lo meno a livello di lavori imprescindibili di quel periodo. Ho scelto dunque un Mercoledì sera di dare un'opportunità a "Il gatto dagli occhi di Giada", film diretto nel 1977 da Antonio Bido e che avevo per diverso tempo sentito nominare senza mai essere riuscito a vederlo. I protagonisti del film sono Lukas e Mara, rispettivamente interpretati da Corrado Pani e Paola Tedesco.
Mara è un ex attrice di cabaret che vive a Roma e assiste, senza identificare il colpevole, all'omicidio di un farmacista di nome Dezzan, mentre la sera successiva all'omicidio l'assassino entra in casa sua e solo casualmente la donna riuscirà a salvarsi. Deciderà così di trasferirsi da Lukas, ingegnere e suo ex fidanzato. I due cominciano a riallacciare i loro rapporti e la loro relazione, mentre nel frattempo l'assassino commette altri omicidi, tutti legati misteriosamente alla città di Padova. Lukas deciderà così di improvvisarsi detective, ricevendo anche alcune preoccupanti telefonate dal suo vicino di casa Giovanni Bozzi, più volte minacciato telefonicamente e scampato ad un tentato omicidio. L'uomo inviterà Lukas a recarsi a Padova per svelargli alcuni importanti dettagli legati alla catena di omicidi compiuti dal killer.
Oramai ho già detto quanto un po' il tipo di film e un po' il periodo in cui è ambientato, così come lo stile registico, mi abbiano sempre parecchio affascinato, facendomi uscire di testa. Innanzitutto dal punto di vista registico Antonio Bido, che nella sua carriera ha diretto una decina di film, solamente due dei quali hanno una pagina Wikipedia, mostra qualche idea davvero interessante, dimostrando di sapersi rifare ai registi più di successo che in quel periodo sbancavano al botteghino. Ritorna, in questo suo film, anche una tematica tanto cara a Dario Argento, sicuramente uno dei registi di gialli più in voga negli anni settanta, ovvero quella della persona comune, in questo caso Lukas, un ingegnere, che si improvvisa detective per risolvere degli omicidi. Un altro elemento tipico dei film di quel periodo si presenta anche in "Il gatto dagli occhi di giada", ovvero la colonna sonora composta principalmente da brani prog rock, questa volta però da parte di una band tedesca, i Kraftwerk, contenuta nell'album "Trans Europa Express". Ammetto di non conoscere prima della visione e dell'ascolto il gruppo in questione, ma devo dire che la colonna sonora è forse una delle cose tecnicamente più azzeccate del film, si incastra molto bene con le immagini e con la narrazione, o forse sono solo io che, dopo aver visto i nuovi Goblin - quelli con solo Claudio Simonetti e tutti gli altri membri diversi dagli originali - dal vivo senso come oro tutto ciò che è prog rock, oppure ancora perchè il prog rock è, effettivamente, oro colato.
Dal punto di vista tecnico ho effettivamente poco da obiettare al film, mi è piaciuto poi il modo in cui è stata trattata la componente sanguinolenta del film, non sempre in maniera chiara, nascondendo un po' di più rispetto a quanto fatto in quel periodo da altri registi, ma facendo immaginare cose comunque parecchio raccapriccianti. A piacermi un po' di meno devo dire che è stata la risoluzione del mistero, una sceneggiatura che per quanto lineare non risulta sempre chiarissima e una rivelazione finale che ho trovato piuttosto anticlimatica. Ultimo, ma sicuramente non meno importante tra i problemi del film, il fatto che la recitazione sia nel corso della durata della pellicola abbastanza forzata, difetto che poi ritrovo in praticamente tutti i thriller del periodo che ho visto, forse figlio di un modo completamente diverso di approcciare alla recitazione, facendo appunto vedere che si stava recitando, piuttosto che cercando di dare naturalezza all'atto recitativo. Nonostante questo penso che ci troviamo davanti ad un buon thriller, coinvolgente e misterioso, in grado di creare interesse nello spettatore, spero sinceramente che il canale televisivo in questione mi faccia scoprire, il Mercoledì sera, altri film di questo tipo, che da queste parti sono sempre parecchio apprezzati.

Commenti

  1. L'ho visto anche io sul canale 34.
    Di Bido avevo già visto e apprezzato "solamente nero", anch'esso trasmesso dal nuovo canale.
    Se quest'ultima pellicola era per metà un evidente richiamo a "la casa dalle finestre che ridono" e per metà ai film di Dario Argento, "Il gatto dagli occhi di Giada" è evidentemente un'opera molto argentiana.
    Secondo me il difetto maggiore di questo film è nella coppia di protagonisti, per il resto è una buona visione, specie per l'appassionato di cinema di genere degli anni '70 come me!

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