LE SERIE TV DI MARZO
Nel periodo di quarantena ho avuto modo di guardare qualche puntata in più di serie TV rispetto al solito, anche perchè, diversamente da quanto facevo prima, posso sfruttare la pausa pranzo - sto comunque continuando a lavorare da casa, dato che sono un programmatore - per guardare un episodio di serie TV, così come, non avendo l'incombenza di svegliarmi presto per andare al lavoro la mattina dopo, sto andando a letto un po' più tardi. Dunque, nel mese di Marzo, ho portato a termine ben quattro stagioni di diverse serie TV, tutte mediamente apprezzate anche se una molto meno di quanto mi sarei aspettato viste le premesse e gli amici entusiasti. Vediamo però quali sono state le mie sensazioni con un breve commento riguardo alle quattro serie televisive che ho visto nel corso del mese di Marzo!
Dickinson - Stagione 1
Creatore: Alena Smith
Episodi: 10
Rete Americana: Apple TV+
Rete Italiana: Apple TV+
Cast: Hailee Steinfeld, Jane Krakowski, Toby Huss, Anna Baryshnikov, Ella Hunt, Adrian Enscoe
Genere: Drama
Visti i commenti entusiasti letti sul finire del 2019 riguardo a questa serie televisiva, ho deciso, nonostante tutti i dubbi del caso, di dare un'opportunità a "Dickinson", che purtroppo non è dedicata a Bruce Dickinson, uno dei miei idoli canori, ma a Emily Dickinson, poetessa americana dell'ottocento. Le mie paure erano principalmente legate ai miei pregiudizi riguardo il fatto che ci potessimo trovare davanti ad una serie in cui il femminismo fosse portato all'estremo, facendo leva su un'epoca in cui negli Stati Uniti erano malviste le donne che avevano l'ardire di pubblicare un loro scritto. C'è da dire che lo spunto di partenza per la creazione di una serie dedicata alla poetessa è molto originale: ogni episodio porta il titolo di una poesia di Emily Dickinson, qui interpretata dalla bellissima Hailee Steinfeld, e cerca di immaginarsi quale evento della vita della poetessa, di cui si sa effettivamente poco avendo passato buona parte del suo tempo chiusa in casa, soprattutto quando più avanti con l'età, abbia ispirato la scrittura di quella poesia. Il tutto cercando di trattare temi attuali come il femminismo, il razzismo - preso di traverso parlando della schiavitù - e così via. Non solo lo spunto di partenza, ma anche il modo in cui ogni puntata è narrata mi è parso abbastanza originale: ci troviamo davanti ad una serie con un taglio piuttosto adolescenziale, in cui si cerca di portare usi e abitudini del nostro tempo in un'epoca del tutto precedente. É così dunque che quando i genitori di Emily partono per gli impegni del padre - interpretato da un perfetto Toby Huss, già visto in "Halt and Catch Fire" (se non l'aveste mai vista, fatevi un favore e guardatela) - le due figlie danno un party in casa propria, oppure vengono improvvisati club di letteratura e di teatro per poter leggere assieme le opere degli scrittori più famosi e così via, il tutto accompagnato da una colonna sonora che non c'entra niente con l'epoca, altro accorgimento che, un po' come fa Baz Luhrmann nei suoi film, spesso e volentieri mi fa uscire di testa, così come la presenza di scene oniriche o soprannaturali in cui la nostra protagonista riesce a parlare con la morte, che ella considera il suo migliore amico ed è interpretato da Wiz Khalifa. Insomma, contro ogni pronostico la prima stagione di questa serie, dedicata ad una figura che avevo avuto modo di vedere solamente sui libri di scuola, tra l'altro annoiandomi a morte, mi ha colpito. Certo, non è adatta per chi cerca una ricostruzione storica della vita della poetessa, nè per chi cercasse una ricostruzione fedele del periodo in cui è vissuta, ma più che altro per lo spunto di partenza, immaginarsi come Emily Dickinson abbia scritto le sue poesie in giovane età, risulta essere azzeccata ed originale.
Voto: 7,5
I Am not Okay with This - Stagione 1
Creatore: Jonathan Entwistle, Christy Hall
Episodi: 7
Rete Americana: Netflix
Rete Italiana: Netflix
Cast: Sophia Lillis, Wyatt Oleff, Sofia Bryant, Kathleen Rose Perkins
Genere: Thriller, Horror, Commedia
Seguendo un po' le orme di "The End of the F***ing World", serie inglese di cui non ho avuto voglia di vedere la seconda stagione anche se la prima non mi era affatto dispiaciuta, tratto da una graphic novel di Charles Forman, che è anche lo stesso autore di "The End of the F***ing World, ma ispirandosi anche a "Carrie - Lo sguardo di Satana" e buttandoci dentro due dei protagonisti giovani di "It - Capitolo 1" - Sophia Lillis e Wyatt Oleff - arriva su Netflix "I Am not Okay with This", serie televisiva che ci mostra le gesta di una ragazza, appena trasferitasi in una nuova scuola dopo il suicidio del padre, che scopre di avere dei particolari poteri psichici con cui dovrà iniziare a convivere e che dovrà iniziare a controllare. Non siamo davanti ad un capolavoro di serie nè ad un gioiellino come quella di cui ho parlato in precedenza, ma non siamo nemmeno davanti alla schifezza che alcuni sostengono di aver visto. Ho trovato infatti la visione, anch'essa con un taglio molto molto adolescenziale in cui si esplorano amori, primi incontri con l'altro sesso e così via, ma con un tono a livello narrativo che coinvolge dall'inizio alla fine, senza strafare particolarmente, ma riuscendo a colpire nel segno. Si empatizza tra l'altro praticamente subito con la protagonista Sidney Novak, che è tra due fuochi volendo coltivare l'amore/amicizia con Stanley - altro personaggio per me ottimo -, ma cercando anche di far capire alla sua migliore amica, Dina, interpretata da Sofia Bryant, di essere innamorata di lei e di non riuscire a vederla assieme al suo nuovo ragazzo, capitano della squadra di football che lei tra l'altro odia, perchè da lui bullizzata. La prima scena della prima puntata diciamo che ci anticipa un po' quale sarà il finale della stagione, che io nel suo sfondare nel trash più assoluto ho trovato azzeccatissimo nonostante sia altrettanto prevedibile.
Voto: 6,5
The Witcher - Stagione 1
Creatore: Lauren Schmidt Hissrich
Episodi: 8
Rete Americana: Netflix
Rete Italiana: Netflix
Cast: Henry Cavill, Anya Chalotra, Freya Allan, Joey Batey, MyAnna Buring, Royce Pierreson, Eamon Farren, Mimi Ndiweni, Wilson Radjou-Pujalte, Anna Shaffer, Therica Wilson-Read, Mahesh Jadu
Genere: Fantasy
E veniamo alla prima vera e propria nota dolente seriale di questo mese. Nonostante avrei voluto vedere la prima stagione di "The Witcher" a Dicembre, quando fu pubblicata su Netflix, pur non essendo mai stato un videogiocatore del franchise e pur non avendo mai letto nessuno dei romanzi da cui il videogioco è tratto, sono riuscito a recuperarla solamente nel corso del mese di Marzo, vedendo un paio di episodi per volta. Partiamo dalle note positive: la costruzione scenografica e gli effetti speciali mi sono parsi abbastanza buoni, così come l'interpretazione di Henry Cavill - che nella versione originale si è impegnato al massimo per riprodurre la voce del personaggio del videogioco - mi è parsa calzante con il personaggio, gli episodi finali mi sono particolarmente piaciuti. A ciò però fa da contraltare tutta una prima stagione in cui non mi è parsa ben chiara la direzione narrativa che si volesse prendere e in cui il secondo episodio è praticamente impossibile capire che è ambientato in una linea temporale diversa rispetto al primo. Saranno state pure belle le scene d'azione, ma io, per buona parte della visione della prima stagione, mi sono parecchio annoiato e non so, sinceramente, se proseguirò anche con le prossime stagioni. Molti hanno parlato del vero erede di "Game of Thrones": ecco, magari avrà un finale migliore e qualsiasi puntata di questa stagione è infinitamente meglio dell'ultima puntata di "Game of Thrones", ma vero erede di quella che è stata forse la serie del decennio - anche se sempre ben lontana dall'essere la mia preferita - anche no, soprattutto a livello narrativo.
Voto: 5,5
Sons of Anarchy - Stagione 2
Creatore: Kurt Sutter
Episodi: 13
Rete Americana: FX
Rete Italiana: FX
Cast: Charlie Hunnam, Katey Sagal, Mark Boone Jr., Kim Coates, Tommy Flanagan, Johnny Lewis, Maggie Siff, Ron Perlman, Ryan Hurst, William Lucking, Theo Rossi
Genere: Drammatico, Azione
Prosegue ancora più velocemente - oggi che pubblico questo post sono arrivato all'ottavo episodio della terza stagione - il recupero di "Sons of Anarchy", serie che nel corso degli anni avevo snobbato per scarso interesse e che, devo ammettere, mi sta prendendo sempre di più. Innanzitutto ci troviamo davanti a ben due antagonisti costruiti secondo me benissimo dagli sceneggiatori: il primo è Ethan Zobelle, interpretato da Adam Arkin, il secondo sono le divisioni in seno al club, nate in seguito all'uccisione di Dana, che stanno per esplodere in seguito ai continui litigi e macchinazioni tra Clay e Jax. Mentre il primo è senza scrupoli e grazie ai suoi scagnozzi vuole liberarsi dell'attività criminale del club per poter portare avanti la sua, il secondo è quello più subdolo, perchè evolve di episodio in episodio, passando da semplici schermaglie a vere e proprie risse, con la sola Gemma che, raccontando il doloroso stupro subito dagli scagnozzi di Zobelle, riuscirà a riunire i due fuochi, grazie a cui vedremo nelle ultime puntate Jax e Clay di nuovo uniti nel dolore per quanto provato da una donna che entrambi amano. Assume ancora più importanza il personaggio di Tara e devo dire che, rispetto alla prima stagione, la narrazione mi ha preso molto molto di più, non mancano nemmeno scene d'azione al cardiopalma e momenti estremamente commoventi.
Voto: 7,5
Dickinson - Stagione 1
Creatore: Alena Smith
Episodi: 10
Rete Americana: Apple TV+
Rete Italiana: Apple TV+
Cast: Hailee Steinfeld, Jane Krakowski, Toby Huss, Anna Baryshnikov, Ella Hunt, Adrian Enscoe
Genere: Drama
Visti i commenti entusiasti letti sul finire del 2019 riguardo a questa serie televisiva, ho deciso, nonostante tutti i dubbi del caso, di dare un'opportunità a "Dickinson", che purtroppo non è dedicata a Bruce Dickinson, uno dei miei idoli canori, ma a Emily Dickinson, poetessa americana dell'ottocento. Le mie paure erano principalmente legate ai miei pregiudizi riguardo il fatto che ci potessimo trovare davanti ad una serie in cui il femminismo fosse portato all'estremo, facendo leva su un'epoca in cui negli Stati Uniti erano malviste le donne che avevano l'ardire di pubblicare un loro scritto. C'è da dire che lo spunto di partenza per la creazione di una serie dedicata alla poetessa è molto originale: ogni episodio porta il titolo di una poesia di Emily Dickinson, qui interpretata dalla bellissima Hailee Steinfeld, e cerca di immaginarsi quale evento della vita della poetessa, di cui si sa effettivamente poco avendo passato buona parte del suo tempo chiusa in casa, soprattutto quando più avanti con l'età, abbia ispirato la scrittura di quella poesia. Il tutto cercando di trattare temi attuali come il femminismo, il razzismo - preso di traverso parlando della schiavitù - e così via. Non solo lo spunto di partenza, ma anche il modo in cui ogni puntata è narrata mi è parso abbastanza originale: ci troviamo davanti ad una serie con un taglio piuttosto adolescenziale, in cui si cerca di portare usi e abitudini del nostro tempo in un'epoca del tutto precedente. É così dunque che quando i genitori di Emily partono per gli impegni del padre - interpretato da un perfetto Toby Huss, già visto in "Halt and Catch Fire" (se non l'aveste mai vista, fatevi un favore e guardatela) - le due figlie danno un party in casa propria, oppure vengono improvvisati club di letteratura e di teatro per poter leggere assieme le opere degli scrittori più famosi e così via, il tutto accompagnato da una colonna sonora che non c'entra niente con l'epoca, altro accorgimento che, un po' come fa Baz Luhrmann nei suoi film, spesso e volentieri mi fa uscire di testa, così come la presenza di scene oniriche o soprannaturali in cui la nostra protagonista riesce a parlare con la morte, che ella considera il suo migliore amico ed è interpretato da Wiz Khalifa. Insomma, contro ogni pronostico la prima stagione di questa serie, dedicata ad una figura che avevo avuto modo di vedere solamente sui libri di scuola, tra l'altro annoiandomi a morte, mi ha colpito. Certo, non è adatta per chi cerca una ricostruzione storica della vita della poetessa, nè per chi cercasse una ricostruzione fedele del periodo in cui è vissuta, ma più che altro per lo spunto di partenza, immaginarsi come Emily Dickinson abbia scritto le sue poesie in giovane età, risulta essere azzeccata ed originale.
Voto: 7,5
I Am not Okay with This - Stagione 1
Creatore: Jonathan Entwistle, Christy Hall
Episodi: 7
Rete Americana: Netflix
Rete Italiana: Netflix
Cast: Sophia Lillis, Wyatt Oleff, Sofia Bryant, Kathleen Rose Perkins
Genere: Thriller, Horror, Commedia
Seguendo un po' le orme di "The End of the F***ing World", serie inglese di cui non ho avuto voglia di vedere la seconda stagione anche se la prima non mi era affatto dispiaciuta, tratto da una graphic novel di Charles Forman, che è anche lo stesso autore di "The End of the F***ing World, ma ispirandosi anche a "Carrie - Lo sguardo di Satana" e buttandoci dentro due dei protagonisti giovani di "It - Capitolo 1" - Sophia Lillis e Wyatt Oleff - arriva su Netflix "I Am not Okay with This", serie televisiva che ci mostra le gesta di una ragazza, appena trasferitasi in una nuova scuola dopo il suicidio del padre, che scopre di avere dei particolari poteri psichici con cui dovrà iniziare a convivere e che dovrà iniziare a controllare. Non siamo davanti ad un capolavoro di serie nè ad un gioiellino come quella di cui ho parlato in precedenza, ma non siamo nemmeno davanti alla schifezza che alcuni sostengono di aver visto. Ho trovato infatti la visione, anch'essa con un taglio molto molto adolescenziale in cui si esplorano amori, primi incontri con l'altro sesso e così via, ma con un tono a livello narrativo che coinvolge dall'inizio alla fine, senza strafare particolarmente, ma riuscendo a colpire nel segno. Si empatizza tra l'altro praticamente subito con la protagonista Sidney Novak, che è tra due fuochi volendo coltivare l'amore/amicizia con Stanley - altro personaggio per me ottimo -, ma cercando anche di far capire alla sua migliore amica, Dina, interpretata da Sofia Bryant, di essere innamorata di lei e di non riuscire a vederla assieme al suo nuovo ragazzo, capitano della squadra di football che lei tra l'altro odia, perchè da lui bullizzata. La prima scena della prima puntata diciamo che ci anticipa un po' quale sarà il finale della stagione, che io nel suo sfondare nel trash più assoluto ho trovato azzeccatissimo nonostante sia altrettanto prevedibile.
Voto: 6,5
The Witcher - Stagione 1
Creatore: Lauren Schmidt Hissrich
Episodi: 8
Rete Americana: Netflix
Rete Italiana: Netflix
Cast: Henry Cavill, Anya Chalotra, Freya Allan, Joey Batey, MyAnna Buring, Royce Pierreson, Eamon Farren, Mimi Ndiweni, Wilson Radjou-Pujalte, Anna Shaffer, Therica Wilson-Read, Mahesh Jadu
Genere: Fantasy
E veniamo alla prima vera e propria nota dolente seriale di questo mese. Nonostante avrei voluto vedere la prima stagione di "The Witcher" a Dicembre, quando fu pubblicata su Netflix, pur non essendo mai stato un videogiocatore del franchise e pur non avendo mai letto nessuno dei romanzi da cui il videogioco è tratto, sono riuscito a recuperarla solamente nel corso del mese di Marzo, vedendo un paio di episodi per volta. Partiamo dalle note positive: la costruzione scenografica e gli effetti speciali mi sono parsi abbastanza buoni, così come l'interpretazione di Henry Cavill - che nella versione originale si è impegnato al massimo per riprodurre la voce del personaggio del videogioco - mi è parsa calzante con il personaggio, gli episodi finali mi sono particolarmente piaciuti. A ciò però fa da contraltare tutta una prima stagione in cui non mi è parsa ben chiara la direzione narrativa che si volesse prendere e in cui il secondo episodio è praticamente impossibile capire che è ambientato in una linea temporale diversa rispetto al primo. Saranno state pure belle le scene d'azione, ma io, per buona parte della visione della prima stagione, mi sono parecchio annoiato e non so, sinceramente, se proseguirò anche con le prossime stagioni. Molti hanno parlato del vero erede di "Game of Thrones": ecco, magari avrà un finale migliore e qualsiasi puntata di questa stagione è infinitamente meglio dell'ultima puntata di "Game of Thrones", ma vero erede di quella che è stata forse la serie del decennio - anche se sempre ben lontana dall'essere la mia preferita - anche no, soprattutto a livello narrativo.
Voto: 5,5
Sons of Anarchy - Stagione 2
Creatore: Kurt Sutter
Episodi: 13
Rete Americana: FX
Rete Italiana: FX
Cast: Charlie Hunnam, Katey Sagal, Mark Boone Jr., Kim Coates, Tommy Flanagan, Johnny Lewis, Maggie Siff, Ron Perlman, Ryan Hurst, William Lucking, Theo Rossi
Genere: Drammatico, Azione
Prosegue ancora più velocemente - oggi che pubblico questo post sono arrivato all'ottavo episodio della terza stagione - il recupero di "Sons of Anarchy", serie che nel corso degli anni avevo snobbato per scarso interesse e che, devo ammettere, mi sta prendendo sempre di più. Innanzitutto ci troviamo davanti a ben due antagonisti costruiti secondo me benissimo dagli sceneggiatori: il primo è Ethan Zobelle, interpretato da Adam Arkin, il secondo sono le divisioni in seno al club, nate in seguito all'uccisione di Dana, che stanno per esplodere in seguito ai continui litigi e macchinazioni tra Clay e Jax. Mentre il primo è senza scrupoli e grazie ai suoi scagnozzi vuole liberarsi dell'attività criminale del club per poter portare avanti la sua, il secondo è quello più subdolo, perchè evolve di episodio in episodio, passando da semplici schermaglie a vere e proprie risse, con la sola Gemma che, raccontando il doloroso stupro subito dagli scagnozzi di Zobelle, riuscirà a riunire i due fuochi, grazie a cui vedremo nelle ultime puntate Jax e Clay di nuovo uniti nel dolore per quanto provato da una donna che entrambi amano. Assume ancora più importanza il personaggio di Tara e devo dire che, rispetto alla prima stagione, la narrazione mi ha preso molto molto di più, non mancano nemmeno scene d'azione al cardiopalma e momenti estremamente commoventi.
Voto: 7,5
Penso di recuperare le prime tre, mentre credo che difficilmente farò ugualmente con Sons of Anarchy, evitato già all'epoca.
RispondiEliminadagli sceneggiatori: il primo è Ethan Zobelle, interpretato da Adam Arkin, il secondo sono le divisioni in seno al club
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