Porco rosso di Hayao Miyazaki (1992)



Giappone 1992
Titolo Originale: 紅の豚 (Kurenai no buta)
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Cast: Marco Pagot/Porco Rosso, Donald Curtis, Gina, Fio Piccolo, signor Piccolo
Durata: 92 minuti
Genere: Animazione


Nel corso della mia vita devo dire che ne ho visti pochi di film dello Studio Ghibli, la maggior parte di essi concentrati in questi anni da quando ho aperto il blog. Con l'occasione della pubblicazione su Netflix di tutti i film realizzati dallo studio d'animazione fondato da Hayao Miyazaki ho la possibilità, pian piano, senza impegno e senza dover per forza seguire un ordine preciso, di recuperarli tutti. Dopo aver molto apprezzato lavori come "La città incantata" - finora decisamente il mio preferito -, ma anche "Si alza il vento" o "Quando c'era Marnie", ho da poco cominciato a riguardarmi anche i film un po' più datati diretti e disegnati dai registi facenti parte dello studio, ultimo in ordine di tempo è stato "Kiki - Consegne a domicilio". Ho deciso di sfruttare l'opportunità data da Netflix partendo da "Porco rosso", film particolarmente bizzarro e un po' diverso rispetto agli altri film dello Studio Ghibli che avevo avuto modo di vedere, a partire dall'ambietazione, in Europa al posto dei più consueti paesi, reali o fantastici, del Giappone, che però ripercorre alcune tematiche ricorrenti nei film di Miyazaki, come quello relativo alla sua passione per il volo e quello della metamorfosi, che si incarnano perfettamente nel protagonista Marco Pagot.
Marco Pagot è un asso della Regia Aeronautica, una delle forze armate del Regno d'Italia, che è uscito completamente sfigurato in volto da un'esperienza di premorte nel corso della Prima Guerra Mondiale. Tale esperienza gli ha dato un volto con le sembianze di quello di un maiale che lo ha costretto a ritirarsi sulla costa dalmata, abbandonando il suo amore per Gina e dedicandosi per guadagnarsi da vivere a fare il cacciatore di taglie e combattere sul suo idrovolante i cosiddetti pirati dell'aria. Essendo presto diventato un ostacolo per le attività criminali dei pirati dell'aria, questi decideranno di ingaggiare tra le loro file un asso dell'aviazione, lo statunitense Donald Curtis, che dopo un primo scontro, terminato il quale l'aereo di Marco finisce in mare dopo l'ennesima avaria al motore, si convince di aver definitivamente ucciso Porco Rosso. In realtà Marco è sopravvissuto e riuscirà a recarsi a Milano per far riparare il suo aereo, montando un motore più potente per avere la sua rivincita contro Curtis.
Sin dall'inizio della visione "Porco Rosso" mi ha coinvolto, con scene abbastanza divertenti e un tono narrativo piuttosto gioviale, che crea il giusto contrasto tra il background piuttosto drammatico del protagonista e il comportamento del resto dei personaggi. Abbiamo infatti un protagonista inizialmente solitario, che non si risparmia per quanto riguarda l'utilizzo dell'ironia e del sarcasmo nelle sue battute, che però viene sempre accolto in modo trionfale dalle nuove persone che conosce, colpendole nell'animo e riuscendo sempre in qualche modo a farsi ricordare da chiunque incontra, vedi ad esempio la sua amata Gina, che già conosceva prima dell'incidente che lo ha sfigurato - che nel film viene visto come una maledizione che lo ha colpito - ma anche l'incontro con Fio a Milano, mentre il protagonista è ricercato anche dai fascisti. In questo film oltre al tema della metamorfosi, che ha reso Marco un personaggio comunque abbastanza borderline che non sembra mai mostrare vera e propria felicità, abbiamo anche la passione di Hayao Miyazaki per il volo, che ricorre praticamente in tutti i suoi film, ma qui ancora di più essendo il protagonista un aviatore ed essendo molto presenti scene di volo o addirittura combattimenti aerei, con gli aeroplani che sono costruiti in maniera estremamente realistica rispecchiando anche la tecnologia dell'epoca in cui il film è ambientato.
Al termine della visione ho avuto un po' la sensazione che non fosse il film che ho apprezzato di più tra quelli che ho visto di Miyazaki e dello Studio Ghibli in generale, forse per una parte centrale in cui il ritmo mi è sembrato un po' calante, ma ci troviamo davanti ad un film magico in cui il regista riesce non solo ad emozionare lo spettatore, a farlo ridere grazie ai continui momenti gioviali o a molte scene al limite dell'assurdo e della comicità non-sense che io tanto apprezzo, ma anche a fare un bel tributo al nostro paese, ricostruendo i nostri territori, sia cittadini sia marini in maniera il più possibile realistica, anche se certamente non fedele alle zone in cui è ambientata la pellicola. Insomma, non sarà certo il mio film preferito dello Studio Ghibli, ma, per quanto riguarda i miei gusti in fatto di cinema d'animazione penso che in pochi battano la casa di produzione e gli anime giapponesi in generale.

Commenti

  1. Meglio maiale che fascista. Basterebbe questa frase a renderlo un capolavoro, se non fosse che lo è già un capolavoro. A volte penso che potrebbe essere il mio Miyazaki preferito, se la gioca con Nausicaä a cui voglio molto bene. Cheers!

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  2. Uno dei miei preferiti, sempre ritenuto uno dei più belli, a questo film gli voglio bene ;)

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