La donna elettrica di Benedikt Erlingsson (2018)
Islanda 2018
Titolo Originale: Kona fer í stríð
Regia: Benedikt Erlingsson
Sceneggiatura: Benedikt Erlingsson, Ólafur Egilsson
Cast: Halldóra Geirharðsdóttir, Jóhann Sigurðarson, Jörundur Ragnarsson, Juan Camillo Roman Estrada, Björn Thors, Vala Kristin Eiriksdottir, Solveig Arnaldsdottir, Margaryta Hilska, Þórhildur Ingunn
Durata: 101 minuti
Genere: Commedia, Drammatico
In uno degli ultimi appuntamenti del Cineforum che contribuisco ad organizzare nel mio paese - e anche uno degli ultimi per qualche tempo temo, a causa del corona virus - ho avuto l'opportunità di vedere "La donna elettrica", film sulla sostenibilità ambientale per il quale, per imbastire il dibattito finale, abbiamo collaborato con alcune insegnanti delle scuole medie del nostro paese. Non avendo particolare esperienza con il cinema islandese - sinceramente non ricordo di aver mai visto un film proveniente da quelle lande - mi sono recato alla proiezione con una certa curiosità, dato che il film era definito come una commedia piuttosto intelligente per la quale il regista mostrava di avere a cuore i temi caldi legati al nostro pianeta, mettendo in campo una protagonista come Halldóra Geirharðsdóttir che recita nel doppio ruolo di Halla, la protagonista della vicenda, e Asa, sorella della protagonista.
Halla è una donna che da tempo è una eco terrorista, attaccando ed interrompendo le linee elettriche del suo paese perchè convinta che abbiano avuto un impatto ambientale non indifferente su una terra altrimenti praticamente immacolata come l'Islanda. Ella conduce una vita in cui alterna appunto la sua vita normale, in cui è direttrice di un coro e sta per adottare una bambina che viene dall'Ucraina assieme alla sorella, che invece sta per essere accolta in un monastero, a quella di eco terrorista, che la fa vivere in una condizione di continua tensione, sempre ricercata dalla polizia che comunque non sa bene quale sia la figura che compie questi atti contro le istituzioni e contro i collegamenti elettrici del paese.
Sin dalla sua visione, avvenuta appunto in uno degli ultimi appuntamenti del cineforum che contribuisco ad organizzare, ho avuto una buona impressione del film, non eccezionale, non considero questo sia il film della mia vita nè tanto meno che possa mai aspirare ad esserlo, ma considero di aver passato un'ora e quaranta catturato da tutti quegli elementi della pellicola che mi hanno affascinato. In primo luogo la fotografia, difficilissima da sbagliare quando hai a disposizione un paesaggio magnifico ed immacolato come quello islandese, ci mette davanti a tutta la meraviglia del paesaggio facendoci anche notare come a volte il progresso tecnologico, se non controllato, contribuisca inevitabilmente a deturparlo. Un'altra cosa che mi ha affascinato moltissimo a livello tecnico è uno di quegli stratagemmi apparentemente semplici, ma in grado di farmi uscire di testa: la colonna sonora è suonata da personaggi presenti all'interno del film, un po' come quando in "Birdman" si scopre che la batteria che martella per tutta la durata del film era suonata da un personaggio presente in scena, ecco qui la cosa ti viene sbattuta in faccia fin dall'inizio, dapprima spiazzando leggermente, ma con il passare dei minuti la cosa diventa sempre meglio gestita e devo dire che non l'ho trovata minimamente pesante. Inoltre la stessa colonna sonora alterna brani altamente incalzanti, soprattutto nelle scene di maggior tensione, ad altre molto più dolci e tranquille, specie in quei momenti in cui vi è di mezzo una cantante lirica.
Dal punto di vista della trama "La donna elettrica" è un film abbastanza particolare: l'idea del regista era quella di creare un film drammatico che però assumesse in vari frangenti i toni della commedia. L'inquadratura segue incessantemente la protagonista Halla che si comporta proprio come una donna in guerra, come il titolo originale "Kona fer í stríð", in italiano "Una donna va in guerra", suggerisce e il film vuole proprio in qualche modo ricreare nella protagonista una tensione molto simile a quella che viviamo quando guardiamo un film di guerra, la paura che il protagonista venga catturato, ma anche la stanchezza di continuare a fuggire e cose di questo tipo, inserendo poi nei momenti di maggiore tensione delle scene un po' più comiche, con protagonista un turista spagnolo che si trova lì quasi per caso e viene sempre arrestato per sbaglio dalla polizia islandese. "La donna elettrica" risulta essere dunque una commedia piuttosto intelligente, che vuole metterci davanti al fatto che dovremmo sicuramente avere più cura del nostro pianeta, soprattutto con una scena finale che in qualche modo dà ragionissima alla protagonista, nonostante le modalità che non si confanno ad uno stato di diritto e il suo messaggio riesce ad arrivare allo spettatore forte e chiaro. É a tutti gli effetti un buon film perfetto per una serata al cineforum e che probabilmente non avrei mai visto al di fuori di quel contesto, ma che comunque ho provato piacere a vedere, innanzitutto per gli stratagemmi tecnici che vengono utilizzati e in secondo luogo per la narrazione intelligente che viene messa in mostra nel corso della pellicola.
Voto: 7
Okay...
RispondiEliminaThis may sound kind of weird, maybe even a little "supernatural"
HOW would you like it if you could simply push "Play" to listen to a short, "magical tone"...
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And I'm talking about hundreds... even thousands of dollars!!
Sound too EASY??? Think it couldn't possibly be REAL???
Well then, I've got news for you.
Sometimes the most significant blessings life has to offer are also the SIMPLEST!!
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