Il culto di Chucky di Don Mancini (2017)
USA 2017
Titolo Originale: Cult of Chucky
Regia: Don Mancini
Sceneggiatura: Don Mancini
Cast: Fiona Dourif, Michael Terriault, Adam Hurtig, Alex Vincent, Elizabeth Rosen, Grace Lynn Kung, Marina Stephenson Kerr, Zak Santiago, Ali Tataryn, Jennifer Tilly, Allison-Dawn Doiron, Summer H. Howell, Christine Elise
Durata: 91 minuti
Genere: Horror
Con la recensione di oggi arriviamo al (pen)ultimo capitolo dello speciale dedicato alla saga de "La bambola assassina", franchise creato ormai più di trent'anni fa da Don Mancini in grado di sopravvivere nel tempo a mille peripezie e a sapersi, man mano che i capitoli andavano avanti e che la gente iniziava a stancarsi, reinventarsi ed esplorare sempre un nuovo genere. La saga ha infatti nel corso degli anni attraversato il genere slasher nei suoi primi tre capitoli, la commedia horror nel quarto e nel quinto, per poi trasformarsi in un horror gotico in "La maledizione di Chucky". Prima di arrivare dunque alla tanto attesa recensione di "La bambola assassina", il reboot della saga in cui Don Mancini non è stato coinvolto uscito al cinema un paio di mesi fa, è tempo di parlare de "Il culto di Chucky", settimo e per ora ultimo film della saga originale uscito in Italia direttamente in home video e girato con un budget piuttosto risicato, attestandosi comunque su risultati abbastanza buoni. Regista della pellicola è sempre Don Mancini, mentre nel cast ritroviamo sia Fiona Dourif, che riprende il ruolo di Nica del precedente film, sia Alex Vincent che riprende il ruolo storico di Andy Barclay, sia Jennifer Tilly.
Il film comincia riepilogandoci la situazione di Andy Barclay, che da qualche anno conserva con sè la testa di Chucky, per torturarlo come punizione per tutto quello che gli ha fatto quando era piccolo. Ci si sposta poi a seguire le vicende di Nica Pierce, la protagonista del precedente film, che, accusata degli omicidi commessi da Chucky, viene trasferita in un manicomio dove il principale obiettivo degli psichiatri è convincere la ragazza che colpevole degli omicidi non è la bambola, ma lei, diventata pazza e paranoica. All'interno della struttura entra poi Tiffany Valentine, cui era stata affidata la figlia Alice, per comunicare a Nica che la bambina è morta e riconsegnarle Chucky: la notte stessa Nica tenterà di tagliarsi le vene dei polsi, ma dopo aver perso i sensi, si risveglierà con i polsi cuciti e un messaggio con scritto "non così in fretta". Nel frattempo la bambola comincerà ancora una volta a mietere vittime all'interno dell'istituto psichiatrico, nella maniera più sanguinolenta e creativa possibile.
Ci sarebbero molte cose da imparare dalla saga de "La bambola assassina", una su tutte come sopravvivere a trent'anni di storia rimanendo sempre freschi ed interessanti agli occhi degli spettatori e questo settimo capitolo dimostra in maniera inequivocabile come si fa: citazionista al punto giusto, non ci si dimentica mai di cosa sia successo nei capitoli precedenti e, un po' come il secondo e il terzo film della saga - sì, quello che mi ha fatto più schifo di tutti - riesce a mescolare horror e commedia, dando al primo genere un'importanza decisamente più marcata. Ancora una volta, come aveva fatto ne "Il figlio di Chucky" - ribadisco, mettetemi una citazione/parodia a "Shining" e io sarò l'uomo più felice del mondo - Don Mancini ci dimostra la sua abilità dietro alla macchina da presa, prendendo a piene mani spunto da grandi registi del cinema horror portando in scena inquadrature originalissime in cui, tra le altre cose, il sangue scorre a fiumi, in quello che forse è il film più violento, a livello di litri di sangue che scorrono, dell'intera saga. Si aggiunge a ciò il personaggio di Nica, per quanto mi riguarda davvero ben riuscito, e il graditissimo ritorno di Jennifer Tilly nei panni di Tiffany, così come buono è anche il ruolo del ritornato Andy Barclay all'interno della vicenda.
Nell'attesa dunque di vedere quale sarà la mia opinione su "La bambola assassina", il reboot uscito un paio di mesi fa, ecco che con "Il culto di Chucky" ci troviamo davanti ad un settimo capitolo sicuramente di buon livello, in una saga in cui il fatto che lo sceneggiatore sia rimasto lo stesso dall'inizio alla fine ha contribuito a farle mantenere sempre una certa coerenza, trovando però sempre un'idea nuova per non stancare mai gli spettatori.
Ancora mi manca, ma recupero stanne certo ;)
RispondiElimina