Rambo 2: La vendetta di George Pan Cosmatos (1985)


USA 1985
Titolo Originale: Rambo: First Blood Part II
Durata: 96 minuti
Genere: Azione


Giovedì uscirà "Rambo: Last Blood" e lo speciale sulla saga cui Sylvester Stallone ha contribuito in maniera decisiva a dare lustro è solo al secondo episodio, ma verrà affrontata fino in fondo, prima di parlare del suo ultimo capitolo, che penso proprio andrò a vedere già questo weekend. Dopo aver detto dunque tutto ciò che avevo da dire riguardo a "Rambo", film che alla fine altro non era che il ritratto di un uomo con disturbo post traumatico da stress che vuole vedersi riconoscere i suoi diritti una volta ritornato dalla guerra del Vietnam, ora è tempo di parlare di "Rambo 2: La vendetta", diretto da George Pan Cosmatos e con la sceneggiatura di Sylvester Stallone e di James Cameron, uno che per quanto riguarda i secondi ha dimostrato, anche dopo questa pellicola, di saperne qualcosa, vedi ad esempio la regia in "Aliens - Scontro finale" nel 1986 e in "Terminator 2" nel 1991. Regista del film è però George Pan Cosmatos, il cui cognome, una volta letto, ha cominciato a dirmi qualcosa, che poi mi ha condotto verso un'ovvia conclusione: "Mandy", diretto da Panos Cosmatos, suo figlio, il che spiega moltissime cose. Ritornano dunque nel cast Sylvester Stallone nei panni di John Rambo e Richard Crenna nei panni del Colonnello Samuel Trautman, mentre entrano in questo film Charles Napier nei panni del Colonnello Marshall Murdock, villain di cui all'inizio siamo portati a fidarci, e Julia Nickson-Sou nei panni di Co-Bao: laddove nel primo film mancavano totalmente personaggi femminili, qui John Rambo assieme a quel lato da macchina da guerra quale è, inizierà a mostrare ancora di più la sua umanità, affezionandosi ad una donna.
John Rambo è stato condannato ai lavori forzati in un penitenziario di Washington in seguito agli eventi del film precedente. Per riottenere la libertà definitiva Rambo siglerà un accordo con Trautman che prevede che egli ritorni in Vietnam per una nuova missione, che consiste nel liberare alcuni prigionieri di guerra americani ancora detenuti nello stato asiatico. Accettata la missione, il nostro protagonista raggiungerà dapprima una base militare in Thailandia, comandata da Marshall Murdock, comandante delle operazioni speciali. Passando per il Laos via aereo, raggiungerà il Vietnam, dove incontrerà il suo contatto Co-Bao, una ragazza vietnamita che collabora con il governo statunitense. Subito Rambo ritorna alla realtà della guerra che aveva vissuto pochi anni prima, vedendo prigionieri tenuti in condizioni disumane e decidendo, contro gli ordini, che prevedevano solo di fotografare i prigionieri per raccogliere delle prove della loro presenza in Vietnam, di liberare uno di loro, trovato crocifisso su un albero ed in fin di vita, mentre nel frattempo il colonnello Trautman inizia, assieme a Murdock, a pianificare il recupero di Rambo, che però verrà abbandonato al suo destino una volta che Murdock scoprirà della sua insubordinazione.
Dopo il film serio che ha dato il via alla saga e tratto da un romanzo altrettanto serio, ma tagliato con la mannaia dalla sceneggiatura riscritta da Stallone, ecco che la saga prende in maniera definitiva la strada per cui tutti la conosciamo, quella dell'eroe di guerra che combatte i cattivi, salva i buoni ed ammazza la gente: se nel primo film John Rambo non uccideva nessuno in maniera diretta - l'unico morto del primo film è causa della legittima difesa del protagonista mascherata da incidente - in questo seguito i morti sono difficili da contare, per quanti ce ne sono, ma vengono tutti uccisi in maniera spettacolare ed epica, esplosioni, accoltellamenti con il famoso coltello del protagonista, ma anche frecce esplosive, in un secondo film in cui per la prima volta compare anche l'arco tra le armi che Rambo sa maneggiare con l'intento di uccidere. Della sceneggiatura scritta da James Cameron in effetti è rimasto poco - si dice che Stallone, insoddisfatto dagli scritti di Cameron che voleva fare di "Rambo 2: La vendetta" una specie di buddy movie, abbia riscritto tutto di suo pugno, licenziando il cineasta e ponendo il suo personaggio e la sua persona al centro del progetto. Si dice anche che lo stesso James Cameron non l'abbia presa benissimo... e ci credo - ma rimane comunque qualcosa del suo cinema all'interno della vicenda e lo svolgimento della storia ha delle chiare analogie con "Aliens - Scontro finale", suo lavoro dell'anno successivo.
É così che "Rambo 2: La vendetta" vuole comunque mantenere un'aura di serietà e mandare dei messaggi ben chiari ai suoi spettatori: dopo la mattanza, che comunque mi ha fatto godere come poche cose, c'è spazio per un finale un po' più riflessivo, in cui Stallone mette in atto, in un dialogo con Trautman - fino ad allora utilizzato per sparare frasi ad effetto a tradimento -, quello che è il marchio di fabbrica degli altri suoi film usciti in quel periodo, il messaggio politico: se in "Rocky IV", uscito nello stesso anno, grazie a lui e al suo pubblico tutto il mondo sarebbe potuto cambiare, qui il protagonista dichiara di amare la sua nazione, ma mette bene in chiaro il bisogno che anche la sua nazione incominci ad amare lui e quelli che hanno avuto il suo stesso destino. Insomma, questo "Rambo 2: La vendetta", forse senza nemmeno volerlo, riesce ad entrare di diritto nella storia del cinema d'azione, creando un'iconografia tale da essere poi ripresa da molti altri film d'azione futuri, che spesso e volentieri mostreranno un grosso debito verso questo film di puro godimento.

Cassidy del blog"La Bara Volante" ha già parlato meglio di me di questo film.
Dopo la recensione di "Rambo" della scorsa settimana, sono stato inserito nel blogtour organizzato da "Il Zinefilo" in occasione dell'uscita di "Rambo: Last Blood". Cliccando sull'immagine trovate tutti coloro che vi hanno partecipato.

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