True Story di Rupert Goold (2015)



USA 2015
Titolo Originale: True Story
Regia: Rupert Goold
Sceneggiatura: Rupert Goold, David Kajganich
Durata: 100 minuti
Genere: Drammatico, Biografico


Quando si parla di storie di omicidi realmente avvenute portate sul grande o sul piccolo schermo io mi trovo quasi sempre in prima linea per quel che riguarda una visione. Dopo quasi un mese dal mio ritorno siamo ancora qui a parlare di quel capitolo che sono state le visioni che ho affrontato, tramite Netflix o tramite il catalogo del volo intercontinentale, durante il mio viaggio tra Giappone e Corea del Sud e "True Story" è stato uno dei film che ho avuto modo di vedere durante il viaggio in pullman tra Gwangju e Seoul. Protagonisti della vicenda sono il giornalista Michael Finkel, interpretato da Jonah Hill, e il killer Christian Longo, interpretato da James Franco - a confermare che dove c'è uno c'è anche l'altro e viceversa -, mentre nel cast abbiamo anche la presenza della sempre magnifica Felicity Jones nei panni di Jill, fidanzata di Michael. Il film, presentato al Sundance Film Festival del 2015 e candidato a tre Teen Choice Awards nello stesso anno - che è un premio che vale meno di zero -, è diretto da Rupert Goold, al suo primo film da regista e che, proprio quest'anno, ha diretto "Judy", film di cui non ho ancora sentito parlare e non o nè se sia già arrivato in Italia nè se ci arriverà mai - magari tramite Netflix.
"True Story" parla della storia del giornalista del New York Times Michael Finkel che, dopo essere stato licenziato per non aver riportato la verità durante un reportage in Africa, si ritrova a dover intervistare in carcere Christian Longo, arrestato per aver ucciso la moglie e i figli, che al momento dell'arresto ha dichiarato di essere proprio Michael Finkel. Tra i due si verrà a creare un rapporto particolare, dato che il killer vuole imparare a scrivere come il giornalista, mentre Michael sta cercando riscatto nel suo lavoro di giornalista, dopo che il suo nome è stato infangato dal falso reportage in Africa. I consigli e le storie che i due si racconteranno culmineranno nel processo a Christian Longo, in cui l'uomo cercherà di utilizzare in suo favore i consigli dati dal giornalista.
Basato sull'omonimo libro inchiesta scritto da Michael Finkel proprio in seguito alla sua esperienza con Christian Longo, "True Story" segue uno schema abbastanza classico, ponendo al centro della vicenda non tanto i dubbi sulla colpevolezza dell'uomo, che nonostante vari ribaltoni viene sempre data abbastanza per scontata, quanto il rapporto tra i due protagonisti, che è contemporaneamente di forte contrapposizione, ma anche di attrazione reciproca, dato che in molti frangenti l'unico che crederà nell'innocenza di Longo sarà sempre e solo Finkel, che in qualche modo rimane incastrato nella sua fitta rete di bugie e macchinazioni. Siamo davanti ad uno schema piuttosto classico e anche davanti ad una pellicola senza pretese, che di certo non si fa segnalare per una regia ricercata, dato che lo stile ricorda molto quello da reportage, nè tanto meno per una sceneggiatura articolatissima, quanto più che altro per qualche dialogo abbastanza potente a livello emotivo e per le interpretazioni dei due protagonisti, con un James Franco che risulta parecchio credibile ed è bravissimo ad interpretare la parte del bugiardo cronico e manipolatore. Ora io non so se fosse un effetto voluto, ma, non conoscendo la vera storia prima della visione del film, non ho mai messo in dubbio la colpevolezza di Longo, proprio perchè l'unico che crede alle sue storie è il giornalista Finkel, con un Jonah Hill che mostra tutte le sue insicurezze e la sua voglia di riscatto, creando un rapporto tale con Christian Longo da mettere quasi a repentaglio quello con Jill, interpretata da una Felicity Jones che sta un po' in disparte in questa pellicola, ma si mostra sempre pronta a sostenere il suo uomo.
Insomma, "True Story" non è di certo un film grandioso, ma sa giocarsi abbastanza bene le sue carte rendendosi coinvolgente al punto giusto, mostrando in particolare una certa potenza nei dialoghi tra i due protagonisti e nel ritrarre il rapporto che si viene a creare tra i due. Di certo non memorabile, ma in grado di raccontare una storia interessante.

Voto: 6,5

Commenti

  1. Abbastanza sconosciuto ai più, ma per noi che l'abbiamo visto un buon intrattenimento, e anche qualcos'altro ;)

    RispondiElimina

Posta un commento

Quando commentate ricordate che si sta pur sempre parlando di opinioni, quindi siate educati. Apprezzo sempre una punta di sarcasmo, sarò il primo a tentare di rispondervi a tono.

Non sono in cerca di prestiti ultravantaggiosi, ma sono ben disposto verso le donazioni spontanee!

Post popolari in questo blog

CHI BEN COMINCIA... #9 - Blindspot

xXx - Il ritorno di Xander Cage di D. J. Caruso (2017)

Spring Breakers - Una vacanza da sballo