Destinazione... Terra! di Jack Arnold (1953)



USA 1953
Titolo Originale: It Came from Outer Space
Regia: Jack Arnold
Sceneggiatura: Harry Essex
Durata: 81 minuti
Genere: Fantascienza


Inutile girarci troppo intorno, a volte, per quanto riguarda le visioni di film, ci affidiamo a mezzi non proprio convenzionali, solo che è meglio non dirlo troppo ad alta voce, ecco. Ammetto che la cosa capiti anche a me, anche solo per vedere quali sono i film che vengono messi a disposizione e, soprattutto in questo ultimo periodo, devo dire che uno di questi mezzi, quello più famoso di tutti, ha pubblicato diversi film del passato, tutti con quelle tipiche locandine dai colori accesi ed i titoli italiani che sembra che ti urlino "GUARDAMI SUBITO!". Attirato da una di queste locandine e dal titolo, mi sono imbattuto in "Destinazione... Terra!", film in bianco e nero del 1953 diretto da Jack Arnold, regista che tra il 1950 e il 1964 ha diretto una ventina di film, per poi fermarsi nel 1977 dopo poche esperienze televisive. Famoso per i suoi film di fantascienza, questo il suo primo, scorrendo i titoli da lui diretti noto la presenza di molti titoli che conosco per nome, che non ho mai visto e che un giorno potrei pensare di recuperare, è a lui ad esempio che dobbiamo "Il mostro della laguna nera" - questo l'unico che ho visto -, uno dei film horror di fantascienza più citati al mondo, e anche "Radiazioni BX: Distruzione uomo", che invece ho solamente sentito nominare. Protagonista del film è Richard Carlson, che interpreta il personaggio di John Putnam, con Barbara Rush che interpreta l'amante Ellen Fields.
Mentre John Putnam, astronomo dilettante, e la sua fidanzata Ellen stanno per scambiarsi un bacio, un meteorite infuocato cade sulla Terra nei pressi della cittadina di Sand Rock. I due accorrono subito nel luogo in cui il meteorite è caduto, nei pressi di una miniere, scoprendo subito che si tratta in realtà di una navicella spaziale di forma esagonale, che viene però presto nascosta da una frana, che si scatena nella zona circostante. Quando, scampati al pericolo, John racconterà ciò che ha visto, nessuno gli crederà, ma, misteriosamente, diverse persone cominceranno a scomparire nei giorni successivi alla scoperta della navicella, i pochi che ricompaiono nei giorni successivi mostrano un comportamento piuttosto bizzarro e meccanico che metterà in allerta lo sceriffo della città.
Partiamo subito da un presupposto che probabilmente non mi ha permesso di guardare il film con gli occhi giusti, per quanto lo abbia apprezzato sia a livello tematico sia a livello visivo: non è un film del mio tempo e con certi tipi di pellicole, soprattutto per quanto riguarda la gestione del ritmo narrativo, ammetto di avere delle difficoltà, dovute sicuramente ad un problema mio nell'affrontare un modo abbastanza diverso di fare cinema. Tralasciando i miei problemi nell'affrontare i ritmi di un film degli anni cinquanta, sotto tutti gli altri punti di vista il film è secondo me ottimo, meritatamente tra i cult del genere di fantascienza e che sicuramente ho fatto bene a recuperare grazie ad una locandina e ad un titolo che mi hanno attratto sin dal primo momento. Innanzitutto dal punto di vista tecnico sono rimasto molto affascinato dalla fotografia e da alcuni effetti speciali, rudimentali, ma efficaci nella caduta dell'astronave, assolutamente lodevoli nella scena della frana, che mi è sembrata molto vicina al realismo per come è stata realizzata. Sono poi secondo me particolarmente azzeccate tutte quelle inquadrature in soggettiva viste dalla visuale degli alieni quando stanno per attaccare un essere umano - poi torneremo sulle motivazioni, forse la parte più interessante del film in assoluto - che rende il tutto abbastanza inquietante, ma anche affascinante.
Ad essere però ancora più azzeccato, soprattutto considerando l'epoca in cui il film è stato girato, è proprio il motivo per cui gli alieni sono atterrati sul nostro pianeta. Di certo non erano in cerca di forme di vita intelligenti da conquistare, qui non ce ne sono - e mi ci metto di mezzo anche io - ma si sono stabiliti nella città di Sand Rock semplicemente per riparare un guasto alla navicella e poi ripartire. Peccato che, una volta scoperti, per timore di essere temuti dagli umani e di essere in qualche modo isolati, si sono serviti di loro assumendo le loro sembianze per passare sotto traccia. Ma ehi, siamo nel 1953, con tanto di segregazione razziale in corso negli Stati Uniti, e il buon Jack Arnold dirige un film sul razzismo in cui al posto dei """negggri""" - l'ho messo con tre g e tante virgolette così capite il sarcasmo - ci sono gli alieni e la popolazione del paese natale di Jack Arnold, ma anche quella di molti altri paesi, ancora oggi fa abbastanza fatica a comprenderne il messaggio, nonostante le cose, c'è da ammetterlo, siano comunque migliorate? Ehi, io ve l'avevo detto che gli alieni del film non erano mica venuti per cercare forme di vita intelligenti... da quel punto di vista non avrebbero avuto speranza!

Commenti

  1. Mamma mia quanto voglio bene a Jack Arnold, autore di alcune pietre miliari come questa che non mi stancheranno mai, mi è venuto il sorrisone solo a leggere il tuo film di oggi dall’anteprima (storia vera). Cheers!

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