Ju-on: Rancore di Takashi Shimizu (2002)



Giappone 2002
Titolo Originale: 呪怨 (Ju-on)
Sceneggiatura: Takashi Shimizu
Durata: 92 minuti
Genere: Horror


Procede a gonfie vele il recupero dei film della saga di "The Grudge", sia gli originali giapponesi, sia i remake americani e con questo terzo capitolo, il primo distribuito nei cinema, si passa a dover affrontare in maniera definitiva quello che è stato il mio vero e proprio trauma adolescenziale. Perchè è stato proprio con questo film che io sono entrato per la prima volta in contatto con gli originali giapponesi della saga - avevo già visto i remake - e una scena in particolare di questo film aveva fatto parte dei miei incubi e dei miei pensieri prima di andare a dormire per qualche giorno dopo la visione, avvenuta con degli amici che frequentavo all'epoca dopo aver noleggiato il DVD in biblioteca. Ancora una volta abbiamo Takashi Shimizu alla regia, dopo il successo di "Ju-on", film realizzato per la televisione, e dopo lo stanco "Ju-on 2" che si limitava a riproporre ben mezz'ora del film precedente e capitoli apparentemente slegati tra di loro e realizzati in maniera sbrigativa con un risultato finale non certo soddisfacente, così come, oltre al regista, viene sempre chiamata in causa Takako Fuji per interpretare il demone Kayako, così come Yūya Ozeki per interpretare il figlio Toshio.
Anche questo terzo episodio della saga è diviso in capitoli, ognuno dedicato ad un diverso personaggio, la storia principale che collega tutti i capitoli è legata però al personaggio di Rika, interpretata da Megumi Okina, una specie di assistente sociale che viene incaricata di recarsi nella casa di Tokunaga Sachie, un'anziana signora che da qualche giorno vive in condizioni disastrose, ha la casa completamente in disordine, ma soprattutto, appare in uno stato catatonico da cui non riesce a riprendersi. All'interno della casa scoprirà anche la presenza di un bambino, dopo aver sentito dei rumori in soffitta, che affermerà di chiamarsi Toshio - il figlio di Kayako - ma farà anche esperienza della presenza dello spirito di Kayako, vedendolo sovrastare l'anziana signora, uccidendola. Attraverso gli altri capitoli della storia, che non sono riportati in ordine cronologico, vediamo come la signora sia finita a vivere nella casa in quelle condizioni e vedremo, successivamente, le conseguenze che la visione dello spirito di Kayako ha avuto su Rika.
Dopo aver visto i primi capitoli della saga e anche quello successivo - di cui penso vi parlerò la prossima settimana - posso dire che non è solo l'affetto che provo verso di esso a farmi pensare che sia senza ombra di dubbio il miglior capitolo della saga, forse oltre all'affetto potrebbe anche esserci una sorta di autolesionismo masochistico dato che ancora, dopo molti anni, avevo ben impressa nella mia mente quella scena che mi aveva turbato, ovvero quella in cui Rika è sdraiata sul letto e vede Toshio seduto ai suoi piedi e Kayako comparire da dietro la testata. Una scena che mi turbò proprio perchè io, da sempre tengo il letto leggermente staccato dal muro, in modo da poter pulire anche lo spazio tra il letto e il muro senza doverlo spostare, uno spazio in cui ci passo io, quindi mi immagino quanta poca fatica possa fare lo spirito di una magrissima donna giapponese a passare dietro al mio letto e a mostrarsi nella stessa maniera. Devo ammettere che quella scena non mi ha fatto lo stesso effetto, perchè la stavo rivedendo, però sicuramente "Ju-on: Rancore" è quello in cui i vari capitoli della storia si collegano bene e in cui si ha il maggiore stato di ansia nei primi tre capitoli, con il ritmo della narrazione che viene tenuto costante e sempre con la filosofia tutta asiatica di mostrare il meno possibile l'elemento che dovrebbe fare paura. Il segno che comunque la produzione stesse già cominciando ad occidentalizzarsi arriva dalla presenza di qualche jump-scare, comunque sempre ben contestualizzato all'interno della vicenda.
Con "Ju-on: Rancore" ho dovuto riaffrontare un mio trauma adolescenziale e il risultato è stato certamente diverso rispetto a una quindicina di anni fa, rimane comunque un film in grado di creare la giusta dose di ansia e di paura, tanto da essere, forse, il capitolo della saga più conosciuto qui in occidente, proprio per il fatto di essere stato il primo ad essere mandato nei cinema, anche se nel nostro paese è arrivato direttamente in home video. Con il quarto e ultimo capitolo della saga giapponese le cose cambieranno e vedremo quali saranno gli stratagemmi utilizzati da Takashi Shimizu per mettere paura nei suoi spettatori.

Commenti

  1. Credo di non aver mai provato così tanto terrore davanti allo schermo di un televisore. E non mi riferisco solo ai jump-scare, quanto ai brividi di freddo lungo la schiena, fissi per un'ora e mezza. Questo capitolo è senz'altro tra tutti il migliore (e il successivo segue a ruota).
    Immagino tu sappia che esistono due cortometraggi datati 1998 (quindi antecedenti ai prodotti televisivi) che rappresentano un po' le prove generali di Ju-On. Si intitolano "Katasumi" e "4444444444" (li trovi entrambi su youtube)...

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