Ghost Town di David Koepp (2008)



USA 2008
Titolo Originale: Ghost Town
Regia: David Koepp
Sceneggiatura: David Koepp, John Kamps
Durata: 102 minuti
Genere: Commedia


Tra le mie più grandi passioni non si può dire che ci sia la stand-up comedy: guardo qualche spettacolo, ogni tanto, ma ho bisogno di prendere questo genere di comicità a dosi abbastanza piccole, non tanto perchè faccia fatica a sopportarlo, ma semplicemente perchè non è il mio genere di comicità preferito, per dire, se devo guardare uno spettacolo teatrale comico preferisco di gran lunga degli sketch un po' come fanno Aldo, Giovanni e Giacomo, piuttosto che guardare un tizio che fa battute parlando a ruota libera. Proprio per questo motivo ammetto candidamente che Ricky Gervais, il protagonista del film di cui vi parlerò oggi, non lo conosco particolarmente bene, se non per qualche apparizione in qualche film e quindi, di conseguenza, non conosco bene il suo tipo di comicità. Questo mi porta a non sapere se questo film abbia snaturato o meno l'attore e la cosa a dirla tutta non mi interessa neanche. Regista del film è David Koepp, più conosciuto per i suoi lavori come sceneggiatore, tra cui va segnalato il primo "Jurassic Park", e con una esperienza dietro la macchina da presa ben più ristretta nella quale mi salta all'occhio subito quel disastro di "Mortdecai". Oltre a Ricky Gervais, principalmente noto per il suo lavoro come stand-up comedian ma con qualche film all'attivo, nel cast di "Ghost Town" abbiamo anche Greg Kinnear, il tipico attore che è impossibile non aver visto, ma lo si è visto in talmente tanti film che è praticamente impossibile ricordarsene uno in particolare, mentre la protagonista femminile è interpretata da Tea Leoni, che personalmente non conoscevo, ma che ho letto aver partecipato a "Bad Boys" e al bruttino "Jurassic Park III".
Bertram Pincus è un dentista particolarmente scontroso e misantropo, sempre con la battuta pronta verso le persone che lo circondano. In seguito ad una colonscopia, eseguita in anestesia totale perchè intimorito dall'intervento, durante la quale per un errore dei medici morirà per sette minuti, egli acquisirà la capacità di vedere e parlare con la gente scema i fantasmi, che iniziano a rivolgersi a lui per poter portare a termine delle cose lasciate in sospeso in vita e che li tengono ancora molto legati alla vita terrena, non permettendo loro di passare dall'altra parte. Tra i fantasmi che parlano con lui c'è anche quello di Frank, morto in un incidente stradale nella prima scena del film, che chiede a Pincus di stringere amicizia con la moglie Gwen, cercando di impedirgli di sposare l'avvocato Richard, che secondo Frank vorrebbe sposarla solamente per poter accedere al patrimonio da lui lasciato in seguito alla sua morte. Una volta conosciuta Gwen, Pincus inizierà a cambiare il suo modo di vedere i rapporti con le altre persone, innamorandosene e cercando di conquistarla.
"Ghost Town", va subito detto, non è uno di quei film che scatena in me delle riflessioni particolari sulla vita, sulla morte e sull'esistenza - chi siamo? dove andiamo? da dove veniamo? -, vorrebbe esserlo probabilmente, ma in me non ha scaturito questo effetto. Ci troviamo davanti ad uno di quei film che al presidente dell'associazione di cineforum di cui faccio parte piace chiamare feelgood movies, quei film che al termine della visione ti fanno stare bene e, da questo punto di vista, devo dire che il film si è rivelato mediamente efficace. Le sensazioni che ho avuto durante la visione sono un po' quelle che prova il protagonista Pincus nel corso di tutta la pellicola, parte come uomo scontroso con la battuta sempre pronta e che odia tutte le altre persone, ma poi, quando conosce la persona giusta, inizia a ricredersi sui suoi comportamenti, mi è sembrato, durante la visione, di vedere un po' il contrasto tra la persona che mi atteggio essere - sono anche io uno che se c'è da dire qualcosa di cattivo su qualcuno non si tira certo indietro, anche se in maniera gratuita - e quella che realmente sono, con la maggior parte delle persone con cui condivido il mio tempo e la mia esistenza. Diciamo che Pincus con Gwen trova la persona giusta per cambiare e vivere più pienamente, io un po' sono già così, mi manca solo la persona giusta con cui diventare un vero e proprio agnellino.
Per il resto seriamente, questo film non ha poi molto da dire: dal punto di vista tecnico siamo davanti alla tipica regia da mestierante, senza infamia e senza lode e con praticamente zero guizzi dal punto di vista visivo, dal punto di vista recitativo le interpretazioni sono convincenti, non eccelse, ma mi sarei aspettato un po' di più dal punto di vista della cattiveria delle battute. Certo, ci sono alcuni dialoghi decisamente divertenti, ma da un comico come Ricky Gervais mi sarei aspettato molto meno ritegno e un po' più di spinta verso il black humour, cosa che invece non ho trovato in questo film che comunque è riuscito nel suo intento di farmi sentire leggermente meglio al termine della visione, anche senza strafare particolarmente.

Commenti

  1. Ho conosciuto Gervais grazie a questo film, film che non è affatto così male, e Ricky comunque non è solo un comico, ma un buon attore e un gran uomo ;)

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