Buio di Emanuela Rossi (2019)

Italia 2019
Titolo Originale: Buio
Sceneggiatura: Emanuela Rossi
Durata: 98 minuti
Genere: Thriller, Drammatico


Nelle scorse settimane si è parlato a lungo sulla rete dell'uscita di "Buio", film che nel 2019 aveva ottenuto buonissime critiche al Festival del cinema di Roma e che sarebbe dovuto uscire nei cinema italiani proprio qualche settimana fa. L'uscita di "Buio" è però avvenuta su MyMovies, piattaforma nota ai cinefili di tutto il mondo, forse il più grande database cinematografico completamente italiano, che da qualche tempo offre anche l'opportunità di iscriversi ad una sala virtuale in cui vengono proiettati principalmente film d'essai o comunque con un bacino di pubblico abbastanza ristretto. Per "Buio" invece si è scelto di dare l'opportunità al pubblico di pagare all'incirca cinque euro per la visione in streaming e una parte del ricavato andrà alle sale cinematografiche che in questo periodo stanno inevitabilmente vivendo un periodo di crisi che probabilmente rimarrà tale anche quando, dal 15 Giugno, potranno riaprire, si spera anche con una proposta cinematografica interessante e con qualche film che sarebbe dovuto uscire in questo periodo, ma che non è stato mandato neanche in streaming - penso ad esempio al film di Carlo Verdone, che devo dire mi incuriosiva parecchio. Regista del film è Emanuela Rossi, carriera d'attrice principalmente a livello televisivo, ma anche doppiatrice, al suo primo film come regista. Sono praticamente solo quattro i personaggi più importanti del cast, tra cui abbiamo come protagonista Denise Tantucci, attrice ventiduenne che si è fatta conoscere per il ruolo di uno dei personaggi più odiosi della seconda stagione di "Braccialetti rossi", mentre ha anche partecipato al remake di "Ben-Hur" del 2016. Nel cast abbiamo anche Valerio Binasco, Gaia Bocci e Olimpia Tosatto.
Stella, Luce e Aria sono tre ragazze che vivono l'intera vita all'interno di una casa tenuta costantemente al buio dal loro padre, un uomo particolarmente duro e severo che passa buona parte della giornata fuori di casa e, quando rientra, porta del cibo che egli afferma i essersi dovuto procurare lottando contro altre persone. Infatti, fuori dalla casa in cui vivono le tre ragazze, c'è l'Apocalisse, le donne non possono uscire di casa perchè la luce del Sole le farebbe impazzire, mentre gli uomini, quelli che sono rimasti, devono uscire di casa per procurarsi il cibo.
C'è da dire, prima di approcciare alla visione di questo film, che secondo me è bene sapere il meno possibile prima di guardarlo, che poi è più o meno lo stesso motivo per cui sono stato particolarmente stringato nel riassumere la trama del film che già da ora, nonostante sia un film piuttosto imperfetto, vi consiglio assolutamente di vedere e ci sono ancora quattro o cinque giorni di tempo per farlo. Emanuela Rossi dirige un film in cui a livello tecnico è la fotografia a farla da padrone, sono proprio i giochi di luce e di buio cui bisogna particolarmente prestare attenzione. Abbiamo infatti una casa estremamente buia, con pochissima luce artificiale e rari casi nella prima parte in cui entra la luce naturale del Sole e lo fa in maniera quasi abbagliante, riuscendo a riprodurre quell'effetto di quando gli occhi si abituano talmente tanto al buio che la luce dà molto molto fastidio. Ed è proprio la vita che vivono le tre sorelle, il cui nome non è casuale, riprendendo quello di tre elementi naturali di cui la loro vita è privata per qualche motivo. Un altro elemento veramente interessante della prima parte del film è il rapporto che le tre hanno con il padre e con il fatto che la madre sia morta misteriosamente dopo essere voluta uscire di casa. Stella, la maggiore, è quella più diffidente e che coglie maggiormente l'ambiguità sessuale del padre, tanto da voler proteggere Luce nel momento in cui ha le prime mestruazioni della sua vita, perchè pensa che il padre possa fare alla sorella ciò che molto probabilmente - non ne avremo mai la conferma, ma appare chiaro dalla narrazione - è stato fatto a lei. Aria invece, nonostante l'età - attorno ai tre o quattro anni mi pare di aver capito - non ha ancora imparato a parlare. Le tre vivono con un padre che è talmente oppressivo da far pensare praticamente da subito che molto probabilmente l'Apocalisse che c'è fuori dalla loro casa non sia proprio reale, ma a mettermi il dubbio durante la visione - e poi non vi dico come andrà a finire sennò troppo spoiler - ci hanno pensato il recente "The Nest - Il nido", ma soprattutto "10 Cloverfield Lane", che per tutto il tempo lasciava intendere che la fine del mondo fosse un'invenzione dell'aguzzino per poi rivelarsi in un finale shock. Mi è piaciuto poi in maniera particolare il modo in cui le tre ragazze, mentre il padre è assente, cerchino in tutti i modi di inventarsi una realtà in cui vivere, fatta di studio autonomo, di giornate passate in bikini in una spiaggia immaginaria mangiando e bevendo cose immaginarie, insomma, è un po' il film simbolo di questa quarantena, in cui grazie alla tecnologia un po' tutti hanno cercato di ricreare la realtà a cui erano abituati.
Della seconda parte del film preferisco parlarne il meno possibile, un po' perchè secondo me è stata proprio la prima metà a rivelarsi veramente interessante, mentre la seconda perde leggermente il suo fascino, un po' perchè vorrei evitare di rovinare il film a chi mi legge. Sembra da come ho parlato però di trovarci davanti ad un film perfetto, ma non è così, "Buio" ha i suoi colpi ed è costruito in maniera estremamente affascinante, non si può negare, però ad esempio il passaggio dalla prima alla seconda parte mi è parso un po' tirato, mentre non mi ha particolarmente convinto tutta la parte dedicata ai flashback che vive Stella riguardo al rapporto con la madre, che fino alla fine del film rimane abbastanza fumoso, così come non ho ben capito quale fosse il valore aggiunto della divisione della storia in capitoli, anche se questo mi sembra un po' un peccato veniale. Insomma, il mio consiglio, come avrete potuto capire, è quello di dare seriamente un'opportunità a questo "Buio", non dico il più bello, ma forse uno dei più interessanti a livello narrativo visti nel corso di questi due mesi di quarantena forzata.

Voto: 7

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