Rambo di Ted Kotcheff (1982)


USA 1982
Titolo Originale: First Blood
Regia: Ted Kotcheff
Sceneggiatura: Michael Kozoll, William Sackheim, Sylvester Stallone
Durata: 93 minuti
Genere: Azione, Drammatico


Manca pochissimo all'uscita di "Rambo: Last Blood", film che dovrebbe chiudere definitivamente la saga di "Rambo" il cui protagonista assoluto negli anni è stato Sylvester Stallone che a più riprese ha preso in mano il personaggio creato dalla penna di David Morrell nel romanzo "Primo sangue" mettendoci del suo in più di un'occasione, riscrivendolo e dandogli ogni volta un nuovo ostacolo da affrontare - anche perchè nel romanzo di Morrell il protagonista muore, mentre lo stesso Stallone si battè per non far morire il suo personaggio al termine del primo film, poi il resto è storia. Forse sono un po' in ritardo sulla tabella di marcia, dato che solamente fra nove giorni uscirà l'ultimo film della saga al cinema, per questo motivo è giusto iniziare questo speciale il prima possibile, in modo da arrivare preparati alla visione. "Rambo", in originale "First Blood" proprio come il titolo del romanzo, è stato forse uno dei film dalla lavorazione più travagliata della storia del cinema, diverse sono state le scelte di registi cambiati più e più volte in corsa, così come per quanto riguarda l'attore protagonista. Una volta scelta poi la figura di Sylvester Stallone", che sei anni prima era diventato un'icona per l'interpretazione in "Rocky", l'attore ha cominciato a mettere un po' le cose in chiaro con la produzione, riscrivendo più volte lo script e cambiando spesso e volentieri le carte in tavola per quel che riguarda il personaggio che avrebbe dovuto interpretare.
John Rambo è un veterano della guerra del Vietnam facente parte delle Forze Speciali, insignito della Medal of Honor. Nel 1981, egli si trova a Hope, per andare a trovare uno dei suoi ex commilitoni, Delmar Berry, ma la madre di lui gli comunicherà che il ragazzo è morto di cancro a causa dell'esposizione all'Agente Arancio in Vietnam. Resosi conto di essere ormai rimasto l'ultimo membro del suo gruppo, cercherà di entrare nella cittadina di Hope, ma una volta lì verrà fermato da Will Teasle, sceriffo della città interpretato da Brian Dennehy che, volutamente, lo tratta come un vagabondo a causa dei suoi capelli lunghi e degli stracci che indossa come vestiti. Affamato e consapevole di essere vittima di un'ingiustizia, John Rambo tenterà di entrare nuovamente nella cittadina, ma verrà definitivamente arrestato per vagabondaggio. Portato in prigione, John Rambo, sotto la complicità dello sceriffo, subirà diverse angherie, che gli riporteranno alla mente il suo passato in Vietnam e le torture da lui subite, risvegliando il guerriero che c'è in lui: ribellatosi, Rambo riuscirà a fuggire rifugiandosi nei boschi e da lì partirà un lungo inseguimento che, complice anche la morte del poliziotto Arthur Galt, amico di Teasle, inizierà una caccia all'uomo di grandi proporzioni attraverso i boschi, in cui le forze di polizia non riusciranno a far fronte all'addestramento di Rambo e che assumerà presto le dimensioni di una lotta personale tra lo stesso John Rambo e Will Teasle. Per aiutare le forze di polizia e per far ragionare Rambo interverrà il colonnello Samuel Trautman, interpretato da Richard Crenna, che si era occupato del suo addestramento e che è stato mandato dall'esercito per fare in modo che le forze di polizia non soccombano.
Dei quattro film finora usciti della saga di "Rambo", l'unico che non ricordo affatto bene e ricordo non mi fosse piaciuto particolarmente è stato "Rambo III", mentre per quanto riguarda tutti gli altri conservo, grosso modo, un ricordo abbastanza positivo, mentre positivissimo era e così è rimasto al termine della visione per poter scrivere qualcosa di sensato su queste pagine quello che mi legava al primo film della saga: mentre infatti per quanto riguarda le pellicole successive stiamo parlando più che altro di un action in cui si fa della guerriglia il filo conduttore delle vicende e in cui il nostro protagonista è quasi un supereroe, qui siamo davanti ad un film che, dietro ad una scorza da film d'azione, nasconde un messaggio piuttosto serio sulla condizione dei reduci della guerra del Vietnam, a partire da coloro che, pur sopravvissuti, sono morti poco dopo per malattie causate dagli agenti chimici utilizzati, fino ad arrivare a come molti di essi venivano trattati una volta tornati in patria, con le persone che, non approvando quella guerra, non accoglievano i propri reduci come degli eroi, quanto più che altro come degli assassini. Tant'è che "Rambo", per quanto mi riguarda, è un film serissimo che parla in maniera non tanto pesante del disturbo post traumatico da stress e di come una persona perseguitata per dei motivi inspiegabili reagisca a questa condizione psicologica, isolandosi e combattendo per la sua libertà. Il finale poi, fortemente voluto da Sylvester Stallone, in cui al personaggio di John Rambo viene restituita in un colpo solo tutta la sua umanità racchiude in sè tutto ciò che il film vuole trasmettere, con alcune differenze rispetto al romanzo che comunque mantiene gli stessi intenti, ma con uno svolgimento a tratti abbastanza diverso. Dietro a tanta serietà però c'è anche la componente da film action che la fa da padrona: le varie trappole preparate nel bosco da John Rambo, le sparatorie, le frasi ad effetto - "Non sono qui per salvare lui da voi, ma per salvare voi da lui", oppure "Potevo ucciderli tutti, potevo uccidere anche te. In città sei tu la legge, qui sono io. Lascia perdere. Lasciami stare o scateno una guerra che non te la sogni neppure. Lasciami stare, lasciami stare." - e una tensione che cresce con il passare dei minuti contribuiscono a dare a "Rambo" un'aura di epicità che è rimasta intatta nel corso dei quasi quarant'anni passati dall'uscita della pellicola.
Avendo tempo fa letto anche il romanzo da cui il film è tratto, non posso non rimarcare alcune differenze, anche abbastanza importanti, con lo scritto di David Morrell: una di queste è un omissis del film, che non ci spiega bene per quale motivo Will Teasle abbia tanto risentimento per John Rambo. Egli è infatti un reduce della Guerra di Corea, insignito anch'egli della medaglia al valore, ma in seguito alla guerra del Vietnam la Guerra di Corea viene detta la guerra "dimenticata", in quanto quella del Vietnam ebbe molta più risonanza a livello mediatico, per tutte le conseguenze che si era portata dietro. Una motivazione che rende sicuramente più giustificato tanto odio da parte di Teasle, così come interessante è stata la volontà di Stallone di rendere il suo personaggio molto più umano rispetto a quello del romanzo: innanzitutto nella versione letteraria mi pare di ricordare che Rambo non avesse un nome proprio, mentre nel film il protagonista non uccide di suo pugno nessuno dei suoi nemici - mentre nel libro uccide Teasle venendo ucciso dal colonnello Trautman - e l'unica persona morta all'interno del film muore in seguito ad un incidente causato da un sasso lanciato contro l'elicottero su cui volava Arthur Galt.
Prepariamoci dunque, manca poco alla fine delle vicende che riguardano il personaggio di John Rambo, ma qui lo spettacolo è appena iniziato, con questo grande cult del cinema d'azione che si rivela essere un film molto più serio a livello di tematiche di quanto si possa pensare all'apparenza e che grazie al modo in cui il protagonista è stato ricostruito per il grande schermo, è riuscito a far diventare Stallone uno dei pochi attori a poter dire di aver interpretato, nella sua carriera, ben due vere e proprie icone del cinema d'azione come Rambo e Rocky.



In occasione dell'uscita dell'ultimo film della saga, hanno scritto meglio di me di questo film anche Cassidy del blog "La bara volante" - che è anche più avanti di me nello speciale a lui dedicato.

Commenti

  1. Stallone ha usato il cinema commerciale e di genere, per portare all’attenzione di tutti un argomento tabù, creando anche un’icona cinematografica che ancora oggi è amatissima, non proprio roba da poco ;-) Non vedo l’ora di leggere i suoi post su tutta la serie, nel frattempo chiedo a Lucius di aggiungerti al Blogtour a tema. Cheers!

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  2. E se l'icona fosse proprio Sylvester Stallone? Senza lui dopotutto né Rocky né Rambo esisterebbero ;)

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  3. Ciao, sappi che sei stato inserito d'ufficio nel "blogtour che non te lo sogni neppure", nato questo settembre 2019 in omaggio all'uscita del nuovo Rambo ^_^

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