Odio l'estate di Massimo Venier (2020)

Italia 2020
Titolo Originale: Odio l'estate
Sceneggiatura: Davide Lantieri, Michele Pellegrini, Massimo Venier
Durata: 110 minuti
Genere: Commedia


Nel momento in cui fu annunciato che Aldo, Giovanni e Giacomo avrebbero fatto un nuovo film rimasi abbastanza scettico, principalmente perchè scottato da "Fuga da Reuma Park", che sembrava quasi un vero e proprio vilipendio, piuttosto che una celebrazione dei venticinque anni di carriera del trio e il pensiero che uno dei miei gruppi comici preferiti in Italia, se non il mio preferito, potesse dare l'addio in questo modo mi turbava nel profondo. Tra l'altro i film precedenti non è che fossero poi eccezionali: "Il ricco, il povero e il maggiordomo" non mi è sembrato per nulla riuscito, ha dei momenti divertenti - continua a uccidermi dal ridere la scena in cui Aldo canta in arabo - ma per il resto si fonda troppo su una comicità non-sense che non si addice a loro, che hanno sempre interpretato se stessi nei loro film, stessa considerazione vale per "La banda dei Babbi Natale", mentre su "Il cosmo sul comò" preferisco non esprimermi, è agghiacciante. Insomma, l'idea che il trio potesse tornare ai fasti di un tempo, alla comicità che li aveva contraddistinti fino a "Tu la conosci Claudia?" non mi sarebbe dispiaciuta, ma sapevo in qualche modo che la cosa sarebbe stata impossibile. Ancora di più impossibile fare un film al livello di "Chiedimi se sono felice", per quanto mi riguarda la loro summa cinematografica, non un film che fa ridere a crepapelle, ma sicuramente il loro lavoro meglio riuscito. Eppure, negli scorsi giorni, poco prima dell'uscita del film nelle sale, già circolava qualche recensione che esaltava la buona riuscita di questa pellicola, tra l'altro diretta dallo stesso Massimo Venier - che nasce come collaboratore della Gialappa's Band - che li aveva accompagnati all'inizio della loro carriera nella regia dei loro film, fino a separarsi dopo "Tu la conosci Claudia?". Un reunion che, devo ammettere, mi faceva ben sperare, così come anche il trailer del film, che ho deciso di non guardare praticamente fino all'ultimo, mi aveva dato buone speranze, insomma, già dal trailer si capiva che in qualche modo il trio avrebbe puntato un po' anche sull'effetto nostalgia, dando però alla loro storia anche quel non so che di malinconico che aveva contraddistinto anche i loro primi tre film.
Aldo, Giovanni e Giacomo sono tre padri di famiglia con problemi familiari di diversa natura. Aldo si dimostra sin dall'inizio ipocondriaco, sempre a casa dal lavoro in malattia, è sposato con Carmen e ha tre figli, di cui il maggiore, Salvo, è finito a processo per aver rubato un motorino. Giovanni è proprietario di un negozio di calzature, sposato con Paola e ha una figlia di nome Alessia, entrambe stanche della sua estrema pignoleria. Giacomo è invece un dentista di successo, che ha da tempo messo da parte la moglie Barbara in favore del lavoro e ha un figlio, di cui non è il padre naturale, di nome Ludovico. Le tre famiglie, per un disguido con l'agenzia che ha affittato loro la casa vacanze, si ritroveranno a dover condividere lo stesso tetto per l'estate, cercando di mettere da parte i loro stili di vita diametralmente opposti.
Per quanto mi riguarda la domanda che ci si pone al termine della visione di questo film è solamente una: il trio è davvero tornato ai fasti di un tempo? Per quanto mi riguarda nemmeno lontanamente, si può però tranquillamente affermare che il loro modo di fare comicità e di stare assieme sia cambiato con il passare del tempo e questo film è un po' l'essenza del loro cambiamento. Innanzitutto rispetto agli ultimi tre film questo è oro o grasso che cola - dipende se preferite il paragone culinario o quello economico - ma non mi è sembrato quel miracolo che molte critiche negli scorsi giorni avevano descritto. Innanzitutto il film fatica decisamente a partire e la prima parte mette gli spettatori davanti ad una serie di situazioni che però non mi sono sembrate ben legate tra di loro, il fatto che ci si metta praticamente metà del film a presentare in maniera esaustiva tutti i personaggi è per me uno dei maggiori difetti di questo film. In secondo luogo nella narrazione viene messa decisamente troppa carne al fuoco, che in un film che dura un'ora e cinquanta - tra l'altro abbastanza lungo per i loro standard - non puoi sviluppare a dovere, tant'è che vi sono battute o situazioni solamente accennate che poi non troveranno uno sviluppo vero e proprio e forse anche il fatto di avere molti personaggi da portare davanti allo spettatore - le mogli e i figli dei protagonisti sono effettivamente molto importanti - forse ha contribuito a creare questa sensazione di incompletezza. Nella seconda parte però il film inizia a diventare un po' più solido e nel momento in cui i tre protagonisti iniziano a diventare amici si iniziano a vedere le cose migliori. In tutto questo buttiamoci ben due scene on the road - in cui Aldo, Giovanni e Giacomo" danno veramente il meglio - e un po' di citazionismo nostalgico dei vecchi film - vedi ad esempio il fatto che i tre percorrano in macchina la stessa strada prima di morire in "Così è la vita", con anche la stessa identica inquadratura, oppure il remake della partita a calcio in spiaggia di "Tre uomini e una gamba", con autocitazione telefonatissima e forse anche un po' messa lì perchè ce la dovevano mettere e non perchè avesse un senso particolare - che non guasta mai ed è proprio in questo frangente che vediamo i tre comici nella loro versione migliore da anni a questa parte. Ho apprezzato poi particolarmente il fatto che le tre mogli non siano personaggi totalmente piatti o spalle, ma personaggi importanti per la storia, che subiscono un'importante evoluzione personale. Nell'interpretazione poi mi sono piaciute molto tutte e tre, Maria Di Biase è fantastica e dal punto di vista comico è sicuramente la più importante delle tre, Carlotta Natoli e Lucia Mascino non vengono usate tanto per la comicità, ma risultano comunque importanti. Solamente accennata poi la storia che coinvolge Alessia e Salvo, rispettivamente interpretati da Sabrina Martina e da Davide Calgaro, ma, come detto, uno dei difetti del film è proprio il fatto di aver messo talmente tanta carne al fuoco che era impossibile sviluppare tutto quanto in solo un'ora e cinquanta. Mi sarei aspettato poi una minore presenza in scena di Michele Placido, che dimostra comunque di essersi molto divertito nel ruolo che gli è stato affidato, regalando sicuramente delle battute e dei momenti abbastanza divertenti.
Insomma, "Odio l'estate" potrebbe essere il film che segna la ritrovata chimica tra Aldo, Giovanni e Giacomo, una chimica comica e recitativa che la si vede al massimo del suo potenziale nel momento in cui i tre recitano tra di loro, evidenziando però un peggioramento per quanto riguarda l'interazione con gli altri personaggi. I loro tempi comici non sono sempre perfetti e la recitazione, quando i tre non sono assieme, risulta essere meno naturale, laddove era proprio la naturalezza dei primi tre film e il fatto che sembrasse che quasi non stessero recitando ad essere il vero punto di forza dei loro primi lavori, vedere Giovanni che scandisce le parole sillabandole tempo fa faceva ridere per quanto spontaneo, ora è diventata una forzata ripetizione di ciò a cui i fan si erano affezionati. Ho apprezzato invece la svolta malinconica che il film ha nella seconda parte, con i valori dell'amicizia e della famiglia che vengono messi al centro della vicenda e un riscatto personale di Aldo, nel finale, con cui è impossibile non emozionarsi, anche poi alla luce di una rivelazione che, a dire la verità, avevo intuito sin dalle prime scene. Aggiungo poi, un piccolo brivido nella scena iniziale: come tutti ormai saprete la scorsa settimana è morto Kobe Bryant e proprio nella scena iniziale vediamo Aldo che tira un tiro libero in un canestrino da appartamento, dimostrandosi appassionato di basket, per poi chiamare il cane per riportargli la palla. In quella scena, prima di capire il vero nome del cane, Bryan, ammetto di aver sentito Bryant e di essermi per un attimo sentito male, sarebbe, involontariamente, stato un ulteriore e perfetto tributo al grande giocatore che abbiamo avuto davanti negli ultimi vent'anni.
"Odio l'estate" non è dunque il film esaltante che molte critiche avevano dipinto negli scorsi giorni, ma permette comunque ad Aldo, Giovanni e Giacomo di tornare a fare quel cinema dell'amicizia un po' malinconico - molto di più dei loro primi film, ma sicuramente sarà anche un prodotto dell'età che avanza - che a me è sempre piaciuto tanto, ritornando a far ridere in maniera genuina e molto più efficace rispetto ai loro ultimi lavori.

Voto: 6,5

Commenti

  1. Non se ne esce da questa cosa di Kobe, ci siamo rimasti sotto in tanti, piuttosto malamente. Scusa per il commento che ha ben poco a vedere con il film, ma mi ha colpito subito. Cheers

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  2. Strano ma vero, non vedo l'ora di vederlo questa volta.

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