MOVIES FOR HALLOWEEN 2017 - It di Andrés Muschietti (2017)
Ed eccoci giunti, dopo le recensioni de "Il gioco di Gerald" e di "Jukai - La foresta dei suicidi" a quello che è a tutti gli effetti il main event di questa rassegna dedicata ad Halloween - ricordo ai rompicoglioni che "Halloween non è una festa, Satana è vicino, celebriamo solo ed esclusivamente Ognissanti" che qui non sono ben accetti e che il martello della censura potrebbe abbattersi su di loro -. Nel corso degli anni passati il main event era normalmente dedicato ad un classicissimo del genere come lo sono stati "Rosemary's Baby" o "L'esorcista", questa volta invece preferisco dedicarlo all'horror che ha incassato di più nella storia del cinema, nonchè all'horror di cui tutti - e quando dico tutti intendo che giusto in due o tre persone al mondo non lo hanno fatto - parlano.
Come ho già detto in moltissime occasioni, ma è sempre meglio ribadirlo che sulla rete non si sa mai, detesto Stephen King. Non che lo odi visceralmente, non sono uno di quelli che per dire che non gli piace un autore dice che è sopravvalutato o che secondo me non sa scrivere, semplicemente non mi piace, trovo che finire un suo libro sia un'impresa per me titanica - e non penso di avere sbagliato libri con cui cominciare, dato che sono quelli che tutti i fan di King consigliano - e non ho letto e non ho intenzione di farlo "It". Oltre a non aver letto il romanzo, che è il più famoso e a detta di molti una specie di summa stilistica dell'autore, non ho mai visto nemmeno la miniserie degli anni '90 con protagonista Tim Curry: molti dicono sia addirittura invecchiata parecchio male, non invogliandomi di certo a guardarla, tanto che quando sono tornato dal cinema e ho detto a mia mamma che, porco cazzo, questo "It" è davvero bello, lei mi ha chiesto se fosse meglio di quello degli anni '90, non capacitandosi del fatto che non l'avessi mai visto - sì, non sa tutto quello che guardo e che non guardo -.
Mi sono approcciato al film in questione, diventato fondamentalmente un caso mediatico di proporzioni gigantesche, come faccio bene o male con qualsiasi film horror: ho una curiosità atavica nel guardarli e le recensioni positive che arrivavano da oltreoceano e da persone state alle anteprime mi hanno fatto ben sperare. Stranamente rispetto al solito non c'era in me la sensazione che potessimo trovarci davanti al solito horror e per fortuna così non è stato. Con il film che si concentra sulla parte della storia in cui i protagonisti sono ancora bambini - sì, pur non avendo mai letto il romanzo so che si divide, non in maniera netta come faranno i due film, in una parte con i protagonisti giovani e in un'altra ambientata ventisette anni dopo -, spostata alla fine degli anni '80 invece che negli anni '50 per poi poter ambientare il secondo film ai giorni nostri, vi sono tutti gli elementi che fanno di "It" non solo un buon horror, ma soprattutto un buon film. La scelta di Andres Muschietti di spostare nel tempo la storia rispetto al romanzo originale poi paga soprattutto per quel che riguarda il modo di ritrarre una cultura molto più vicina alla nostra e ne risentono in positivo anche le scelte musicali e gli elementi della cultura pop che vengono sparsi qua e là all'interno del film. Lo spostamento d'epoca provoca poi anche un piacevole effetto "Stranger Things" con il quale il regista appare ben consapevole di poter in questo modo vincere abbastanza facile, che poi ci pensa anche la presenza di Finn Wolfhard nei panni di Richie ad amplificare questo effetto.
Come già detto qui e in altri lidi, "It" non è un semplice film horror su un pagliaccio assassino, ma è un film in grado di incastrare molto bene la componente horror e quella drammatica diventando una bellissima metafore sull'affrontare le proprie paure. I protagonisti, ancora bambini che si stanno avvicinando all'adolescenza, hanno tutti una propria peculiarità e il lavoro fatto da regista e sceneggiatori per caratterizzarli è ottimo, ma soprattutto hanno tutti una propria paura con cui Pennywise, interpretato da un perfetto Bill Skarsgård, sarà in grado di terrorizzarli. Il gruppo di protagonisti che si verrà a creare, ribattezzato I Perdenti, è un gruppo ben amalgamato del quale appare chiarissima l'incapacità di affrontare queste paure da soli, ma solo quando stanno insieme e fanno gruppo. Non so bene quanto sia vero il fatto che "It" funzioni meglio nella sua componente drammatica piuttosto che in quella horror, so semplicemente che entrambe le componenti mi sono sembrate gestite benissimo e in grado di mescolarsi: non è un caso che i migliori horror degli ultimi anni abbiano tutti una componente drammatica ben definita e in grado di farsi metafora sulla presenza di un mostro all'interno della pellicola.
In questo film viene fatto esattamente questo: la componente horror, che a me a tratti ha fatto abbastanza paura se devo essere sincero, motivo per cui penso che anche tale componente funzioni abbastanza bene, si fa metafora di una condizione sfavorevole in cui vivono i protagonisti, intrappolati in paure da affrontare e nella scoperta di un mondo, quello che li porterà nell'età adolescenziale e poi in quella adulta, che fa paura un po' a tutti i bambini del mondo.
Voto: 8
USA 2017
Titolo Originale: It
Regia: Andres Muschietti
Sceneggiatura: Chase Palmer, Cary Fukunaga, Gary Dauberman
Cast: Jaeden Lieberher, Bill Skarsgård, Wyatt Oleff, Jeremy Ray, Sophia Lillis, Finn Wolfhard, Jack Dylan Grazer, Chosen Jacobs, Jackson Robert Scott, Nicholas Hamilton, Owen Teague, Logan Thompson, Jake Sim, Javier Botet, Tatum Lee, Steven Williams, Stuart Hughes, Megan Charpentier, Stephen Bogaert, Joe Bostick
Durata: 135 minuti
Genere: Horror
Come ho già detto in moltissime occasioni, ma è sempre meglio ribadirlo che sulla rete non si sa mai, detesto Stephen King. Non che lo odi visceralmente, non sono uno di quelli che per dire che non gli piace un autore dice che è sopravvalutato o che secondo me non sa scrivere, semplicemente non mi piace, trovo che finire un suo libro sia un'impresa per me titanica - e non penso di avere sbagliato libri con cui cominciare, dato che sono quelli che tutti i fan di King consigliano - e non ho letto e non ho intenzione di farlo "It". Oltre a non aver letto il romanzo, che è il più famoso e a detta di molti una specie di summa stilistica dell'autore, non ho mai visto nemmeno la miniserie degli anni '90 con protagonista Tim Curry: molti dicono sia addirittura invecchiata parecchio male, non invogliandomi di certo a guardarla, tanto che quando sono tornato dal cinema e ho detto a mia mamma che, porco cazzo, questo "It" è davvero bello, lei mi ha chiesto se fosse meglio di quello degli anni '90, non capacitandosi del fatto che non l'avessi mai visto - sì, non sa tutto quello che guardo e che non guardo -.
Mi sono approcciato al film in questione, diventato fondamentalmente un caso mediatico di proporzioni gigantesche, come faccio bene o male con qualsiasi film horror: ho una curiosità atavica nel guardarli e le recensioni positive che arrivavano da oltreoceano e da persone state alle anteprime mi hanno fatto ben sperare. Stranamente rispetto al solito non c'era in me la sensazione che potessimo trovarci davanti al solito horror e per fortuna così non è stato. Con il film che si concentra sulla parte della storia in cui i protagonisti sono ancora bambini - sì, pur non avendo mai letto il romanzo so che si divide, non in maniera netta come faranno i due film, in una parte con i protagonisti giovani e in un'altra ambientata ventisette anni dopo -, spostata alla fine degli anni '80 invece che negli anni '50 per poi poter ambientare il secondo film ai giorni nostri, vi sono tutti gli elementi che fanno di "It" non solo un buon horror, ma soprattutto un buon film. La scelta di Andres Muschietti di spostare nel tempo la storia rispetto al romanzo originale poi paga soprattutto per quel che riguarda il modo di ritrarre una cultura molto più vicina alla nostra e ne risentono in positivo anche le scelte musicali e gli elementi della cultura pop che vengono sparsi qua e là all'interno del film. Lo spostamento d'epoca provoca poi anche un piacevole effetto "Stranger Things" con il quale il regista appare ben consapevole di poter in questo modo vincere abbastanza facile, che poi ci pensa anche la presenza di Finn Wolfhard nei panni di Richie ad amplificare questo effetto.
Come già detto qui e in altri lidi, "It" non è un semplice film horror su un pagliaccio assassino, ma è un film in grado di incastrare molto bene la componente horror e quella drammatica diventando una bellissima metafore sull'affrontare le proprie paure. I protagonisti, ancora bambini che si stanno avvicinando all'adolescenza, hanno tutti una propria peculiarità e il lavoro fatto da regista e sceneggiatori per caratterizzarli è ottimo, ma soprattutto hanno tutti una propria paura con cui Pennywise, interpretato da un perfetto Bill Skarsgård, sarà in grado di terrorizzarli. Il gruppo di protagonisti che si verrà a creare, ribattezzato I Perdenti, è un gruppo ben amalgamato del quale appare chiarissima l'incapacità di affrontare queste paure da soli, ma solo quando stanno insieme e fanno gruppo. Non so bene quanto sia vero il fatto che "It" funzioni meglio nella sua componente drammatica piuttosto che in quella horror, so semplicemente che entrambe le componenti mi sono sembrate gestite benissimo e in grado di mescolarsi: non è un caso che i migliori horror degli ultimi anni abbiano tutti una componente drammatica ben definita e in grado di farsi metafora sulla presenza di un mostro all'interno della pellicola.
In questo film viene fatto esattamente questo: la componente horror, che a me a tratti ha fatto abbastanza paura se devo essere sincero, motivo per cui penso che anche tale componente funzioni abbastanza bene, si fa metafora di una condizione sfavorevole in cui vivono i protagonisti, intrappolati in paure da affrontare e nella scoperta di un mondo, quello che li porterà nell'età adolescenziale e poi in quella adulta, che fa paura un po' a tutti i bambini del mondo.
Voto: 8
Anche io non sono certo un kinghiamo, ma dopo questa visione un po' di voglia di recuperare il romanzo originale m'è venuta.
RispondiEliminaNon lo farò, per non spoilerarmi la seconda parte, però in futuro chissà...
Riguardo al film siamo decisamente d'accordo. A sorpresa io, che in passato ero terrorizzato dai clown, l'ho trovato meno pauroso di te, ma comunque è di gran lunga l'horror migliore che vedo da... mesi, anni, forse decenni.
L'altro giorno sono andata in biblioteca svoltando direttamente verso la sezione King, da me perennemente evitata per anni e anni. Ora ho un'irresistibile curiosità: voglio recuperare il libro e le sue mille e passa pagine non mi fanno paura. Merito di un film sorprendente su cui qualche tempo fa non avrei scommesso nemmeno un cent. Merito di quella componente un po' teen, ricca di emozioni e timori affascinanti. Wow!
RispondiEliminaUn saluto,
Fede.