Il mistero della mummia di Michael Carreras (1964)


Gran Bretagna 1964
Titolo Originale: The Curse of the Mummy's Tomb
Regia: Michael Carreras
Sceneggiatura: Henry Younger (nome d'arte da sceneggiatore di Michael Carreras
Cast: Terence Morgan, Ronald Howard, Fred Clark, Jeanne Roland, George Pastell, Jack Gwillim, John Paul, Dickie Owen, Jill Mai Meredith, Michael Ripper, Harold Goodwin, Jimmy Gardner, Vernon Smythe, Marianne Stone, Ray Austin
Durata: 76 minuti
Genere: Horror


Prosegue lento pede, ma con una certa costanza, la rubrica dedicata alle serie della Hammer Film Productions e, dopo aver parlato de "La rivolta di Frankenstein", terzo capitolo della serie che porta il nome del suo protagonista, è ora tempo di parlare de "Il mistero della mummia", secondo capitolo della serie de "La mummia" e secondo film da quando iniziò la produzione di queste serie a non essere diretto da Terence Fisher. Siamo inoltre davanti alla prima pellicola delle serie Hammer in cui non compare Peter Cushing, fino ad allora spremuto letteralmente come un limone e presente in tutti i film prodotti dal 1957. "Il mistero della mummia" viene affidato alla regia di Michael Carreras, al suo secondo film all'attivo dopo aver girato due anni prima "I fuorilegge della valle solitaria", e che vedremo sempre in questo speciale alle prese con "Exorcismus - Cleo la dea dell'amore", quarto ed ultimo film della serie de "La mummia". Protagonisti della vicenda sono Terence Morgan, Ronald Howard e Jeanne Roland, in un secondo film che grossomodo segue lo stesso schema che era stato seguito in "La mummia", che già di suo era un film abbastanza sfigatello, ma comunque interessante, mentre questo sembra quasi essere un remake con diversi protagonisti e diversi personaggi, la cui sostanza è praticamente la stessa tranne per un dettaglio che effettivamente mi ha sorpreso.
Siamo in Egitto, nel 1900: i tre archeologi John Bray, Giles Dalrymple e il professore francese Eugene Dubois, interpretato dal non accreditato Bernard Rebel, che morì tre settimane prima della premiere in Gran Bretagna, scoprono una mummia, assistiti dalla figlia del professor Dubois e dalla fidanzata di John, Annette, anche loro archeologhe ed egittologhe. Il reperto viene portato a Londra e l'americano Alexander King, interpretato da Fred Clark, decide di esibire la scoperta degli scienziati, narrando a tutti di una maledizione che la stessa mummia si porta dietro. Presto la mummia comincia ad uccidere i vari partecipanti alla spedizione, rendendo in qualche modo reale la maledizione di cui si parlava, mentre si scopre che Adam Beauchamp, appassionato d'arte incontrato dai membri della spedizione mentre erano di ritorno in Inghilterra, custodisce un importantissimo segreto.
Arrivati al secondo film della serie de "La mummia", ancora ritengo che questa sia un po' la meno interessante delle tre che sto affrontando, quella un po' più sfigata e sicuramente quella di cui ci si ricorda di meno ai giorni nostri, forse proprio perchè la stessa Hammer non è riuscita ad investirci i giusti mezzi e a far trasparire al pubblico la giusta passione verso il prodotto. Il risultato è un film che, a parte un colpo di scena finale persino un po' telefonato, segue in tutto e per tutto lo schema della pellicola precedente, con attori diversi, con meno carisma e presenza scenica rispetto a Peter Cushing, e personaggi diversi, ma la sostanza di fondo rimane praticamente la stessa, con tanto di scena di rievocazione storica riguardo alle vicende che hanno dato vita alla maledizione della mummia portata a Londra che risultano essere, proprio come nel film precedente, le parti meglio girate e cinematograficamente più interessanti. Abbiamo ormai capito qual è lo stile registico e narrativo della Hammer: film a basso costo, prodotti tipo catena di montaggio, che non si perdono nel creare trame intricate e cervellotiche, ma vanno dritte al punto. La sensazione qui però è che si sia voluto riprodurre il film precedente, senza una particolare inventiva e con una sola variante a dare un minimo di interesse alla vicenda.
Rimane dunque la sensazione avuta con la visione del primo film di questa serie, ovvero quella di trovarci davanti ad un prodotto minore che, per vari motivi, tra cui forse anche il fatto che la Hammer non vi abbia investito più di tanto a livelli di impegno, impallidisce di fronte ai film delle serie di "Frankenstein" e di "Dracula", entrate nella storia per le interpretazioni straordinarie dei rispettivi protagonisti. Nei film de "La mummia" manca un'icona che la si possa identificare con la stessa serie di film, forse è proprio questo il problema di fondo.

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