La bambola assassina di Tom Holland (1988)


USA 1988
Titolo Originale: Child's Play
Regia: Tom Holland
Sceneggiatura: Don Mancini
Durata: 87 minuti
Genere: Horror

Ad Hollywood i reboot piacciono un sacco. Il pubblico invece, spesso e volentieri, li critica a prescindere, ma poi, vuoi per curiosità o vuoi perchè comunque si è fan del film che viene rebootato, al cinema ci va lo stesso. É proprio di un paio di settimane fa l'uscita nei cinema italiani de "La bambola assassina" - che sono già andato a vedere ovviamente - e quale migliore occasione per rispolverare anche i sette film della saga che lo hanno preceduto per uno dei miei ormai proverbiali speciali di casa? Ricordo tra l'altro che circa cinque anni fa avevo scritto la recensione dei primi tre film della saga de "La bambola assassina", ma anche in questo caso le recensioni scritte subiranno un reboot, vuoi perchè preferisco fare uno speciale completo, vuoi perchè rispetto a cinque anni fa scrivo in un modo abbastanza diverso e rileggere le recensioni vecchissime mi fa sentire un vero e proprio idiota. Quindi, con oggi, comincia un nuovo speciale, che si accoderà a quello della Hammer Film Productions che sta giungendo a conclusione e probabilmente si intersecherà con un altro speciale che ho in mente per i prossimi mesi - se pensate ad un film importantissimo che dovrebbe uscire intorno a Settembre/Ottobre non vi sarà difficile immaginare quale sarà. Si parte dunque con "La bambola assassina", il film del 1988 diretto da Tom Holland - che non è l'attore che interpreta Spider-Man nel Marvel Cinematic Universe - con protagonisti Alex Vincent, Brad Dourif, Catherine Hicks e Chris Sarandon, sceneggiato da Don Mancini, che sarà un po' la costante che terrà uniti i sette film che compongono la saga originale terminata ufficiosamente nel 2017, ma che non escludo che possa continuare come uno stream parallelo rispetto al film uscito quest'anno.
Lo spietato Charles Lee Ray, strangolatore e serial killer di Chicago, viene ucciso dal detective Mike Norris. Poco prima di morire, il killer, tramite un rito voodoo, riuscirà a trasferire la sua anima all'interno di un bambolotto della serie Tipo Bello - il nome italiano è forse una delle cose più horror dell'intero film. La mattina dopo la vicenda si sposta su Andy Barclay, un bambino che chiede alla madre Karen un bambolotto Tipo Bello per il suo sesto compleanno. Essendo in ristrettezze economiche, Karen riuscirà a comprare il bambolotto da un ambulante ad un prezzo ridotto, riuscendo a far contento il figlio. Presentatosi al bambino come Chucky, presto la bambola si rivelerà essere proprio quella in cui il famigerato serial killer aveva trasferito la sua anima, iniziando a mietere vittime e a compiere la sua vendetta, partendo proprio dalla baby-sitter di Andy, che cadrà dalla finestra del condominio dopo essere stata colpita con un martello.
Devo sin dall'inizio ammettere una cosa: non sono mai stato particolarmente legato alla saga de "La bambola assassina", tant'è che con le mie visioni mi sono fermato al terzo capitolo - che è senza ombra di dubbio, per quel che mi dice la mia memoria, quello che odio proprio - nonostante molti sostengano che il quarto sia uno dei migliori della saga in assoluto. "La bambola assassina" però, nonostante non lo ami come altri primi capitoli di altre saghe horror, mi fa sempre piacere vederlo e rivederlo, principalmente per il modo in cui viene costruita la vicenda dallo sceneggiatore Don Mancini e per il tono non molto horror e più da commedia che gli viene dato. Se, ad esempio, il declino del personaggio di Freddie Krueger è arrivato proprio quando da horror duro e puro, si è passati alla commedia splatter, il personaggio di Chucky è pensato per mettere in scena una dose estrema di humour nero, senza dimenticarci però che in fin dei conti stiamo guardando un film horror e un po' di ribrezzo nello spettatore lo devi mettere. Non mancano infatti battute da parte di Chucky o insulti alle sue vittime che mi hanno sempre fatto morire dal ridere e che, per quello che è il tono generale del film, funzionano da morire.
Un'altra cosa che ho sempre apprezzato di questo primo capitolo, morti ben congegnate e insulti divertentissimi a parte, è il modo, tra l'altro piuttosto classico, in cui viene costruita la trama e in cui vengono costruite le indagini sugli omicidi commessi da Chucky, con il solo Andy a sapere la verità che però, come è ovvio che sia, non viene mai creduto. Abbastanza assurdo è poi, a pensarci bene, il modo in cui una volta rivelato l'arcano al detective Mike Norris, questi non ci metta poi così tanto a credere alla versione del bambino: una volta collegati i primi omicidi commessi da Chucky - che era tra l'altro il soprannome del serial killer, ma non è che sia poi un soprannome così raro, almeno immagino - Mike comprende subito che in qualche modo Charles Lee Ray sia riuscito a vincere la morte e sia tornato per vendicarsi che, in un mondo realistico, sarebbe l'ultima cosa che penserebbe una persona normale, ma è perfettamente in linea con il tono di questo film, i cui bisogna un attimo sospendere l'incredulità su determinate scelte a livello sceneggiativo. É proprio per via di questi elementi che "La bambola assassina" è diventato un cult tra gli appassionati del genere horror e ora, dopo la nuova visione di questo primo capitolo, sono pronto a ricominciare la maratona che porterà al commento de "La bambola assassina" di Lars Klevberg, sul quale cercherò in tutti i modi di non sbilanciarmi.

Commenti

  1. Usiamo le nostre manine di plastica da bambolotti (assassini) per scambiarci un Bro-Fist, oggi siamo usciti “vestiti uguali” entrambi in salopette e maglia a righe ;-) aspettavo questa tua nuova rubrica perché Chucky è uno dei miei preferiti, e non potrei essere più d’accordo, è l’equilibrio la forza del film di Tom Holland, ha saputo gestire un soggetto di partenza folle (l’anima di un serial killer dentro una bambola) trasformandolo in uno slasher riuscito e coinvolgente, davvero un film di culto. Ora sono curioso del tuo parere sui vari seguiti. Cheers!

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  2. Horrorino molto carino. Curioso, in positivo, anche per il remake. :)

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  3. Un cult dell'epoca, aveva (e ha ancora) un suo perché, nonotante la sospensione dell'incredulità (che non è sempre un male, anzi...)

    Moz-

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