Let Her Out di Cody Calahan (2016)



Canada 2016
Titolo Originale: Let Her Out
Regia: Cody Calahan
Sceneggiatura: Cody Calahan
Durata: 89 minuti
Genere: Horror


Nel corso di questi ultimi anni la Midnight Factory, casa di distribuzione italiana specializzata in particolare in cinema horror e thriller, sta portando nel nostro paese una grande quantità di film, sia al cinema sia direttamente in home video, soprattutto per quanto riguarda quegli horror indipendenti che hanno avuto una scarsa distribuzione anche nel resto del mondo. Come al solito, quando la quantità è alta, è anche alto il rischio di trovare qualche sola, ma devo dire che raramente, per quanto riguarda i film che ho visto da parte di quella casa di distribuzione, mi sono trovato insoddisfatto. Ho deciso dunque, come consigliato sulla rete da vari youtuber che seguo, di guardare "Let Her Out", horror del 2016 distribuito proprio dalla Midnight Factory scritto e diretto da Cody Calahan, regista canadese conosciuto per un altro film distribuito dalla stessa casa di distribuzione, "Antisocial" - che prima o poi vorrò vedere, visti i vari buoni consigli che ne ho letto in giro. Protagonista assoluta della pellicola è Helen interpretata da Alanna LaVierge e il film si ispira ad una sindrome teorica di cui non avevo mai sentito parlare, quella del gemello scomparso, di cui soffrirebbero quegli individui che nell'utero materno avrebbero convissuto, anche solo per un breve periodo, con un gemello, poi morto o in qualche modo riassorbitosi o entrato a far parte del corpo della persona nata. Una sindrome della quale parrebbe non esserci nessuna evidenza scientifica e per la quale, se ne voleste sapere di più, Google potrebbe fare al caso vostro.
Dopo essere stata vittima di un grave incidente, Helen comincia ad avere grandi amnesie e allucinazioni e ad essere perseguitata da visioni di una persona, identica a lei, ma malvagia. Dopo una visita neurologica la ragazza scopre che tali visioni sono provocate da un tumore benigno al cervello, causato dalla presenza nel suo corpo di un residuo di un gemello morto nell'utero materno e poi assorbito dal suo corpo. Il periodo precedente all'asportazione del tumore dal suo cervello diventa però per lei un incubo in cui le amnesie e le visioni si intensificheranno in maniera sempre più terrificante, portandola anche ad avere problemi con la sua migliore amica Molly, interpretata da Nina Kiri.
Al termine della visione i miei sentimenti verso questa pellicola sono stati piuttosto contrastanti, anche se un senso di soddisfazione alla fine e di disturbo per tutta la durata del film mi hanno pervaso. La prima parte della pellicola devo dire che non mi ha convinto particolarmente: dopo aver visto l'incidente della protagonista veniamo subito catapultati in quello che è il problema creato da questo incidente, visioni che perseguitano la ragazza e un'atmosfera che non si discosta poi molto da quelle a cui purtroppo ci stanno abituando moltissimi horror moderni, con tutta una serie di jump-scare e di sussurri che altro non fanno che dare un po' di fastidio e nulla di più. Nella prima parte si vede un po' l'influenza degli horror giapponesi, però di quelli poi non così tanto riusciti. Nella seconda parte invece, più o meno da quando la protagonista scopre a cosa siano dovute queste visioni, il film si trasforma e sale abbastanza di livello, diventando un horror psicologico in cui la gemella scomparsa della protagonista comincia a prendere il sopravvento e a diventare come una sorta di seconda personalità e a volersi in qualche modo liberare anche di Molly, che le è sempre stata accanto. Arrivando ad un finale sconvolgente, con chiare influenze prese direttamente dal body horror di cui era maestro Cronenberg, il film alza man mano il livello della tensione, tenendo lo spettatore incollato allo schermo fino alla risoluzione finale della vicenda.
Film non riuscito completamente questo "Let Her Out", soprattutto per una prima parte per nulla convincente a cui succede una seconda decisamente migliore e più interessante, ma in grado di farsi ricordare e di sconvolgere i suoi spettatori, ma che comunque riesce a dimostrare come spesso e volentieri, con delle buone idee e non molti soldi, si possano fare dei film di qualità, anche se altrettante volte vengono un po' maltrattati dalla distribuzione internazionale. In patria il film è stato prodotto da Black Fawn Films, che in questi ultimi anni sta un po' seguendo quella che era la filosofia della Hammer - prometto che prima o poi terminerò il mio speciale, quando riuscirò a procurarmi i cinque film che mi mancano! -, producendo film con pochi soldi e qualche buona idea che, si spera, non cominceranno a riciclare all'infinito come fece all'epoca la nota casa di produzione britannica.

Voto: 6,5

Commenti

  1. Temevo uno di quei film in cui la locandina è più bella del film, invece resta un piccolo filmetto con le sue cosine al posto giusto, compreso un buon livello di splatter finale, mi è piaciuto ;-) Cheers

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