The ABCs of Death (2012)

Dopo un bel po' di tempo e di tentennamenti, non amando particolarmente l'idea dei film ad episodi, ho avuto modo di vedere grazie ad una serata film con amici "The ABCs of Death", raccolta di cortometraggi sulla morte realizzati da ventisei diversi registi, basati tutti su una lettera dell'alfabeto e presentati in ordine. Il titolo del cortometraggio viene svelato allo spettatore alla fine dello stesso, lasciando l'incognita fino alla fine e perchè no anche il divertimento di cercare di indovinare quale sia il tema di esso. Vista la natura del film, mi limiterò ad un breve commento su ognuno dei cortometraggi che lo compongono. Ovviamente per farlo dovrò prima dire il titolo, rovinandovi secondo me una delle componenti più divertenti e giocose dello stesso, quindi, se non vorrete proseguire per un'eventuale futura visione, siete giustificati!

Verranno segnati in verde i corti che mi sono piaciuti, in marrone quelli che non mi sono piaciuti e in nero quelli che mi hanno lasciato indifferente.


USA, Giappone, Nuova Zelanda, Spagna, Messico
Titolo Originale: The ABCs of Death
Durata: 124 minuti

A is for Apocalypse di Nacho Vigalondo: Mentre fuori dalla finestra di casa sta finendo il mondo, una donna cerca di sbarazzarsi il più in fretta possibile del marito moribondo. Inizio al fulmicotone, giusto per far capire gli intenti della pellicola ed introdurre lo spettatore a ciò che sta per vedere. Interpretazioni da parte degli attori un po' grottesche.

B is for Bigfoot di Adrian Garcia Bogliano: Quando una coppia viene interrotta dalla cugina di lui che non riesce a dormire, questa viene convinta ad andare a letto da una leggenda sul Bigfoot, che la ucciderà se non andrà subito a dormire. Buono il lavoro fatto dagli attori nel recitare la parte più horror del corto, bene anche il plot twist finale.

C is for Cycle di Ernesto Diaz Espinoza: Per scoprire da dove provenga un misterioso rumore, un uomo viene intrappolato in un giro ciclico di uccisioni. Sarebbe potuto essere uno sviluppo interessante, visto il paradosso fantascientifico in cui si viene a trovare l'uomo, ma la sensazione è che il corto non abbia le idee chiare su dove voglia andare a parare e il finale non è stato per nulla soddisfacente.

D is for Dogfight di Marcel Sarmiento: Un incontro di pugilato tra un uomo e un cane da combattimento. Dal punto di vista registico un corto interessantissimo, belli i rallenty con cui viene mostrata la lotta tra l'uomo e il cane, bello anche in questo caso il plot twist finale e anche la morale del corto appare ben chiara.

E is for Exterminate di Angela Bettis: Un ragno si vendica dell'uomo che ha tentato di ucciderlo. Mi immagino con questo film gli aracnofobici che cosa possano aver pensato. Idea innanzitutto davvero interessante e grottesca, anche se non ne sono rimasto particolarmente impressionato a livello visivo.

F is for Fart di Noboru Iguchi: Una studentessa giapponese si rifugia nel corpo della sua insegnante dopo che un misterioso gas sta distruggendo la Terra. Primo corto orientale del lotto ed è proprio dall'oriente che arriveranno i corti più divertenti dell'intero film. Umorismo nero a manetta in questo lavoro in cui, al centro di tutto, c'è una scorreggia... e no, non è un cinepanettone.

G is for Gravity di Andrew Traucki: Un uomo muore per annegamento mentre fa surf. Il mio unico commeto alla fine del corto è stato: "Non ho capito". La ripresa in soggettiva è fastidiosa, lo svolgimento non è per nulla accattivante.

H is for Hydro-Electric Diffusion di Thomas Malling: Un cane antropomorfo inglese viene sedotto e torturato da una ballerina volpe antropomorfa nazista. Idea veramente bella, così come credibili sono anche i due personaggi di questo corto dal sapore satirico: quando si scopre che la volpe è nazista, mentre il cane porta il simbolo del governo di Churchill, tutto prende forma e il finale è azzeccatissimo.

I is for Ingrown di Jorge Michel Grau: Monologo interiore di una donna che sta per essere uccisa dal marito. Sicuramente uno dei corti con il sottotesto più drammatico dell'intero lotto, creato più che altro per sconvolgere la mente dello spettatore e farlo in qualche modo riflettere. Con me, ci è riuscito.

J is for Jidai-geki di Yûdai Yamaguchi: Sul set di un film di samurai un uomo ha appena fatto harakiri, mentre attende di essere decapitato dal suo aiutante. Dall'oriente arrivano le cose migliori del lotto, l'ho già detto, e questo non è sicuramente da meno, perchè è veramente trash e divertentissimo.

K is for Klutz di Anders Morgenthaler: Una donna viene uccisa in un bagno pubblico dai propri escrementi. Stupido all'inverosimile e per me poco divertente. Bastava prendere e uscire dal bagno e tutto si sarebbe risolto.

L is for Libido di Timo Tjahjanto: Chi perde in uno strano contest sessuale viene ucciso. Questo è stato un corto particolarmente controverso per me: l'ho apprezzato quasi fino alla fine, grottesco, cattivo, inverosimile. Poi però hanno tirato fuori il bambino e lì un po' mi sono tirato indietro. Poi il finale si riprende un po' e alla fine, nel complesso, scena del bimbo a parte, il corto non mi è dispiaciuto.

M is for Miscarriage di Ti West: Una donna abortisce in un bagno. Uno dei corti meno significativi e che meno mi riesco a ricordare, non mi ha lasciato proprio nulla.

N is for Nuptials di Banjong Pisanthanakun: Un uomo regala alla fidanzata un pappagallo un po' troppo chiacchierone come dono di nozze. Per quanto la parlantina del pappagallo sia divertente, sin dall'inizio si intuiva dove sarebbe andato a parare il corto e alla fine l'ho trovato un po' banalotto.

O is for Orgasm di Bruno Forzani, Hélène Cattet: Il punto di vista di una coppia che ha un rapporto sessuale. Non ho capito in questo film dove sia la morte... quella degli spermatozoi?

P is for Pressure di Simon Rumley: Una prostituta decide di partecipare ad un film di crush fetish. Non succede nulla per tutto il corto, poi alla fine un gattino finisce con la testa schiacciata da una scarpa col tacco. Si poteva fare di più eh...

Q is for Quack di Adam Wingard, Simon Barrett: I due registi del film, non sapendo cosa fare con la lettera Q, decidono di mettere a video l'uccisione di un papero di nome Quack. Idea metacinematografica davvero geniale, tanto, come dicono gli stessi registi "degli animali non frega un cazzo a nessuno". Il finale però, è ancora più geniale dell'idea che sta alla base del corto.

R is for Removed di Srdjan Spasojevic La pelle di un uomo viene usata come pellicola per girare film. E dal regista di "A Serbian Film" cosa vi aspettavate se non una roba malatissima e raccapricciante?

S is for Speed di Jake West Due donne cercano di scappare da un uomo che dà loro la caccia. Bellissimo ed agghiacciante, una interessantissima metafora sulla dipendenza dalle droghe che riesce, nel giro di poco più di cinque minuti, a risultare efficacissima.

T is for Toilet di Lee Hardcastle Una coppia cerca di convincere il figlio che il W.C. non è cattivo. Realizzato interamente in stop-motion, confesso che avevo già visto questo corto su Youtube senza sapere che appartenesse a questo film. Divertente!

U is for Unearted di Ben Wheatley Un vampiro viene braccato da una folla inferocita. Realizzato interamente dal punto di vista della vittima, ho trovato questo corto poco efficace nonostante la buona idea di partenza.

V is for Vagitus di Kaare Andrews In una Vancouver del futuro, una donna è inseguita da un cyborg per aver dato alla luce un bambino senza il permesso governativo. In questo corto viene sapientemente mescolata la fantascienza con l'horror, risultando parecchio interessante.

W is for WTF! di Jon Schnepp Un'idea di partenza molto simile a quella della lettera Q, solo che nel film viene dopo e subito pensi "ma l'hanno già fatto quelli della Q il corto su loro che non sanno cosa fare". Poi però lo svolgimento è una sequela di cose completamente a caso, scene complottistiche, messaggi subliminali. Confesso di avere goduto e riso non poco.

X is for XXL di Xavier Gens Una donna sovrappeso decide di ricorrere al dimagrimento fai da te. Film disgustoso. Per come la protagonista muore e per ciò che la porta a morire in quel modo, soprattutto a causa delle persone che le stanno intorno.

Y is for Youngbuck di Jason Eisener Un bidello pedofilo insegna a un bambino la caccia al cervo. Ancora un film sulla pedofilia, ancora una volta si conclude con una punizione esemplare.

Z is for Zetsumetsu di Yoshihiro Nishimura Una serie di eventi astratti riguardanti la visione dell'Occidente dal punto di vista giapponese. Una serie di citazioni davvero interessanti, che chiudono il film nel migliore dei modi.

Commenti

  1. Pensa che invece C is for Cycle è stato uno dei miei preferiti assieme alla lettera U e al corto di Gens mentre invece con L is for Libido avevo provato tanto di quello schifo da aver quasi avuto voglia di fermarmi lì.
    Complimenti per lo stomaco con cui hai affrontato P is for Pressure: sinceramente io non avrei voluto "di più" visto che mi sono ritrovata a piangere come una stronza odiando il regista per una scelta simile.

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