Ant-Man and the Wasp di Peyton Reed (2018)
USA 2018
Titolo Originale: Ant-Man and the Wasp
Regia: Peyton Reed
Sceneggiatura: Chris McKenna, Erik Sommers, Andrew Barrer, Gabriel Ferrari, Paul Rudd
Cast: Paul Rudd, Evangeline Lilly, Michael Peña, Walton Goggins, Hannah John-Kamen, David Dastmalchian, Tip "T.I." Harris, Judy Greer, Bobby Cannavale, Randall Park, Abby Ryder Fortson, Michelle Pfeiffer, Laurence Fishburne, Michael Douglas
Durata: 118 minuti
Genere: Azione, Supereroi
Dopo il film evento dell'anno "Avengers: Infinity War", il Marvel Cinematic Universe si trova in una situazione per cui molti dei personaggi si sono dissolti in seguito al famoso schiocco di dita e quelli rimasti in vita dovranno, il prossimo anno e con l'aiuto anche di Ant-Man e di Captain Marvel, sconfiggere Thanos per riportare la pace nell'universo. Nel frattempo in tanti ci siamo chiesti come mai in "Avengers: Infinity War" il personaggio di Ant-Man non fosse presente: ecco che, per rispondere a questa domanda, arriva il cinecomic di Ferragosto, quello che ha portato via gli spettatori da "The End? L'Inferno fuori", quello in cui ancora una volta sarà Ant-Man a farla da padrone. Ecco che dunque vengono riarruolati per questo seguito, dopo l'interessante "Ant-Man", i soliti noti: Paul Rudd nel ruolo del protagonista, la magnifica Evangeline Lilly - responsabile del mio calo di diottrie quando a soli quattordici anni incominciai a guardare "Lost" - nel ruolo di Hope van Dyne, Michael Douglas che riprende il ruolo Hank Pym e Michael Peña nel ruolo di Luis, collega chiacchierone di Scott Lang. Vengono introdotti nel cast anche Michelle Pfeiffer nel ruolo di Janet van Dyne, madre di Hope e moglie di Hank Pym, Walton Goggins e Hannah John-Kamen. Alla regia, dopo aver ereditato il primo capitolo da Edgar Wright, ritorna Peyton Reed, che ben si era comportato con l'eredità del primo capitolo e qui aveva il dovere di confermarsi.
Il film si inserisce temporalmente tra gli eventi narrati in "Capitan America: Civil War" e "Avengers: Infinity War" e vediamo uno Scott Lang ancora agli arresti domiciliari, a pochi giorni dal rilascio da parte delle autorità. Mentre tenta di occupare le sue giornate che si dividono abilmente tra ore e ore di televisione, grandi dormite e sessioni di prove con la batteria elettronica, viene contattato telepaticamente da una donna, che si rivelerà poi essere Janet van Dyne, dispersa da più di vent'anni nel mondo quantico. Venuti a conoscenza della cosa, Hank Pym e Hope van Dyne, ora diventata a tutti gli effetti The Wasp, si serviranno dell'aiuto di Scott Lang per riportarla indietro dal mondo quantico. I loro piani però verranno continuamente rallentati dagli interventi di Sonny Burch, criminale locale con contatti nell'FBI interpretato da Walton Goggins, e da Ava o Ghost per chi preferisce chiamarla con il suo nome son i superpoteri, interpretata da Hanna John-Kamen, che farà di tutto per ottenere l'attenzione di Hank in modo da farla guarire da una mutazione genetica che la rende del tutto immateriale.
Idealmente distaccato dal Marvel Cinematic Universe, "Ant-Man and the Wasp" può essere considerato a tutti gli effetti un film standalone che funziona proprio perchè per una volta il supereroe in questione per una volta non deve salvare il mondo da una minaccia insostenibile, ma, per una volta, deve occuparsi di qualcosa di personale, tanto che forse non è Ant-Man il vero protagonista della vicenda, quanto più che altro l'accoppiata formata da Hope e Hank Pym. É presente il solito umorismo di casa Marvel che però da una parte non mi ha dato particolarmente fastidio come in "Thor: Ragnarok", forse proprio perchè questo tipo di umorismo è perfetto per un personaggio come Scott Lang, che, fondamentalmente, è un cazzone che con i poteri fornitigli da una tuta costruita da uno scienziato non è pronto per salvare il mondo, ma può anche, ogni tanto, occuparsi delle piccole cose. Certo è che dal punto di vista umoristico le idee sono un po' quelle utilizzate nel precedente film, però la cosa non mi è comunque dispiaciuta e la presenza di Luis come comic relief è ancora una volta risultata abbastanza esilarante. Nella maggior parte dei film del Marvel Cinematic Universe è il villain a essere il personaggio peggio sviluppato e quello su cui la casa cinematografica è particolarmente debole: qui addirittura il villain è assente giustificato, o meglio, colei che dovrebbe essere il villain della situazione - Ava o Ghost, come preferite - è mossa da una situazione personale che porta lo spettatore ad empatizzare per lei, insomma è a tutti gli effetti un personaggio che pretende attenzioni per risolvere una situazione particolarmente pesante. Lasciamo perdere il personaggio di Sonny Burch, un villain comico che, presente o no, non influenza per nulla lo svolgimento della vicenda.
Ancora una volta siamo davanti ad un film della Marvel in cui il regista non può e non vuole metterci del suo. Che poi proprio poco prima dell'uscita di questo film arrivava la notizia del licenziamento di James Gunn per "Guardiani della Galassia Vol. 3", in questo modo la Disney è riuscita a cacciare l'ultimo regista in grado di dare personalità ai suoi film, ora ha dalla sua solamente scimmie ammaestrate che obbediscono agli ordini. Nonostante questo ho trovato parecchio affascinanti tutte quelle scene ambientate nel mondo quantico e i combattimenti, con il continuo alternarsi di scena "in piccolo" con altre scene "in grande" è ben orchestrato e dà un ritmo forsennato alle scene d'azione. A fronte di una colonna sonora praticamente non pervenuta va segnalato il fatto che anche in questo film Michael Douglas ci crede davvero in quello che fa e recita mettendoci tutto se stesso nel suo personaggio. Ancora una volta Paul Rudd risulta ottimo nella parte di quello che ama cazzeggiare, mentre sono rimasto piacevolmente sorpreso da Evangeline Lilly, anche se le manca una scena in bikini con la quale mi aveva fatto innamorare in "Lost" - come ben sottolinea il buon Cassidy de "La Bara Volante" nella sua recensione, se Evangeline Lilly non si fa una doccia, tanto vale non prenderla proprio.
Differentemente da quanto avevo pronosticato prima della visione, ho trovato che "Ant-Man and the Wasp" fosse una buona storia standalone che mi ha divertito e coinvolto il giusto, senza farmi impazzire e strapparmi le vesti. Forse la dimensione giusta per il personaggio di Ant-Man, che altrimenti per chi non ha mai letto i fumetti non sarebbe particolarmente interessante, è proprio questa: piccoli divertissement che non esagerano e non si prendono sul serio, ma riescono comunque a coinvolgere lo spettatore.
Voto: 6,5
Nella blogosfera sono passate altre recensioni di questo film nel corso di questo mese passato dal giorno in cui è uscito nelle sale. Andate a dar loro un'occhiata!
La Bara Volante
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Il Bollalmanacco di cinema
Bisogna più che altro vedere come evolverà il Marvel Cinematic Universe dopo quel film da poco che uscirà l'anno prossimo. Alla fine Ant-Man è un personaggio che mi sta simpatico e sicuramente nel film di cui ancora non si sa il titolo sarà utilizzato. Anche se, come personaggio che sta da solo e si fa i cazzi suoi funziona abbastanza bene!
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