Dracula di Dario Argento (2012)


Italia, Francia, Spagna 2012
Titolo Originale: Dracula
Regia: Dario Argento
Sceneggiatura: Dario Argento, Enrique Cerezo, Stefano Piani, Antonio Tentori
Cast: Thomas Kretschmann, Asia Argento, Rutger Hauer, Unax Ugalde, Marta Gastini, Miriam Giovanelli, Giuseppe Loconsole, Augusto Zucchi, Franco Guido Ravera, Maria Cristina Heller, Giovanni Franzoni, Morgane Slemp, Christian Burruano, Francesco Rossini, Riccardo Cicogna, Eugenio Allegri, Piero Passatore
Durata: 105 minuti
Genere: Horror


Io con il post di ieri, nel caso non lo aveste capito, da qualche parte ci volevo arrivare. Uno sprovveduto qualunque potrebbe anche pensare che io abbia avuto voglia di parlare di "Dracula il vampiro" del 1958 per caso, perchè avevo voglia di togliermi lo sfizio di vedere per la prima volta quel film. Tutto vero, ovviamente, ma non è la verità completa: la verità è che io volevo proprio arrivare qui, all'ultimo appuntamento con la rassegna su Dario Argento che ho iniziato a Gennaio e che si è protratta fino alla fine di Settembre, per ben otto mesi. Una maratona di diciotto film, che ho visto a cadenza settimanale o al massimo a distanza di due settimane l'uno dall'altro che mi ha portato a riesplorare la carriera del regista, a partire dai suoi primi successi, fino ad arrivare agli ultimi insuccessi, con il terribile "Il cartaio" punto più basso della sua carriera e "Suspiria" a rappresentare senza ombra di dubbio il più alto - e a breve ne vedremo anche il remake di Luca Guadagnino per il quale nutro una certa curiosità. Presentato fuori concorso al Festival di Cannes del 2012 e accolto da fischi, pernacchie e risate - un po' la stessa accoglienza ottenuta da Darren Aronofsky l'anno scorso con "Madre!" solo che in quel caso nessuno aveva provato a difenderlo, che io mi ricordi - e poi arrivato nei cinema poco tempo dopo, "Dracula" è stato girato con la tecnica del 3D stereoscopico moderno, che io non ho avuto il (dis)piacere di vedere al cinema, avendolo recuperato poi in home video qualche tempo dopo. Ancora una volta abbiamo Asia Argento a recitare - io ancora sto cercando qualcuno bravo che mi spieghi in cosa quella lì sia brava a recitare - nei panni del personaggio di Lucy, mentre nei panni di Dracula abbiamo Thomas Kretschmann e nei panni di Van Helsing gente del calibro di Rutger Hauer, che in teoria avrebbe dovuto dare lustro alla pellicola.
Anche in questo caso, trovo abbastanza inutile stare qui a spiegare la trama, se vi dovesse interessare l'ho già fatto ieri e il link per leggerla è nascosto nell'articolo - qualcosa mi dice che sia collegato al titolo del film di cui ho parlato ieri, ma fossi in voi non ne sarei così sicuro -, preferirei però soffermarmi sul fatto che ancora una volta Dario Argento, trovandosi davanti ad un grande classico della letteratura come gli era già accaduto alla fine degli anni novanta con "Il fantasma dell'Opera" ci ammorba con un pippone autoriale che vorrebbe reinterpretare la storia di Dracula prendendosi delle libertà creative risultando però alquanto tedioso e noioso e soprattutto sentendosi talmente bravo da risultare quasi spocchioso. Il problema fondamentale presente all'interno di questo film, che spero sia anche il motivo per cui è stato spernacchiato a destra e a manca e soprattutto all'anteprima a Cannes, è una recitazione che innanzitutto è poco credibile, talmente poco che non scampano nemmeno attori del calibro di Rutger Hauer da una recitazione svogliata ed impostata. Non parliamo poi di Asia Argento, che sto ancora aspettando da qualche settimana che qualcuno mi spieghi in che cosa quella sia brava a recitare. Perchè io capisco che Lucy anche in "Dracula il vampiro" non sia una donna da prendere da esempio per il suo elevato quoziente intellettivo, ma Asia Argento la rende un'ochetta odiosa, che speri che venga uccisa dalla prima scena e di una morte molto più dolorosa rispetto ad un semplice morsetto di Dracula.
Dal punto di vista tecnico e soprattutto della fotografia in realtà non mi è parso di vedere nulla di male, anzi, se non fosse legata ad una narrazione così brutta, ci starebbe pure ed è anche uno dei motivi per cui non voglio così male a questo film - non come a "Il cartaio" o "Il fantasma dell'Opera" quanto meno - così come alcune scene in cui il sangue sgorga sono abbastanza crude e ben riuscite, con lo stile che il regista ha preso e portato avanti sin dai suoi primi film, ma da qui a metterlo a confronto con i suoi primi lavori, quelli che gli hanno portato la notorietà, il successo e la stima che è giusto riconoscergli, ce ne passa proprio parecchia di acqua sotto i ponti.
Finisce dunque qui la rassegna dedicata a Dario Argento, una rassegna durata otto mesi - poco meno di una gravidanza, fortuna che io al parto non ci sono arrivato - per la quale non mi sognerei nemmeno di dire che è stata faticosa, se non fosse per gli ultimi cinque o sei film, di cui di settimana in settimana continuavo a rimandarne la visione. Per questo blog è stato un primo esperimento, dato che fino ad ora gli speciali li avevo sempre dedicati a saghe cinematografiche, questa volta ad un regista del quale non è nemmeno in previsione l'uscita di un nuovo film. Nuovo film in cui io ci spero: perchè da fan di Dario Argento, dopo quarantotto anni di carriera, in suo colpo di coda, in un film per lasciare e lasciare da vincente, io ci spero ancora. Anzi, non solo ci spero, credo proprio che ce lo possa anche regalare!

Voto: 4

Commenti

  1. Ricordo benissimo cosa suscitò all'epoca. Cavalcava la (terribile) moda del 3D, per fortuna finita. Ma era pessimo sotto tutti i profili, a partire dagli effetti speciali...
    Hauer da solo non può far nulla. Argento è davvero da Il Cartaio che non si sa cosa combina...

    Moz-

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    Risposte
    1. Sì, fortunatamente la moda del 3D è finita poco dopo il suo inizio e questo film... meno male che non l'ho visto in 3D.

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  2. Attraente anche no, ma ho sempre pensato fosse una donna con le palle cubiche, per questo un po' l'ho sempre stimata. Ma come attrice proprio non ce la faccio.

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  3. Per me Argento è calato vertiginosamente dopo Trauma, da lì macelli creativi (tranne per i film TV della serie Masters of Horror).

    Di questo film ricordo solo la biondona biotta nel fienile, che gnocca! E non scordiamoci la mantide!

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