Giallo di Dario Argento (2009)




Italia, Stati Uniti, Spagna, Regno Unito 2009
Titolo Originale: Giallo
Regia: Dario Argento
Sceneggiatura: Dario Argento, Jim Agnew, Sean Keller
Cast: Adrien Brody, Emmanuelle Seigner, Elsa Pataky, Robert Miano, Byron Deidra, Daniela Fazzolari, Valentina Izumi Cocco, Taiyo Yamanouchi, Giuseppe Loconsole, Nicolò Morselli, Cristiana Maffucci, Silvia Spross, Andrea Redavid
Durata: 89 minuti
Genere: Thriller


Siamo veramente in dirittura d'arrivo, con il penultimo appuntamento per la rassegna su Dario Argento che è iniziata a Gennaio su questo blog e ci ha accompagnato per tutti questi mesi, con i diciotto film della sua filmografia. Siamo arrivati, dopo il disastroso "Il cartaio" e il non riuscito "La terza madre", a "Giallo", pellicola del 2009 andata incontro a diversi problemi produttivi che portarono i distributori a posticiparne l'uscita fino alla fine del 2010, direttamente in home video. Uscita del film funestata, tra le altre cose, anche dalla causa intentata da Adrien Brody contro la produzione per inadempienze contrattuali, frode e appropriazione indebita dell'immagine pubblica dell'attore, chiedendo che il film non fosse distribuito. Il film viene comunque distribuito e alla fine il risultato, con tutte le beghe produttive che lo hanno funestato, non è che sia dei migliori. Non siamo però nemmeno davanti al peggior film di Dario Argento, semplicemente è ad un livello decisamente basso rispetto agli standard cui ci aveva abituato il regista nei primi venti anni di carriera, tutto qui.
La trama del film non è particolarmente elaborata: un uomo si finge un tassista per adescare e rapire delle ragazze, che tortura ed uccide sfigurandole in maniera terrificante. Nel giro di poco tempo quest'uomo rapisce prima Keiko, ragazza giapponese, e successivamente la modella Celine, interpretata da Elsa Pataky, che viene aggredita proprio mentre è al telefono con la sorella Linda, interpretata da Emmanuelle Seigner. Linda, allarmata da ciò che ha sentito al telefono e dalla scomparsa della sorella, si rivolge all'ispettore Enzo Avolfi, interpretato da Adrien Brody, poliziotto dai metodi poco ortodossi che poco tempo dopo l'inizio delle indagini si convince di avere a che fare con un serial killer che sta seguendo da tempo, da lui e dai media soprannominato Giallo, interpretato da Byron Deidra. Ehi, ma Byron Deidra è l'anagramma di Adrien Brody, che in questo film interpreta il doppio ruolo del poliziotto e del serial killer!!!
Il titolo del film può essere parecchio fuorviante: avendo in questi mesi esplorato la carriera di Dario Argento ho pensato che gli intenti della pellicola fossero quelli di riesplorare nel miglior modo possibile il genere cinematografico che lo aveva reso celebre. Invece no e lo si scopre abbastanza in fretta nel corso della pellicola: il serial killer e di conseguenza anche il film si chiamano Giallo perchè l'antagonista ha l'ittero ed ha, effettivamente, la pelle gialla. Ora, appena io da spettatore sono venuto a conoscenza della cosa ho sentito come se la credibilità della pellicola venisse irrimediabilmente affossata da uno stratagemma narrativo piuttosto ridicolo e banalotto. A ciò aggiungiamo il fatto che la sceneggiatura di questo film non è che innalzi il livello rispetto alle produzioni precedenti del regista, ma si mantiene per tutta la sua durata su livelli sicuramente migliori dei due film precedenti, ma comunque piuttosto mediocri e cinematograficamente quasi insignificanti.
Dal punto di vista registico sembra quasi che Dario Argento abbia finito tutte quelle idee con cui aveva sperimentato nei suoi primi film e tende a riproporre marchi di fabbrica del passato o, addirittura, lo stesso stratagemma tecnico ripetuto molte volte all'interno dello stesso film, vedi ad esempio le scene in cui Giallo è a caccia delle sue vittime, con una telecamera che sembra essere posizionata appena sopra allo specchietto retrovisore del guidatore e riprendendo il tutto con un montaggio particolarmente veloce e uno sguardo fisso sul cofano dell'auto. Le scene dei due rapimenti si ripetono con lo stesso identico schema, sia a livello narrativo sia a livello tecnico. Per quanto riguarda la recitazione Dario Argento prova ad affidarsi a due grandi del cinema internazionale, uno del cinema americano come Adrien Brody e una del cinema francese come Emmanuelle Seigner che però sembrano recitare con il pilota automatico inserito, senza mostrare una particolare voglia di fare o di rendere al meglio nel corso della pellicola.
Il penultimo film di Dario Argento, pesantemente condizionato dalle difficoltà produttive, rappresenta sicuramente un passo avanti rispetto ai due precedenti, senza gli sfondoni a livello tecnico de "La terza madre" e con una sceneggiatura sicuramente meno stupida - a parte lo stratagemma dell'ittero che ne affossa la credibilità - de "Il cartaio", ma che non offre nulla di nuovo al cinema in generale.

Voto: 5,5

Commenti

  1. Già di suo sarebbe un “Giallino” di poco conto, ma visto da Torinese ti assicuro che è praticamente un film di fantascienza, il conservatorio di piazza Bodoni nel film diventa la stazione di polizia. Ma la parte migliore è il teletrasporto di cui è dotato Adrian Brody, che lotta sui tetti delle case di piazza vittorio, rompe la vetrata e si ritrova nella galleria San Federico, che procedendo a piedi distano uno dall’altro un paio di chilometri. Insomma come film giallo così così, ma come film di “Star Trek” non è male, poi Brody sarebbe un ottimo Vulcaniaco con cabina di teletrasporto ;-) Cheers

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    1. ahhaah Cass, davvero, questo film sarebbe da ritirare per evitare cali di reputazione dl buon Darione nazionale...

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    2. Purtroppo non conoscendo Torino queste cose non le ho notate. Prima o poi una gita me la devo fare, non ho proprio mai avuto l'occasione di visitarla. A parte questo il filmettino è proprio abbastanza insulso, in tutti i sensi e queste cose che dici non fanno che confermarmelo.

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  2. Giallo è terribile, nonostante il cast importante. Ricordo che alludeva al fatto che tutti i taxisti fossero delinquenti, o una cosa del genere: io e il mio amico con cui stavo guardando il film, abbiamo iniziato a ridere e non abbiamo mai smesso.

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    1. Sembra quasi che a un certo punto della sua carriera Dario Argento abbia cominciato a bersi pian piano il cervello e a confezionare un filmaccio dietro l'altro...

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