Halloween 4 - Il ritorno di Michael Myers di Dwight H. Little (1988)




USA 1988
Titolo Originale: Halloween 4: The Return of Michael Myers
Regia: Dwight H. Little
Sceneggiatura: Alan B. McElroy
Cast: Donald Pleasence, Danielle Harris, Ellie Cornell, Beau Starr, George P. Wilbur, Sasha Jenson, Kathleen Kinmont, Michael Pataki, Jeff Olson, Karen Alston
Durata: 83 minuti
Genere: Horror


Non ci sono pause per questo speciale sulla saga di "Halloween" che sto portando avanti come preparazione all'uscita, a fine Ottobre, di "Halloween" di David Gordon Green, che sarà un seguito diretto del primo capitolo, con tutti gli altri che verranno buttati via. John Carpenter e Debra Hill, dopo l'insuccesso del terzo capitolo e del progetto di renderlo un'antologia di storie sulla festa di Halloween, abbandonano la saga e la regia del quarto capitolo, che segna anche il ritorno di Michael Myers come unico antagonista, viene affidata a Dwight H. Little, all'epoca esordiente - non che dopo abbia rimpolpato la sua produzione di film di elevata qualità e, compreso il più famoso "Programmato per uccidere", sono tutti film che vanno dal disastroso al dimenticabile. Donald Pleasence, che nel frattempo aveva recitato anche in "Phenomena" di Dario Argento, riprende il ruolo del dr. Loomis, mentre protagonista di questo quarto, ma in fin dei conti terzo, capitolo della saga diventa Jamie, interpretata da Danielle Harris poi diventata famosa come scream queen in molti film horror tra cui i successivi seguiti della saga, ma anche in film come "Urban Legend".
Sono passati dieci anni dagli eventi narrati in "Halloween - La notte delle streghe": nel corso di questi anni Laurie Strode è morta assieme al marito in un incidente stradale, mentre la figlia Jamie, interpretata da Danielle Harris, è stata adottata dalla famiglia Carruthers, a cui spesso Laurie faceva da baby-sitter per la sorella Raquel, interpretata da Ellie Cornell. La bambina, pur non avendo mai visto lo zio, ha spesso degli incubi nei quali viene perseguitata proprio dal famoso serial killer. Nel frattempo Michael Myers, qui interpretato da George P. Wilbur - unico attore che ha ripreso il ruolo più volte nel corso della saga, essendo comparso anche nel sesto capitolo - sta venendo trasportato in coma su un'ambulanza per essere trasferito in un nuovo istituto psichiatrico: quando però i dottori si lasciano sfuggire il fatto che Laurie Strode avesse una figlia, che ora vive ad Haddonfield e avrebbe dieci anni, si sveglia improvvisamente, uccidendo i dottori e riuscendo a fuggire dalla prigionia, per dirigersi verso la cittadina dove tutto era cominciato dieci anni prima. Avendo saputo della fuga di Michael Myers, il dr. Loomis, interpretato da Donald Pleasence, si mette in viaggio verso Haddonfield sulle tracce del serial killer, per mettere definitivamente fine alla questione.
Con questo quarto capitolo della saga ci troviamo di fronte al film che molto probabilmente segnerà per essa il suo inesorabile declino, essendo praticamente già terminate le idee per rendere la storia interessante e anche per il fatto di aver affidato la direzione della pellicola ad un regista alla sua prima esperienza che si dimostra acerbo nella direzione e commette anche un errore imperdonabile per un film appartenente al genere slasher. La regia di Dwight H. Little non offre particolari spunti di riflessione, cercando di prendere quanto di meglio era stato presentato nei primi due capitoli senza però reinterpretarlo in maniera personale. Il risultato è ad esempio un uso particolarmente casuale della famosa inquadratura in soggettiva dal punto di vista di Michael Myers, nel primo film utilizzata per far vedere ciò che vedeva il personaggio, facendoci pensare a cosa stesse per fare, mentre qui usata in brevi sequenze e senza una particolare cognizione di causa. Il ritmo della narrazione non è tanto meglio, essendo questo molto discontinuo e particolarmente sonnecchioso, soprattutto nella parte centrale della pellicola. Considerando il fatto che il film duri poco più di ottanta minuti, diciamo che non va proprio benissimo. Sono cose a cui, visto che comunque il film non mi ha annoiato, sarei anche passato sopra, peccato che il regista commetta il gravissimo errore a cui accennavo prima, errore al quale tentò di rimediare senza riuscirci: Dwight H. Little, al termine delle riprese, si rese conto di aver messo pochissimo sangue nel suo film, per questo motivo chiese consulenza di John Carl Buechler, esperto di effetti speciali, per aggiungere qualche scena splatter nel giro di una sola giornata. Peccato che, in fin dei conti, nemmeno questa cosa si sia vista particolarmente, con le scene cruente che si contano sulle dita di una mano monca e uno slasher così proprio non me lo puoi fare, non riesco ad accettarlo.
Anche in questo quarto capitolo della saga viene utilizzata la famosa colonna sonora composta da John Carpenter per la prima pellicola, peccato che non venga sempre utilizzata con la stessa efficacia, sembra messa lì apposta per ricordarci da dove viene la pellicola e che appartiene alla stessa saga per cui quella colonna sonora era stata composta. Aggiungiamo a questo altro difetto il fatto che da una parte Donald Pleansence appaia stanco e svogliato e non creda più molto nel ruolo che sta interpretando, così come il Michael Myers interpretato da George P. Wilbur sia molto molto impacciato, lentissimo e macchinoso nei movimenti, un vero e proprio tronco di legno. Sì, chiaro, Michael Myers è anche negli altri film lento e inesorabile nei suoi movimenti, ma non è mai stato impacciato e macchinoso come in questo film. L'unica a crederci veramente è la giovane Danielle Harris, all'epoca solamente undicenne, comunque in grado di reggere il ruolo affidatole, senza strafare particolarmente, ma senza nemmeno sfigurare.
"Halloween 4 - Il ritorno di Michael Myers" non brilla certo per quel che riguarda l'originalità: prende ciò che di buono era stato creato nei capitoli precedenti e lo trasforma in una serie di clichè e di banalità che non sono nemmeno messe assieme in modo soddisfacente. Nonostante il ritmo discontinuo e complice anche la brevissima durata, riesce comunque ad intrattenere, senza stancare eccessivamente.

Voto: 5

Commenti

  1. Siamo più allineati che mai questa settimana, il mio parere su questo film te lo dirò domani, in ogni caso davvero azzeccato l’uso dell’aggettivo “Sonnacchioso”, un film che vale solo per l’esordio della mitica Danielle Harris, una nata sotto il segno dell’horror ;-) Cheers

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    1. Diciamo che ha molto molto di sbagliato come film: è uno slasher senza sangue, con il peggior Michael Myers possibile, un po' noioso. Ma Danielle Harris è pazzesca, unica nota positiva!

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