STEPHEN KING DAY - Cimitero vivente di Mary Lambert (1989)

Vista la fatica che ho fatto a terminare i soli due romanzi di Stephen King che ho letto in vita mia, avendolo abbastanza in antipatia per essere riuscito a farmi detestare la sua versione di "Shining", festeggiare il compleanno di uno degli scrittori più famosi dei nostri tempi sembrerebbe alquanto ipocrita. Eppure, quando su idea di Marco de "La stanza di Gordie" la solita cricca di blogger cinematografici ha deciso di festeggiare il settantunesimo compleanno dello scrittore, recensendo un adattamento cinematografico di un suo romanzo, io non mi sono tirato indietro. Perchè? Perchè dai romanzi di Stephen King sono stati tratti molti degli horror che ritengo dei cult personali, che sanno mescolare l'horror al drammatico in maniera sempre piuttosto creativa. Visti i tanti adattamenti tante sono anche le cappellate tratte dai suoi romanzi ma, siccome in vita mia non sono mai riuscito a vedere "Cimitero vivente", ho colto l'occasione per recuperare uno dei film che viene più chiacchierato nei gruppi horror che però io non ero mai riuscito a vedere!



USA 1989
Titolo Originale: Pet Sematary
Regia: Mary Lambert
Sceneggiatura: Stephen King
Cast: Dale Midkiff, Denise Crosby, Miko Hughes, Blaze Berdahl, Fred Gwynne, Brad Greenquist, Michael Lombard, Susan Blommaert, Andrew Hubatsek, Peter Stader
Durata: 103 minuti
Genere: Horror


Un progetto affidato inizialmente, nel 1984, a George A. Romero - che visti i risultati non oso immaginare che cosa avrebbe potuto tirare fuori lui - viene poi ceduto dallo stesso regista a Mary Lambert, che all'epoca aveva all'attivo solamente un film, "Siesta" diretto due anni prima, e che dopo non è che sia stata la regista più prolifica della storia del cinema: all'attivo soltanto nove film e tre cortometraggi in poco meno di trent'anni di carriera, tra cui anche "Cimitero vivente 2" e quella porcheria di "Urban Legend 3", e qualche programma per la televisione. Anche i volti che vengono scelti per interpretare i protagonisti non sono poi dei volti notissimi nel mondo del cinema: ad interpretare il padre di famiglia Louis Creed abbiamo Dale Midkiff che stando a Wikipedia sarebbe noto per aver preso parte ad "Air Bud 3", e che notorietà che si ottiene con un film del genere - che poi io vorrei dire, passino il primo e il secondo capitolo, in cui il cane sapeva giocare a basket, passi anche il terzo in cui giocava a calcio, ma me ne ricordo molto chiaramente uno in cui era bravo a giocare a baseball. Ora ditemi come cazzo fa un cane a saper giocare a baseball, tenere una mazza per un cane non è una cosa naturale, men che meno colpire la palla con una forza disumana! -. Nel ruolo della moglie di Louis, Rachel, abbiamo Denise Crosby, lei sì che qualche film lo ha fatto, soprattutto negli anni successivi, ma mai ottenendo un vero e proprio successo, però è proprio nel ruolo di Jud Crandall che abbiamo l'attore importante, quello con una buona carriera alle spalle: è interpretato da Fred Gwynne, che morirà solamente pochi anni dopo, con all'attivo film come "Fronte del porto".
Il film vede al centro della vicenda la famiglia Creed, composta da Louis, la moglie Rachel, la figlia maggiore Ellie, interpretata da Blaze Berdhal, e il piccolo Gage, interpretato da Miko Hughes. I quattro si sono appena trasferiti in una nuova casa che, magia delle magie, non è infestata dai fantasmi, nè dai demoni dei proprietari precedenti morti di morte violenta. Si trova però molto vicina a un piccolo cimitero in cui nel corso degli anni sono stati sepolti molti animali, morti investiti dai camion che passano a tutta velocità nella strada che passa proprio davanti alla casa. É proprio quando il piccolo Gage rischia di morire investito da un camion che la famiglia conosce il vicino di casa Jud, che salva lui la vita e, nel corso delle giornate successive porterà la famiglia a visitare il cimitero degli animali che si trova a pochi passi. Da una parte per Rachel non è una buona idea parlare di morte ai bambini, a causa di un trauma infantile legato alla morte della sorella affetta da meningite mentre era sola in casa con lei, mentre dall'altra Ellie teme di poter perdere da un giorno all'altro il suo gatto nero Church - il nome è ispirato a Winston Churchill - cui è molto affezionata. Nel corso della storia Louis sarà anche perseguitato dalla visione di Pascow, interpretato da Brad Greenquist, ragazzo che morirà nell'ospedale in cui lavora in seguito ad un incidente, che lo avvertirà di un pericolo imminente, legato proprio ai confini del cimitero degli animali. Per la famiglia le cose pian piano cominceranno a precipitare con la morte di Church, che ritornerà in vita dopo essere stato sepolto in un antico cimitero indiano, ora diventato un luogo sacro, e ancora di più dopo la morte di Gage. Ah, ovviamente io non vi ho avvertito degli spoiler perchè se un film ha più di cinque anni per me non è spoiler, e siccome questo ne ha quasi venti va da sè che posso sentirmi in diritto, conferito da me stesso, di dirne ciò che voglio.
Già ho detto enne volte quanto lo Stephen King scrittore non mi abbia mai fatto impazzire - anzi, non mi è proprio mai piaciuto - ma ho anche detto altrettante volte di quanto i suoi romanzi, alla luce delle trasposizioni da me viste, siano perfetti per essere portati al cinema - e lo vedremo anche con gli esempi scelti dagli altri amici blogger! Quello che ne esce con "Cimitero vivente" è un horror interessantissimo, la cui sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Stephen King che pare aver dato alla pellicola molta più religiosità rispetto al suo romanzo. Tante infatti sono le riflessioni riguardo alla morte e alla spiritualità ad essa collegata ben utilizzate per conferire al film horror anche una connotazione drammatica, che giochi con le paure e con i turbamenti morali dei protagonisti. Nella prima parte il film se la gioca bene a livello di atmosfera, tanto che finchè gli eventi non precipitano, si ha comunque la sensazione che ci sia qualcosa di sbagliato, che qualcosa di brutto stia per accadere. Non è una sensazione eccessivamente angosciante, ma non ti fa nemmeno stare troppo tranquillo, non so se mi sono spiegato. Ancora meglio a livello di creazione della tensione sono tutte quelle scene in cui sono presenti prima il gatto Church tornato dal mondo dei morti con il gusto per le uccisioni, così come quelle in cui è il piccolo Gage a tornare, in una veste che crea contrasto tra il suo essere assassino e la sua fisicità da bambino gentile. Inquietantissime, forse le meglio riuscite a livello di trucco, le scene in cui Rachel ricorda la morte della sorella, ormai diventata pazza a causa della meningite, immaginandosela ritornare nel corpo del suo bambino per vendicarsi di averla lasciata morire.
Nonostante qualche effetto speciale piuttosto dozzinale e facilone, "Cimitero vivente" mi è parso un horror ben diretto, in grado di ben evidenziare i momenti più importanti della narrazione con qualche colpo ben assestato in termini di buone inquadrature. Non mi pare di ricordare in maniera positiva nessun brano della colonna sonora, se non il brano dei Ramones che accompagna i titoli di coda "Pet Sematary", composto dalla band dopo che lo stesso Stephen King, loro grande fan, regalò il romanzo a Dee Dee Ramone, che poche ore dopo tornò da lui con il testo della canzone. La recitazione è molto caricata ed enfatizzata, non adotta uno stile realistico e credibile che solitamente a me piace molto e in alcuni casi, vedi ad esempio la scena della morte di Gage, mi è parsa addirittura involontariamente comica.
Perfetto per questi auguri di compleanno allo scrittore più famoso della nostra epoca, "Cimitero vivente" è un film che consiglierei di vedere a tutti gli appassionati di cinema horror, anche se penso che fino a pochi giorni fa ero io l'ultimo che mancava all'appello per la visione della pellicola, non tanto per la paura che mi ha suscitato, che è più una forma di inquietudine e di sensazione della presenza di qualcosa che non va, quanto più che altro per la capacità di inserire, all'interno della vicenda, una buona componente drammatica che rendesse il film horror ancora più interessante.


Hanno partecipato a questi auguri di compleanno a Steven King anche i seguenti blogger:

Il Bollalmanacco di Cinema - Brivido
White Russian - The Mist
La collezionista di biglietti - 1922
Stories - Il miglio verde
La stanza di Gordie - Cujo


Commenti

  1. Io credo che questo sia il film tratto da King che mi ha più terrorizzata in vita mia, pur con tutti i suoi difetti. Cage e Zelda ancora adesso popolano i miei incubi.

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    1. Gage e Zelda seriamente terrificanti, nel finale sono qualcosa di pazzesco...

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  2. Visto e rivisto, da bambino. Probabilmente, accanto a Misery, il King più a fuoco al cinema.

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    1. Anche Misery non deve morire grandissimo film, però ne avevo già parlato e ho preferito vederne uno che non avevo mai visto. E l'ho anche abbastanza adorato.

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  3. Credo di averlo visto, anche se ricordo poco, forse una rispolverata sarebbe l'ideale ;)

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    1. Sì è un film che merita sicuramente anche una seconda visione.

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  4. Purtroppo il romanzo non l'ho letto, avendone letti solamente due dei centosettantadue che ha scritto. Conoscevo la canzone dei Ramones e sapevo che fosse stata composta per questo film. Sono quasi curioso di riprovare a leggere qualcosa di King, però ho proprio paura di annoiarmi di brutto come con gli altri...

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  5. Romanzo fantastico, il film si difende bene, certamente non il migliore tratto dalle opere di King, ma non è per niente male. La musica dei Ramones è una chicca...
    Bella recensione

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