Apostolo di Gareth Evans (2018)



USA, Regno Unito 2018
Titolo Originale: Apostle
Regia: Gareth Evans
Sceneggiatura: Gareth Evans
Cast: Dan Stevens, Lucy Boynton, Michael Sheen, Bill Milner, Kristine Froseth, Mark Lewis Jones, Elen Rhys, Sharon Morgan
Durata: 130 minuti
Genere: Thriller, Horror


Quando su Netflix arrivano dei film nuovi, li accolgo da un po' di tempo con una certa diffidenza. Spesso è capitato, soprattutto nell'ultimo periodo, di trovarmi davanti a film che sembravano presi dal bidone dell'umido, scartati dalle grandi produzioni a cui la più nota rete di streaming al mondo ha voluto dare un'opportunità, talvolta solo distribuendoli, talaltra volta addirittura producendoli come in questo caso. Ammetto la mia ignoranza per quanto riguarda il cinema di Gareth Evans, regista gallese diventato noto al pubblico per il suo sbarco nel cinema thailandese con il film "The Raid" e per il suo seguito che non ho mai avuto voglia di vedere e persino un segmento in "V/H/S 2", film horror a episodi. Insomma mai grande cinema, se si parla a livello di soldi o di grandi produzioni, ma piccoli classici apprezzati dagli appassionati che io ancora non ho avuto modo nè voglia di vedere. Purtroppo con "Apostolo" Gareth Evans non è riuscito a sbarcare al cinema, ma solamente su Netflix dove il suo film è mediamente piaciuto al pubblico che comunque si è abbastanza diviso per quanto riguarda la sua valutazione. Attore protagonista della vicenda è Dan Stevens, uno che in questi piccoli film ci sguazza sempre parecchio - vedi ad esempio la sua partecipazione a "The Guest" -, mentre abbiamo anche interpreti del calibro di Michael Sheen e della bella Lucy Boynton.
Siamo nel 1905, Thomas Richardson viaggia in incognito su un'isola lontana in cui vive una setta che poco tempo prima ha rapito la sorella per riportarla a casa. La setta ha chiesto un riscatto per la sua liberazione ed è guidata dal profeta Malcolm che impone agli abitanti dell'isola regole ferree e soprattutto di adorare una misteriosa dea, che viene chiamata "Lei", unica entità in grado di rendere fertile il terreno arido dell'isola, nutrendosi di sangue umano. Meglio essere il più brevi possibile sulla trama per evitare inutili spoiler, fatto sta che, come prima esperienza con il cinema di Gareth Evans, a detta di tutti con un film molto molto diverso da quelli con cui aveva abituato i suoi fan, mi sono trovato davvero benissimo. Ho apprezzato sin dall'inizio un'ambientazione piena di fascino in grado di mettere una certa inquietudine dall'inizio alla fine, così come ho apprezzato parecchio il ritmo non particolarmente sostenuto, ma comunque scorrevole, con il quale è stata narrata la vicenda.
Quella narrata in "Apostolo" non è per nulla una storia nuova e mai vista, ma Gareth Evans è stato in grado, per tutta la durata della pellicola, di darle il giusto fascino, ponendo l'accento su tutti quegli aspetti che rendono inquietante l'ambientazione e l'adorazione per la misteriosa dea di cui Malcolm parla spesso. Interessante è poi il modo in cui, durante le scene un po' più horror - siamo davanti ad un thriller dai tratti soprannaturali, non ad un vero e proprio horror, se non per via di alcune scene - viene costruita una tensione crescente attraverso dei buoni giochi in cui il regista alterna una colonna sonora incalzante e delle immagini che poi finiscono per non mostrare mai tutto fino in fondo. A dare ancora più fascino alla vicenda poi sono tutte quelle lunghe sequenze non dialogate, quelle che si svolgono di notte e in cui Thomas conduce buona parte delle sue ricerche.
Buonissime le interpretazioni da parte degli attori: ho particolarmente apprezzato tutti e tre i protagonisti della vicenda, con Dan Stevens che continuo a pensare che sia tagliato dal sarto per un certo tipo di cinema e un certo tipo di interpretazioni, dove non deve strafare e giocare sulla sua espressività, lui riesce a dare il meglio di sè. Benissimo anche Michael Sheen, che è una vera e propria garanzia a livello recitativo, in grado di dare al personaggio del reverendo Malcolm molte sfaccettature in grado di renderlo il più inquietante e tirannico possibile. Bene anche Lucy Boynton nei panni di Andrea, figlia del reverendo con dubbi sull'operato del padre, che risulta essere molto di più della tipica damsel in distress. Va da sè dunque il fatto che sono riuscito ad apprezzare pienamente questa pellicola pur non avendo mai visto nessun lavoro precedente del regista, men che meno quel "The Raid" che gli ha dato la notorietà: eppure questo, che è proprio un bel thriller, avrei preferito quasi quasi vedermelo al cinema piuttosto che in televisione.

Voto: 7,5

Commenti

  1. Michael Sheen è un grande caratterista e la Boyton una "troppo troppa" 😋 comunque a me è piaciuto per tutta la durata in pratica: The Wicker Man + The Witch + The Village = Apostle

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  2. Potrei riscrivere la tua recensione al contrario per dire quello che non mi è piaciuto. Io nei silenzi, nelle fughe notturne mi ci sono persa e annoiata, l'eccessivo sangue mi ha allontano, Stevens versione Legion poco convinto. Insomma, non era e non è un film per me.

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