La ballata di Buster Scruggs di Joel Coen, Ethan Coen (2018)



USA 2018
Titolo Originale: The Ballad of Buster Scruggs
Regia: Joel Coen, Ethan Coen
Sceneggiatura: Joel Coen, Ethan Coen
Cast: Tim Blake Nelson, Willie Watson, David Krumholtz, James Franco, Stephen Root, Ralph Ineson, Liam Neeson, Harry Melling, Tom Waits, Zoe Kazan, Bill Heck, Grainger Hines, Tyne Daly, Brendan Gleeson, Jonjo O’Neill, Saul Rubinek, Chelcie Ross
Durata: 133 minuti
Genere: Western


Uscito poco più di una settimana fa su Netflix e presentato all'ultima Mostra Internazionale del cinema di Venezia, "La ballata di Buster Scruggs" è un film ad episodi diretto da Joel e Ethan Coen. Da qui in poi dovrò stare molto attento a non scrivere Cohen sennò i bravissimi gestori della pagina "Il cinefilo nell'era dell'internèt" mi fanno la pelle, sputtanandomi davanti a tutto il web. Quello che doveva nascere come una miniserie televisiva in sei episodi da distribuire su Netflix, è stato poi trasformato in u film unico, in modo da poter essere presentato in giro per i festival ed essere candidabile per qualche premio. La struttura però è quella tipica dei film ad episodi, con sei storie completamente slegate tra di loro, accomunate dal fatto di rappresentare il genere western visto con gli occhi dei fratelli Coen, registi che già nella loro carriera avevano esplorato il genere in modi diversi, vedi ad esempio "Il grinta" o persino il western moderno "Fratello dove sei?", liberamente ispirato all'"Odissea" di Omero. Le sei storie che vengono narrate in questo film sono western abbastanza classici, però mostrati con il piglio tipico dei due registi, che ci mettono sempre in mezzo elementi tipici sulla casualità della vita e della morte, senza disdegnare un bel po' di humour nero.


The Ballad of Buster Scruggs

Buster Scruggs, interpretato da Tim Blake Nelson, è un cowboy dall'aspetto molto curato, vestito di bianco e velocissimo con le pistole. Nel corso del suo peregrinare attraverso la Mountain Valley dovrà affrontare diverse sfide e diversi duelli, nei quali farà sempre sfoggio della sua velocità e della sua estrema sicurezza nel maneggiare le armi, talvolta deridendo l'avversario. Questo primo episodio, che porta anche il titolo dell'intero film, è stato senza ombra di dubbio quello dei sei che ho preferito: spigliato e divertente, con canzoni molto coinvolgenti cantate dagli stessi protagonisti della vicenda - che ho avuto nelle orecchie per tutto il giorno dopo la visione - e con un senso dello humour particolarmente pungente.

Voto: 8


Near Algodones

Un cowboy, interpretato da James Franco, tenta di rapinare una banca nel deserto, ma fallisce perchè il cassiere riesce a metterlo fuori combattimento. Verrà condannato all'impiccagione, ma riuscirà a salvarsi, per poi venire condannato di nuovo. Dopo il capitolo migliore dei sei, ecco quello che mi è piaciuto di meno. Un corto che non sono ben riuscito a capire quale messaggio volesse lanciare e che ha qualche momento e una scena interessante - e una anche abbastanza divertente a suo modo - ma per il resto non mi ha convinto del tutto.

Voto: 6-


Meal Ticket

Un impresario, interpretato da Liam Neeson, viaggia di città in città portando con sè un uomo senza braccia e senza gambe di nome Harrison, interpretato da Harry Melling, che tiene uno spettacolo in cui recita poesie e grandi pezzi letterari. Man mano l'interesse delle persone cala, così come il profitto dell'impresario, che inizia a pensare ad un modo per sostituirlo. Dopo un episodio divertente, un altro tragicomico, ecco quello invece più amaro del lotto. Bello il modo in cui viene ritratto il rapporto, totalmente vuoto di emozioni, dei due personaggi, che non si parlano mai e l'unico loro rapporto consiste nel fatto che l'impresario dà da mangiare ad Harrison per prendersi cura di lui. Si vede però come il loro rapporto sia incentrato prevalentemente sullo sfruttamento da parte dell'impresario sull'attore. Bravissimo Harry Melling nel dar vita al personaggio e nel recitare tutti i pezzi letterari del suo spettacolo, roba che quasi sarebbe piaciuto a me assistere ad uno spettacolino del genere. Finale triste ed amarissimo.

Voto: 8


All Gold Canyon

Un vecchio, interpretato da Tom Waits, arriva in un canyon attraversato da un fiume e circondato da montagne. Dimostra un grande amore per la natura e sembra essere alla ricerca di qualcosa, che fatica a trovare. Non amo particolarmente quei corti in cui ci sono pochi dialoghi, così come fatico sempre a digerire le interpretazioni in solitaria, per di più se il protagonista è costretto a non parlare per tutta la durata del film. Tant'è che questo quarto episodio dei sei mi ha abbastanza annoiato, fino al suo doppio finale, che mi ha ingannato e con il quale i registi stavano per fregarmi. Da lì in poi in realtà le cose cambiano e ho iniziato a provare molta più empatia per il vecchio e per la ricerca che stava compiendo.

Voto: 6,5


The Gal Who Got Rattled

Alice Longabaugh, interpretata da Zoe Kazan, viaggia attraverso l'Oregon con il fratello e il cane. Il fratello ha da poco assunto un accompagnatore, cui ha promesso un lauto compenso al termine della traversata. Presto però il fratello muore di colera e i soldi del compenso vengono, per errore, seppelliti insieme a lui. Alice, con l'aiuto di Billy Knapp, interpretato da Bill Heck, inizierà a cercare una soluzione per pagare il mandriano, affezionandosi anche molto all'uomo. Assieme al secondo episodio, questo è quello che si avvicina maggiormente a come io immagino il western, che tra l'altro, sottolineo, è un genere che faccio abbastanza fatica a sopportare. Nell'ottica di quanto poco sopporto il genere, questo, che è l'episodio più lungo del lotto, mi è piaciuto abbastanza, gioca molto bene con i clichè del genere e il finale, veramente amaro lascia molto lavorare l'immaginazione.

Voto: 7+


The Mortal Remains

Cinque uomini sono in viaggio verso Fort Morgan, a bordo di una carrozza il cui condottiero non ha la minima intenzione di fermarsi, per nessun motivo. I cinque tengono un lungo dialogo riguardo la natura umana, scambiandosi giudizi e opinioni. Un ultimo episodio potente a livello di tematiche, non altrettanto a livello di coinvolgimento personale, che risulta però ottimo per chiudere il cerchio su tutte le vicende narrate. I fratelli Coen in questi sei corti ci hanno parlato della vita, ma soprattutto della morte, e il finale di questo corto è altamente metaforico, così come lo sono il cocchiere, che non viene mai mostrato in volto, e la carrozza che non si ferma mai, se non quando giunta a destinazione.

Voto: 7

Voto al film: 7+

Commenti

  1. Come si dice, un virtuosismo da parte del drago a due conosciuto con il nome dei fratelli Coen.

    Intanto Il Grinta è stato un manifesto per il genere con ambientazione vecchio stile e Non è un paese per vecchi un manifesto per quello moderno. Quindi di più non si poteva chiedere.

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  2. Purtroppo ho un problema con i Coen ma questo, di cui leggo grandi cose, va visto con l'avvicinarsi dei listoni. Spero mi piaccia quanto a te. ;)

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  3. Che belle le polemiche in rete dei cinefili VERI che si lamentano che questo film non è uno stra mega capolavoro megagalattico e che non se lo aspettavano dai Cohen (scritto così). Sul parare noi che siamo cinefili “Poverinos” siamo allineati, mi è piaciuto molto, avercene di film minori, oppure ad episodi così coerente e girati così bene, il western lo avevano già riscritto a loro modo, quindi questa operazione che usa il genere per parlare d’altro mi è piaciuta ;-) Cheers

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  4. Invertendo i pareri sugli episodi di Tom Waits e Neeson, e un punticino in più a quello di James Franco per la battuta finale, ci siamo. I Coen ancora una volta fanno quello che gli pare, e da piccole idee compongono un gran film, che magari alla lunga un po' stanca, ma il bello di essere su Netflix è che lo si può anche spezzettare, motivo per cui la sua distribuzione ha un senso, almeno per me.

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