CHE BRUTTO AFFARE! - Striptease di Andrew Bergman (1996)


USA 1996
Titolo Originale: Striptease
Regia: Andrew Bergman
Sceneggiatura: Andrew Bergman
Cast: Demi Moore, Burt Reynolds, Armand Assante, Ving Rhames, Robert Patrick, Paul Guilfoyle, Jerry Grayson, José Zúñiga, Rumer Willis, William Hill, Robert Stanton
Durata: 120 minuti
Genere: Drammatico

Io per vedere le tette ho dovuto vedermi tutto il film, non vedo perchè non dobbiate farlo anche voi!

Dopo un periodo di inattività, ritorna il F.I.C.A., altrimenti conosciuto come la cricca di blogger che organizza serie di recensioni a tema in diversi periodi dell'anno. A questo giro il tema era molto interessante: parlare di quei film che negli anni novanta, supportati da folli produzioni, spese pazze e con grandi nomi di Hollywood come protagonisti, hanno clamorosamente floppato, rivelandosi brutti all'inverosimile e non rientrando minimamente delle spese folli sostenute. Richiamato da una questione puramente ormonale, ho deciso di guardarmi "Striptease", pellicola del 1996 diretta da Andrew Bergman tratta dall'omonimo romanzo di Carl Hiaasen - e pensare che questo film sia tratto da un romanzo mi fa immaginare quale sia la qualità letteraria dello stesso. Non è un caso secondo me che dei film diretti da Andrew Bergman non ne conosca nemmeno uno, così come è ancora meno un caso il fatto che dopo questo flop, il regista si sia rivisto in attività solamente sette anni dopo, nel 2003, per poi scomparire definitivamente dai radar. Protagonista di "Striptease" - e questo spiega la questione ormonale - è Demi Moore, che ventitré anni fa era bellissima anche se non si può dire che abbia recitato nei miei film preferiti, anzi. Un anno dopo aver partecipato a questo film, esce quello che per me è il peggior lavoro di Ridley Scott, "Soldato Jane", mentre non troppo tempo prima usciva "Ghost", che ho visto più volte e proprio non mi va giù come film.
Erin Grant è un'ex segretaria dell'FBI, che viene licenziata in tronco dopo il divorzio dal marito Darrell, informatore della narcotici cui un giudice estremamente maschilista ha affidato la figlia di sette anni, Angela. Ritrovatasi senza lavoro e per poter portare avanti la sua vita in maniera dignitosa decide di lavorare come spogliarellista in un topless bar, scatenando l'ammirazione di David Dilbeck, un vecchio deputato americano interpretato da Burt Reynolds che spesso arriva ad aggredire fisicamente i suoi ammiratori, essendone gelosissimo. Conoscendo questa sua debolezza, un ammiratore segreto di Elen, Malcolm Moldovsky, interpretato da Paul Gilfoyle, decide di ricattare il deputato in modo da far riottenere alla donna l'affidamento della figlia, minacciandolo in caso contrario di diffondere le foto che lo ritraggono all'interno del club. Essendo però il deputato legato ad un cartello mafioso, egli deciderà di farlo uccidere: dell'omicidio si occuperà, con la collaborazione di Elen, il detective Al Garcia, interpretato da Armand Assante.
Ancora prima della visione del film, non avendolo appunto mai visto, una cosa che ho chiesto agli altri membri della cricca era se Demi Moore le avrebbe uscite, altrimenti non sarebbe proprio valsa la pena di vedersi un film demmerda con quell'attrice protagonista. Vista la preoccupazione togliamoci subito il pensiero: nel primissimo striptease, Demi rimane in intimo, le fa annusare a tutto il pubblico, ma poi viene interrotta - in una scena tra l'altro estremamente trash - dall'intervento del deputato Dilbeck. Al secondo striptease arriva però il momento più atteso: ancora non siamo a mezz'ora di durata del film ed ecco che il pubblico conosce Demi, la tetta destra, e anche Moore, la tetta sinistra. Una visione celestiale, bellissima - che poi Demi Moore aveva davvero un fisico pazzesco, mozzafiato, tanto che molte malelingue hanno pensato che il film fosse stato prodotto principalmente per mettere in mostra il corpo scultoreo dell'attrice - che sarebbe stata perfetta per il finale mentre così, a vederla subito, mi ha fatto chiedere se a questo punto valesse davvero la pena di arrivare fino in fondo nella visione. Anche perchè una volta conosciute Demi e Moore il film prende una piega del tutto imbarazzante: tenta di parlare di argomenti seri, di una madre che è disposta a far di tutto pur di riottenere l'affidamento della figlia, anche a fare la spogliarellista a pagamento, ma lo fa ricadendo spesso e volentieri nel trash. Demi Moore recita malissimo - Razzie Award l'anno dopo per la peggior interpretazione femminile in saccoccia -, Burt Reynolds risulta ridicolo e poco credibile nei panni del deputato arrapato e la piega investigativa che prende la storia dopo l'omicidio di Malcolm, di cui tra l'altro sappiamo praticamente già tutto, è gestita nel peggiore dei modi.
In qualche modo poi il regista e sceneggiatore Andrew Bergman deve aver pensato che condire la pellicola di battutacce fosse la cosa migliore da fare e non aveva torto: "Striptease" si prende incredibilmente sul serio per tutta la sua durata, per gli argomenti che vuole trattare, ottenendo l'effetto di non far ridere in quei momenti in cui dovrebbe essere divertente e di far ridere, pure molto, in quei momenti che dovrebbero essere invece seriosi e che trattano argomenti importanti. C'è di buono, inoltre, che sia Demi sia Moore non le vediamo solamente alla prima occasione e poi basta, ce ne sono almeno un altro paio in cui il fisico scultoreo della protagonista viene messo in mostra, inutile dire che le malelingue non è che avessero torto riguardo gli obiettivi del film, tanto che Demi Moore divenne in breve tempo una sex symbol di portata mondiale. Per quanto riguarda il film in sè invece c'è poco di cui andare fieri: il botteghino gli ha detto bene, certo, a fronte di una spesa intorno ai 50 milioni di dollari ne guadagnò 113 in tutto il mondo - certo è che Demi e Moore devono essere stati due buoni argomenti per portare la gente al cinema -, ma la critica lo massacrò senza pietà portando alla pellicola ben sei Razzie Awards, tra cui il già citato premio per la peggiore attrice, ma anche peggior film, peggior sceneggiatura, peggior regista, peggior coppia e peggior canzone. Insomma, se non fosse per Demi e Moore di questo film me ne sarei potuto dimenticare dopo un paio d'ore e di certo non sarebbe stata una grossa perdita.

Partecipano alla rassegna anche i seguenti blog, che dovete andare a visitare PER FORZA!

18/04 - La bara volante: Corsari
19/04 - Bollalmanacco: Fuga dal mondo dei sogni
19/04 - Director's Cult: Sliver
20/04 - Solaris: L'uomo del giorno dopo
21/04 - La stanza di Gordie: Stargate


Commenti

  1. Aahah a me piace molto, lo considero un cult del trash :D

    Moz-

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  2. Beh sì, senza lei non avrebbe avuto senso, anche perché è l'unica cosa che è sempre risultata interessante in questo film ;)

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  3. Demi la tetta destra e Moore la tetta sinistra, sono morta! Ahahahah! Grazie per aver accettato la missione, portata a fondo in maniera egregia!

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