La maledizione dei Frankenstein di Terence Fisher (1967)


Gran Bretagna 1967
Titolo Originale: Frankenstein Created Woman
Regia: Terence Fisher
Sceneggiatura: Anthony Hinds
Cast: Peter Cushing, Susan Denberg, Thorley Walters, Robert Morris, Duncan Lamont, Peter Blythe, Barry Warren, Derek Fowlds, Alan MacNaughton, Peter Madden
Durata: 86 minuti
Genere: Horror


Continua la retrospettiva sulle serie cinematografiche prodotte dalla Hammer Film Production e dopo aver visto e commentato il secondo capitolo dedicato a Dracula, "Dracula, principe delle tenebre", ritorniamo per direttissima a Frankenstein, con il quarto film dedicato al personaggio, "La maledizione dei Frankenstein". Un titolo italiano che poco ha a che fare sia con il titolo originale inglese, sia con il film in generale perchè "La maledizione dei Frankenstein" fa pensare, visto il plurale della preposizione articolata "dei", che ci siano più Victor Frankenstein, che ci si occupi magari della sua discendenza o di qualche suo familiare. Invece no, assolutamente. Victor Frankenstein rimane solamente uno, sono le creature ad essere sempre diverse da film a film, ma forse anche all'epoca coloro che si occupavano di adattare i titoli in italiano non sapevano che Frankenstein è lo scienziato, non la creatura. Il titolo originale invece "Frankenstein Created Woman" è decisamente più efficace e più centrato: è in pratica un riassunto, in sole tre parole, della trama di questo film, ancora una volta diretto da Terence Fisher dopo che si era preso una pausa dalla serie affidando il precedente capitolo "La rivolta di Frankenstein" a Freddie Francis, e ancora una volta ad interpretare il protagonista abbiamo lo stakanovista Peter Cushing, che da ora in poi pare si dedicherà solamente a questa serie cinematografica.
La trama del film, come già accennato, è molto semplice e il titolo inglese la riassume in maniera efficacissima: dopo l'ingiusta esecuzione capitale subita dal suo amante Hans, interpretato da Robert Morris, Cristina, donna orribilmente sfigurata da un lato del volto interpretata da Susan Denberg, decide di suicidarsi. Victor Frankenstein deciderà di riportarla in vita, innanzitutto ridandole un volto normale e in secondo luogo trasferendo l'anima di Hans all'interno del suo corpo. Una volta tornato in vita nel corpo della sua amante, l'uomo deciderà di vendicarsi di coloro che hanno provocato, incastrandolo, la sua condanna a morte.
Siamo finalmente arrivati ad un punto focale della serie prodotta dalla Hammer dedicata alla figura di Frankenstein, un qualcosa con cui il nostro protagonista prima o poi si sarebbe dovuto confrontare, ovvero il fatto di ridare vita ad una donna. Fateci caso che in tutte le storie dedicate a Frankenstein, prima o poi lo scienziato si vede costretto a dare una moglie alla sua creatura, qui in realtà invece la donna viene creata per scopi diversi, ovvero quello di studiare la possibilità di trasferire l'anima di una persona da un corpo ad un altro. Il vero problema a cui si trova davanti lo spettatore di questa serie di film è innanzitutto il fatto che lo schema narrativo comincia ad essere sempre uguale e in questo caso sembra essere molto molto simile a quello del capitolo precedente, con la sola differenza della confusione creata dal protagonista nel mettere l'anima di un uomo nel corpo di una donna, con tutto ciò che ne consegue a livello psicologico per la persona tornata dalla morte. Uno stato confusionario che è abbastanza interessante per lo spettatore e che risulta essere una delle migliori cose in questo film, per quanto la trama rimanga esile e per quanto il personaggio principale non sia cambiato di una virgola rispetto al primo capitolo.
Inizia però a cambiare quello che è il modo di vedere il personaggio di Frankenstein all'interno della vicenda: se nei primi film non aveva nè una connotazione positiva nè una connotazione negativa, risultando sì fortemente antipatico per via del suo carattere, ma comunque piuttosto borderline a livello morale, qui si inizia a dare al personaggio una connotazione fortemente negativa, che poi immagino verrà perseguita anche nei prossimi film della serie. Serie per la quale purtroppo l'interesse personale sta cominciando a calare vista la ripetitività delle trame, ma che al momento rimane ancora quella meglio gestita, in attesa di confrontarmi - anche se un po' controvoglia - con il terzo capitolo dedicato alla Mummia, ma soprattutto con il terzo film dedicato a Dracula, che è quello che al momento più mi interessa personalmente.

Commenti

  1. Il filone di Dracula è quello un pochino più variegato, la Hammer lavorava spesso sulla quantità quindi il rischio ripetitività è molto alto. Cheers!

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