Hellboy di Guillermo del Toro (2004)


USA 2004
Titolo Originale: Hellboy
Regia: Guillermo del Toro
Sceneggiatura: Guillermo del Toro, Peter Briggs
Cast: Ron Perlman, Selma Blair, Doug Jones, Rupert Evans, John Hurt, Jeffrey Tambor, Karel Roden, Biddy Hodson, Ladislav Beran, Brian Steele, Corey Johnson, Kevin Trainor, Brian Caspe, James Babson, Stephen Fisher, Garth Cooper, Angus MacInnes, Jim Howick
Durata: 121 minuti
Genere: Azione, Supereroi


Siamo ad un vero e proprio tiro di sputo dall'uscita al cinema di "Hellboy", diretto da Neil Marshall e reboot della saga iniziata nel 2004 da Guillermo del Toro, regista che giusto un paio di anni prima arrivava dal riuscitissimo "Blade II", tuttora il mio film preferito della trilogia e forse una delle mie pellicole supereroistiche del cuore. Nell'ottica di vedere appena possibile il nuovo "Hellboy", che sembra abbastanza tamarro da piacermi anche se il doppiaggio del protagonista mi lascia qualche dubbio, ho deciso di riprendere in mano i due film diretti da Guillermo del Toro, per ripassare un po' il personaggio in vista della visione del reboot. un "Hellboy", quello di del Toro, che non si fa mancare proprio nulla a livello di cast: il protagonista è interpretato da un Ron Perlman a cui è stato rimpicciolito il larghissimo naso con la computer grafica, abbiamo una ottima Selma Blair nei panni di Liz Sherman, mentre compaiono nel cast anche Doug Jones, Rupert Evans e Jeffrey Tambor per un film che nel 2004 incassò abbastanza bene - quasi cento milioni di dollari - per un successo che non era per nulla scontato, visto che il personaggio comunque non gode di una così enorme popolarità, se non tra gli appassionati dei fumetti.
La pellicola inizia nel 1944 in Scozia, dove dei militari nazisti stanno conducendo un rito chiamato Ragnarok - sì, in qualche modo, anche se solo a livello di significato, c'entra qualcosa con quello di "Thor: Ragnarok" - condotto da Rasputin - e Dio solo sa cosa mi trattenga in questo momento dal canticchiare l'omonima canzone dei Boney M -, stregone alleato dei tedeschi. Durante questo rito viene aperto un portale per l'aldilà, ma il rito viene interrotto facendo sì che Rasputin venga risucchiato dal portale, mentre i suoi due assistenti scompaiono misteriosamente. Dal portale stesso compare un cucciolo di una creatura rossa simile ad un diavolo, che viene raccolta da Trevor "Broom" Bruttenholm e allevata come se fosse suo figlio, battezzandolo Hellboy. Ai giorni nostri l'agente dell'FBI John T. Myers viene incaricato di diventare l'assistente personale di Hellboy, ora diventato un abile pistolero asservito alle forze del bene, che con la sua squadra di creature paranormali dovrà affrontare la minaccia del ritorno di Rasputin , fortemente determinato a ricominciare e a portare a termine il rito che non aveva completato anni prima.
Quando ho a che fare con i miei primi approcci con il cinema di Guillermo del Toro, dovuti al fatto che sia "Blade II" sia questo "Hellboy" li vidi entrambi quando avevo ancora quattordici anni e furono i miei primi film del regista, mi trovo sempre a dover affrontare un amore principalmente di pancia per quanto riguarda queste sue pellicole. La capacità di del Toro di rimanere sempre fedele alla sua linea cinematografica per quanto riguarda la presenza di mostri nelle sue pellicole è ammirevole, anche se in questo caso il mondo soprannaturale trasposto cinematograficamente dal regista non prevede la presenza di umani che ribaltino la situazione di mostruosità del protagonista, quanto più che altro una convivenza accettata tra alcune creature soprannaturali e personaggi umani. Non riguardavo da tempo questo film e devo dire che ricordavo molta più azione al suo interno - cosa che normalmente non apprezzo - e sono rimasto abbastanza sorpreso dal fatto che non sia tutto bang bang e frasi ad effetto ma sono presenti dialoghi interessanti e scene che lasciano un po' di calma alla narrazione, che comunque procede con un ritmo abbastanza serrato, in una pellicola che per effetti speciali e per il modo in cui viene costruito il personaggio, tra le altre cose tagliato dal sarto per Ron Perlman, non sembra essere invecchiato nemmeno di un anno. Fa poi strano vedere il personaggio di Abe, creatura anfibia che ci dimostra come già tredici anni prima il regista avesse già qualche idea sul film che lo avrebbe fatto sbancare a Venezia e vincere l'Oscar al miglior film e alla migliore regia solamente lo scorso anno - "The shape of Water" per chi avesse vissuto in una bolla di vetro in tutto questo arco di tempo.
"Hellboy" è dunque un film che convince e nel quale il regista riesce a sviluppare bene il suo personaggio, per presentarlo al pubblico e farlo entrare nell'immaginario collettivo: nonostante pare che a tratti sia molto diverso da quello del fumetto - riporto parole di altri - ancora oggi molti riconoscono questo Hellboy e riescono ad apprezzarlo per quello che è. Nell'attesa di vedere quanto sia stato bravo Neil Marshall nel dare la sua personale visione del personaggio e nella speranza che non abbia fatto un copy-paste di questa prima pellicola, è bene riprendere in mano il film dal quale le poche trasposizioni cinematografiche del personaggio sono partite, per capire come un film supereroistico dovrebbe essere diretto e portato in scena: il Marvel Cinematic Universe ha capito benissimo la lezione, soprattutto per quanto riguarda i film sulle origini di un supereroe e siccome questo reboot dovrebbe in qualche modo essere un film sulle origini, ci toccherà vedere se la lezione è stata imparata anche dal nuovo regista!


Commenti

  1. Visto un botto di tempo fa, lo ricordo gradevolissimo, con un Ron Perlman in gran forma e un character design veramente bello :)

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  2. Ecco, questo non bastava? perché rifare un film così memorabile?

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