Hellboy: The Golden Army di Guillermo del Toro (2008)


USA 2008
Titolo Originale: Hellboy II: The Golden Army
Regia: Guillermo del Toro
Sceneggiatura: Guillermo del Toro
Cast: Ron Perlman, Selma Blair, Doug Jones, John Alexander, Luke Goss, Anna Walton, John Hurt, Jeffrey Tambor, Brian Steele, Roy Dotrice, Montse Ribé
Durata: 119 minuti
Genere: Azione, Supereroi


In vista delle recensione dell'"Hellboy" di Neil Marshall, che uscirà a breve dato che ho visto il film Domenica, prosegue - e termina anche qui a dire la verità - il ripasso su questi schermi dei due film dedicati al personaggio di Hellboy diretti da Guillermo del Toro. Dopo aver dunque parlato di quanto apprezzai all'epoca e ho potuto riapprezzare poco tempo fa "Hellboy", eccoci dunque a parlare del secondo capitolo di quella che doveva essere la saga di Guillermo del Toro che poi il regista ha deciso di non proseguire per perseguire altri progetti e che alla fine è sfociata, dieci anni dopo, nel reboot uscito pochi giorni fa nei cinema italiani. Confermatissimi Ron Perlman, Selma Blair e Doug Jones, entrano nel cast Luke Goss, che già del Toro aveva sfruttato in "Blade II", e che proprio dopo questo film non si segnala di certo per la qualità delle pellicole in cui ha recitato.
Siamo nel 1955 e il professor Broom sta raccontando ad Hellboy la storia di una guerra antica, tra gli umani e delle creature mitologiche, guidate dal re Balor guidando la Golden Army, un'armata controllabile solamente da chi possiede la corona reale. La sconfitta degli umani per mano dell'armata rattristò a tal punto il cuore del re, che egli si convinse a stipulare una tregua, che deluse a tal punto il figlio di Nuada da decidere di autoesiliarsi. La corona fu poi divisa in tre parti e la Golden Army mai più richiamata in battaglia. Ai giorni nostri Nuada, entrato in possesso di una parte della corona, decide di dichiarare guerra agli uomini, ma per farlo necessita degli altri due pezzi: uno di questi viene rubato agli umani, mentre l'altro è in possesso della sorella Nuala, interpretata da Anna Walton, che riesce a fuggire con esso. Nel frattempo Hellboy, impegnato in una missione per eliminare centinaia di fatine dei denti, si rivela al mondo intero tanto che i capi di Washington decidono di metterlo sotto controllo. Nuala viene accolta dalla squadra di investigazione e inizierà pian piano ad innamorarsi di Abe, mentre tutta la squadra si prepara a dover fronteggiare la minaccia rappresentata da Nuada e problemi interni tra i membri del team.
Nel corso di questi ormai dieci anni di vita di questo secondo capitolo diretto da Guillermo del Toro, ho sempre in qualche modo preferito questo film rispetto al suo predecessore, uno dei rari casi in cui il seguito mi colpisce di più rispetto all'originale. Non ho mai saputo bene il perchè, ma ora che ho visto entrambe le pellicole a stretto giro forse l'ho capito meglio: l'Hellboy rappresentato in questo lavoro, ancor più che nel primo film, è un personaggio a tutto tondo, con poteri soprannaturali, ma che vive in una condizione molto umana, con problemi sentimentali e un grande desiderio di piacere alle altre persone, cosa che non finisce mai di rimarcare. Non solo però il protagonista è ben scritto e ben delineato, ma anche buona parte dei personaggi che lo circondano, a partire da Abe, che in questo secondo capitolo acquisisce ancora più importanza soprattutto per via della storia d'amore con Nuala, arrivando fino all'antagonista Nuada, che comunque presenta delle motivazioni più che credibili per condurre una guerra contro l'umanità. Ciò che ne viene fuori è un film che sa colpire lo spettatore, facendogli immaginare un mondo di creature fantastiche, rendendolo credibile e quanto mai realistico e vicino all'essere umano.
Non mancano poi una spiccata dose di umorismo, soprattutto da parte dei personaggi positivi della vicenda, mentre con gli effetti speciali il regista gioca praticamente in casa, migliorandoli incredibilmente rispetto al film precedente e risultando di gran lunga migliori anche di quello recentemente uscito - ma su questo, promesso, ci ritorneremo settimana prossima. Va da sè che il diciottenne che è ancora in me e che ha visto per la prima volta il film proprio una decina di anni fa, quando questo uscì nelle sale italiane, è andato ancora una volta in visibilio per lo splendore delle immagini e degli effetti visivi, ma ancora di più per una storia che tempo fa aveva sottovalutato, ma ora trova quanto mai interessante e in grado di non sentire lo scorrere del tempo.


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