American Gods - Stagione 1
American Gods
(serie TV, stagione 1)
Episodi: 8
Creatore: Bryan Fuller, Michael Green
Rete Americana: Starz
Rete Italiana: Amazon Prime Video
Cast: Ricky Whittle, Emily Browning, Crispin Glover, Bruce Langley, Yetide Badaki, Pablo Schreiber, Ian McShane
Genere: Fantasy
Vi è mai capitato di guardare una di quelle serie di cui ci capite poco ma non riuscite a fare a meno di proseguire? Una di quelle serie in cui la trama scorre così bene che diventa difficile staccarsene, anche se le vedi in metropolitana sul tuo cellulare mentre stai andando al lavoro e, prima o poi, dovrai pure scendere da quella maledettissima metropolitana? A me di guardare una serie di cui non ci capivo nulla ma mi piaceva è capitato, con "Legion", anche se alla lunga la cosa aveva iniziato a darmi parecchio fastidio e non sono dunque riuscito ad apprezzarla appieno. E ovviamente non l'ho guardata in metropolitana, sarebbe stato veramente complicatissimo seguirla in mezzo ad altra gente, magari con il volume che qualche volta veniva sovrastato dai rumori della galleria. Questo non è però il caso di "American Gods", forse la stagione di una serie che più in assoluto ha reso piacevoli i miei viaggi verso il mio posto di lavoro.
Sì perchè porco cane, con questa prima stagione di questa serie targata Starz, la rete che ha dato vita ad un altro lavoro che avevo apprezzato tantissimo come "Spartacus", e in Italia pubblicata da Amazon Prime Video mi ci sono trovato talmente bene che è riuscita ad entrare di diritto tra quelle che ritengo le migliori serie televisive di questa annata. Chiaro che ho ancora qualche freccia nella mia faretra da scoccare, ma a soli due mesi e mezzo dalla fine di questo 2017 i giochi stanno cominciando a delinearsi e difficilmente io sono una persona entusiasta che accoglie le cose con questo calore. "American Gods" è tratta dall'omonimo romanzo di Neil Gaiman - che, non chiedetemelo neanche, ovviamente non ho letto - e parla delle vicende di un certo Shadow, interpretato da Ricky Whittle, che, il giorno stesso del suo rilascio dalla prigione, scopre che la moglie è morta in un incidente stradale, mentre stava praticando del sesso orale - sul blog meglio non essere troppo scurrili, però ci ho pensato per un attimo - sul suo migliore amico. All'aeroporto, prima di tornare nella sua città per il funerale, viene avvicinato da un uomo misterioso, che si fa chiamare Wednesday, interpretato dal qui in formissima Ian McShane, che gli proporrà di lavorare come sua guardia del corpo.
"American Gods" è una di quelle serie o comunque una di quelle visioni, in generale, per le quali non riesco mai bene a capire quali siano le motivazioni per cui mi piacciano così tanto. Alla fin fine la trama, abbastanza intricata e misteriosa, c'è da dirlo, scorre via abbastanza bene e le puntate sono strutturate quasi con lo stile della trama verticale, con quella orizzontale che va avanti lo stesso in maniera spedita, ma, spesso e volentieri, conosciamo dei personaggi che poi, probabilmente, non vedremo mai più - vedi ad esempio la comparsata tra il secondo e il terzo episodio di Peter Stormare nei panni di uno dei personaggi meglio riusciti di questa prima stagione -. Inoltre, in ogni episodio, veniamo introdotti dalla narrazione di una delle leggende riguardanti gli antichi dei, reinterpretata con personaggi del nostro tempo e questa leggenda sembra quasi essere una narrazione standalone, che in realtà non ha molto a che fare con il proseguimento dell'episodio. I personaggi principali poi sono tutti portati all'estremo delle loro caratteristiche ma non abbastanza da farli diventare degli stereotipi e per quanto la caratterizzazione degli stessi sia ancora abbastanza alle basi, ciò funziona anche se non sempre alla perfezione. E se proprio dobbiamo parlare di imperfezioni, c'è anche da citare la computer grafica, che a tratti appare parecchio vergognosa, anche se, in fondo, chissene frega, quando un prodotto ti prende così tanto senza farti nemmeno capire il perchè!
Voto: 8
Anche per me l'episodio di Essie e di Mad Sweeney rappresenta il punto più alto della serie.
RispondiEliminaIo adoro il romanzo quindi con me giocava in casa.
Qualche perplessità su Shadow, purtroppo.
E' una serie in cui i comprimari riescono in alcuni punti della storia a dare le piste ai protagonisti.
Anche me ha fatto un'impressione simile a Legion. Solo che laddove quella partiva alla grande e poi si spegneva, qui è andata al contrario.
RispondiEliminaNel complesso comunque non mi ha convinto del tutto, il personaggio di Peter Stormare io proprio non l'ho retto, e in alcuni tratti mi ha annoiato. Per me è una serie dal buon potenziale ancora inespresso, se non per il personaggio di Emily Browning, che secondo me tiene in piedi da sola l'intera stagione.
Faccio fatica quest'anno a pensare a una serie migliore di questa... Concordo anche io sul meraviglioso episodio irlandese!
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