Il marchio di Dracula di Roy Ward Baker (1970)
Regno Unito 1970
Titolo Originale: Scars of Dracula
Regia: Roy Ward Baker
Sceneggiatura: Anthony Hinds
Cast: Christopher Lee, Dennis Waterman, Jenny Hanley, Christopher Matthews, Patrick Troughton, Michael Gwynn, Michael Ripper, Wendy Hamilton, Anouska Hempel, Delia Lindsay, Bob Todd, Toke Townley, David Leland, Richard Durden, Morris Bush, Margo Boht, Clive Barrie, Olga Anthony, George Innes
Durata: 96 minuti
Genere: Horror
Da quando ho mollato lo speciale sulle serie cinematografiche della Hammer Film Productions - non era mia intenzione, semplicemente non riuscivo a trovare il film successivo e penso che ne passerà di tempo prima che riesca a trovare il prossimo, che penso sia pure il più difficile - ho portato a termine uno speciali, quello su "La bambola assassina", e quasi finito un altro, quello su "Rambo". Qualche mese fa l'idea era però ben diversa: sapete bene che su determinate cose sono un tipo particolarmente pignolo e quando inizio una cosa ci tengo a portarla a termine - per quanto riguarda le serie televisive il discorso è un bel po' diverso - e quando inizio una saga cinematografica o mi fermo direttamente al primo capitolo, oppure, se guardo anche il secondo, mi sento in dovere di guardarli tutti. L'idea era proprio quella di fare un forcing finale per recuperare quei pochi film che mi mancavano per portare a termine questo speciale che, dopo sei o sette film, estremamente ripetitivi, aveva cominciato ad annoiarmi. A dirla tutta pure le recensioni che ho scritto in proposito non è che cambino molto l'una dall'altra, ho seguito un po' l'andamento delle varie pellicole, rendendole piuttosto ripetitive. Terence Fisher, regista storico della casa di produzione, ha ormai abbandonato da qualche film la regia della serie dedicata a Dracula, mentre molto probabilmente controvoglia rimane l'attore che l'ha resa celebre, quel Christopher Lee che dopo un primo film ottimo era riuscito a diventare talmente un'icona da potersi permettere di scioperare per tutto il secondo film della serie, non pronunciando nemmeno una battuta. Alla regia viene però chiamato Roy Ward Baker, forse la prima volta in cui la Hammer decide di non chiamare un regista del tutto esordiente nè un collaboratore di scena, ma comunque uno che qualche film in carriera lo aveva diretto, certo, non di grandissimo conto, ma comunque qualcosa nella sua vita l'aveva fatto.
Grazie al sangue versato dalla bocca di un pipistrello, Dracula viene resuscitato e subito dopo il suo risveglio dissangua la figlia di un locandiere. Il villaggio in cui abita, per porre fine alla situazione di terrore creata da anni dallo stesso Dracula, decide di dare fuoco al castello in cui vive, mentre lui sta dormendo al suo interno. Purtroppo però i piani dei cittadini non sortiscono gli effetti sperati e le fiamme non riescono a raggiungere le profondità della cripta in cui egli dorme. Resosi conto del torto subito, Dracula comincerà, per vendetta, a nutrirsi, uccidendole, di tutte le donne del villaggio. Cercando riparo nel suo castello, il giovane Paul scompare misteriosamente e vanno in sua ricerca il fratello Albert e la sua fidanzata Sara, venendo però a loro volta imprigionati all'interno del castello.
Forse, paradossalmente, il periodo forzato di pausa da questa serie di film - dovuta al fatto che non riuscissi a trovare un modo per procurarmi "Il marchio di Dracula" - non mi ha fatto poi così male: rimangono ovviamente quelle che sono le mie considerazioni per quel che riguarda la fantasia e la ripetitività delle varie pellicole, sensazione che si amplia soprattutto quando la produzione diventa quasi una vera e propria catena di montaggio, con Christopher Lee costretto a recitare il ruolo - poverino - per ben due volte nel corso della stessa annata, però ho trovato qualche motivo di interesse che nelle pellicole che avevo visto prima di stoppare lo speciale non ero riuscito a trovare. La trama bene o male è quella, ma, un po' come per buona parte dei film della serie di Dracula, le atmosfere sono ben costruite e, a livello registico - a parte i pipistrelli di plastica che svolazzano come delle cimici - è presente qualche trovata interessante, anche se nulla di trascendentale, ovviamente. Insomma, il periodo di pausa forzata mi ha fatto più male che bene e sono riuscito a trovare motivi di interesse anche in uno speciale che con l'angolino sinistro del cervello stavo quasi pensando, in maniera remota, di abbandonare. Ma io non demordo e vi attendo per quando riuscirò a recuperare il prossimo film, sperando non passino altri due o tre mesi.
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