Gemini Man di Ang Lee (2019)



USA, Cina 2019
Titolo Originale: Gemini Man
Regia: Ang Lee
Sceneggiatura: Billy Ray, Darren Lemke, David Benioff
Durata: 117 minuti
Genere: Fantascienza, Azione


Nel corso della mia vita non ho visto tanti film di Ang Lee, quanto meno rispetto a quella che è la sua produzione cinematografica, non certo sterminata, ma comunque con ben quattordici film all'attivo. Per quel poco che ho potuto vedere parlando dei suoi lavori non sono ancora ben riuscito ad inquadrarlo come regista: spettacolare ne "La tigre e il dragone", buono ma non così eccellente - come invece i giurati dell'Academy lo hanno fatto apparire - con "La vita di Pi", soprattutto in un'annata in cui non mi era parso fosse il migliore in corsa, mentre per quanto riguarda "Hulk" e "Billy Lynn - Un giorno da eroe" sono abbastanza combattuto riguardo al giudizio come regista. Sempre tra i film che ho visto, a parte "Lari tigre e il dragone" che mi ha convinto un po' in tutti i suoi aspetti, per quanto riguarda gli altri era sempre la sceneggiatura a lasciarmi un po' più interdetto con sia "La vita di Pi" sia "Billy Lynn - Un giorno da eroe" che non mi hanno convinto appieno negli ultimi anni. Arriva poi "Gemini Man", film con due Will Smith realizzato con una tecnica abbastanza innovativa, roba per cui gli appassionati possono andare in fibrillazione: siamo davanti intanto ad un film realizzato in 120 fps, ma soprattutto con una CGI tale per cui il Will Smith giovane, funzionale per la trama, è stato ricostruito interamente al computer e non solamente ringiovanito prendendo immagini di repertorio e ricostruendo i movimenti dell'attore. Oltre a ciò nel cast sono presenti anche Mary Elizabeth Winstead e Clive Owen, particolarmente apprezzati da queste parti. A dir la verità non ero convintissimo di andare al cinema per vedere questo film ma, complici un serata libera e il fatto che, in effetti, di cose interessanti da vedere nel cinema vicino a casa mia non ne erano rimaste tantissime, mi sono convinto a dargli un'opportunità, anche perchè forse vedendo questa pellicola in home video mi sarei perso qualcosina.
Henry Brogan è il miglior agente assassino del governo americano che, dopo aver scoperto che nella sua ultima missione avrebbe ucciso un semplice biologo invece che un terrorista come gli era stato precedentemente comunicato, decide di ritirarsi nella sua vecchia casa in Georgia. Una volta lì però viene raggiunto da una squadra di assassini incaricati di ucciderlo, ma riuscirà comunque a neutralizzarli. Dopo aver scoperto che gli assassini sono stati mandati dal suo vecchio partner Clayton Verris, ora a capo del progetto Gemini. Deciderà così di partire per la Colombia assieme a Danny, agente sotto copertura pagata per sorvegliare i suoi movimenti, dove inizierà ad essere inseguito da un agente del tutto identico a lui e, soprattutto, bravo esattamente come lui. Presto Henry scoprirà che venticinque anni prima, con l'inizio del progetto Gemini, Clayton aveva utilizzato il sangue di Henry, il miglior sicario di sempre, per farne una copia esatta, un clone che poi è stato chiamato Junior e allevato come un figlio dallo stesso Clayton.
Pellicola nata da una sceneggiatura di Billy Ray, Darren Lemke e David Benioff - uno dei responsabili del disastro che è stata l'ottava stagione di "Game of Thrones" - ancora una volta non è riuscita a fugare i miei dubbi per quanto riguarda le scelte del regista di portare al cinema determinate sceneggiature. Con una trama piuttosto semplice e classicheggiante, "Gemini Man" risulta essere più che altro un film per appassionati di tecniche cinematografiche, di montaggio e di computer grafica, tant'è che al botteghino, complice anche una pubblicità non certo ben gestita, non ha avuto una buona partenza, anche a livello mondiale. C'è ovviamente poco da dire sulla sceneggiatura, piuttosto lineare, senza particolari problemi e senza particolari guizzi creativi, da questo punto di vista il film si lascia guardare nonostante qualche momento di stanca nella parte centrale - e per una volta nella vita benedetto l'intervallo al cinema che di solito mi spezza le gambe, mentre qui mi ha rigenerato - e al contrario una parte finale in cui lo scorrere degli eventi avviene in modo abbastanza veloce.
Bisogna dunque dire la propria sulla tecnica utilizzata per la realizzazione del film: la sala in cui sono andato a vedere il film non proiettava la pellicola al massimo delle sue potenzialità, nonostante fosse realizzata in 120 fps, molte sale, tra cui la mia, lo hanno proiettato a 60 fps ma probabilmente il mio occhio non avrebbe notato la differenza. La cosa su cui bisogna però soffermarsi è il modo in cui è stato realizzato Will Smith da giovane. Per quanto riguarda le sembianze è perfetto, riporta fortissimo alla mente il ricordo di "Willy, il principe di Bel Air" e tutte le critiche che ho letto hanno elogiato in modo particolare la tecnica con cui è stato realizzato, che è sicuramente innovativa. Ora, io non so se la sensazione fosse legata al fatto di averlo visto in 60 fps invece che in 120 fps, ma in alcuni frangenti, specie in quelli in cui i due Will Smith combattevano, ho avuto la sensazione che la controparte giovane fosse finta, mi è sembrato di vederlo e, alla luce di tutte le critiche positive lette non capisco se l'ho vista solo io questa cosa, se è un'illusione ottica dettata dal pregiudizio oppure se sono stati tutti i critici a non aver visto questa cosa. Sull'Ang Lee regista poi nulla da obiettare, alcune sequenze sono girate in maniera egregia, ma la sensazione, al termine della visione, è stata quella di aver visto un bel contenitore vuoto, che no, non fa schifo come in tanti hanno detto e che, per tutta la sua durata, coinvolge anche abbastanza, però, a parte per quel che riguarda la componente tecnica, penso che la pellicola potrebbe rivelarsi, per la storia del cinema, più importante di quanto, a conti fatti a livello qualitativo, meriterebbe.

Voto: 5,5

Commenti

  1. Io l'ho trovato vuoto, superficiale, svogliato, totalmente non plausibile... non basta soffermarsi solo sulla tecnica: ha ragione Scorsese, questo non è cinema. Il cinema vero è creatività, espressione, arte. Qui c'è solo sfoggio di effetti speciali, ma le emozioni sono meno di zero.

    RispondiElimina
  2. Non ho avuto tempo di andare a vederlo, ma in realtà non ho avuto voglia di andare a vederlo. Ang Lee mi piace, ma questo sembra uno scarto di John Woo nella sua fase americana. Lo vedrò quando sarò un po’ meno di corsa, o magari a casa, su Netflix, tra due anni ;-) Cheers

    RispondiElimina

Posta un commento

Quando commentate ricordate che si sta pur sempre parlando di opinioni, quindi siate educati. Apprezzo sempre una punta di sarcasmo, sarò il primo a tentare di rispondervi a tono.

Non sono in cerca di prestiti ultravantaggiosi, ma sono ben disposto verso le donazioni spontanee!

Post popolari in questo blog

Le spose di Dracula di Terence Fisher (1960)

Unbreakable Kimmy Schmidt - Stagione 1

Rambo di Ted Kotcheff (1982)