Panama Papers di Steven Soderbergh (2019)
USA 2019
Titolo Originale: The Laundromat
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Scott Z. Burns
Cast: Meryl Streep, Gary Oldman, Antonio Banderas, Jeffrey Wright, Robert Patrick, David Schwimmer, Cristela Alonzo, Sharon Stone, James Cromwell, Larry Clarke, Will Forte, Chris Parnell, Melissa Rauch, Nonso Anozie, Nikki Amuka-Bird, Larry Wilmore, Matthias Schoenaerts, Rosalind Chao, Jessica Allain, Kunjue Li, Lo Ming, Amy Pemberton
Durata: 94 minuti
Genere: Drammatico
Si sono fatte molte polemiche, soprattutto nelle ultime settimane, per il fatto che l'ultimo film di Martin Scorsese, "The Irishman" che cercherò di ritagliarmi le dovute tre ore e mezza per vederlo questo fine settimana, sia stato distribuito da Netflix e sia stato difficilissimo trovare una sala che lo proiettasse, ma non ho visto nessuno, un paio di mesi fa, lamentarsi del fatto che "Panama Papers", l'ultimo film di Steven Soderbergh, al cinema non ci sia nemmeno mai andato. Provocazione sterilissima a parte, un paio di settimane fa, vista anche la durata più contenuta che mi ha consentito di farlo una serata in settimana, ho recuperato "Panama Papers", film di Steven Soderbergh, regista che apprezzo a fasi alterne e talmente prolifico che quasi non riesco nemmeno a vedere tutti i suoi film di anno in anno, con protagonisti Meryl Streep, che non mi sorprenderebbe se venisse candidata all'Oscar per la sua performance, non tanto perchè sia stata brava, ma perchè l'Academy pare che candidandola abbia una tassa annuale da pagare e anche quest'anno potrebbero non riuscire a fare a meno di lei, Anotnio Banderas e Gary Oldman, in quelli che sono forse i ruoli più interessanti del film.
La pellicola si basa sul libro "Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite", altrimenti detto "Quando devo scrivere un libro e decido di scrivere tutto, ma proprio tutto tutto tutto, nel suo titolo", che parla dell'inchiesta del giornalista Jake Bernstein sui cosiddetti Panama Papers, una serie di documenti custoditi a Panama riguardo un gran numero di società nate nello stato sudamericano create da azionisti con l'intento di nascondere al proprio paese di residenza i propri soldi, in modo da non pagare i tributi. Protagonista del film è la vedova Ellen Martin, che dopo la morte del marito in un incidente nautico, comincia ad indagare su una serie di truffe assicurative che la portano in uno studio legale a Panama, gestite dai soci in affari Jürgen Mossack e Ramón Fonseca. La truffa di cui viene a conoscenza si rivelerà però essere soltanto la punta dell'iceberg, scoprendo che nelle cartelle conservate a Panama City sono contenute informazioni su moltissime attività di riciclaggio di denaro e di depositi atti a nascondere i soldi al proprio paese di residenza.
Come ho detto a più riprese Soderbergh è un regista che mi piace a fasi alterne, non mi è mai capitato di gridare al capolavoro guardando un suo film, così come non ricordo mi abbia mai fatto schifo un suo lavoro. C'è anche da dire che il regista è uno di quelli che davanti ai suoi film si specchia e mica poco, ci tenga a far capire al mondo quanto è bravo, ma soprattutto a volerlo dimostrare a se stesso, motivo per cui spesso e volentieri risulta piuttosto antipatico. Ebbene, se ad esempio "Unsane" era un modo per dire quanto anche con una manciata di iPhone si potesse girare un film più bello di qualsiasi "Transformers, questo "Panama Papers" è stato più che altro un modo per tediarmi all'inverosimile, con personaggi che vogliono risultare simpatici senza esserlo e qualche battutina di troppo che decisamente non ho gradito. Dal punto di vista tecnico il film non è malaccio, il solito buon non capolavoro di Steven Soderbergh, ma dal punto di vista del ritmo e della narrazione proprio non ci siamo, una noia clamorosa e meno male che non lo hanno mandato nei cinema, altrimenti avrei pagato nove euro per... rischiare di dormire sulla poltrona.
Voto: 5
E' il primo parere negativo che leggo su questo film. Che a me invece è piaciuto, pur senza isterismi... non è certo un capolavoro ma nemmeno da buttare. Su una cosa sono d'accordo con te: Soderbergh è un regista ruffianissimo che ci tiene a far sapere che è bravo ;) questo film infatti dice cose che tutti sanno, però devo dire che, per me, le dice molto bene. Non l'ho trovato affatto noioso, anzi, mi sono piuttosto divertito. Fermo restando che non entrerà certo nella storia del cinema.
RispondiEliminaMe lo salto, deciso!
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