Il gatto a nove code di Dario Argento (1971)
Italia, Francia, Germania Ovest 1971
Titolo Originale: Il gatto a nove code
Regia: Dario Argento
Sceneggiatura: Dario Argento
Cast: James Franciscus, Karl Malden, Catherine Spaak, Aldo Reggiani, Tino Carraro, Pier Paolo Capponi, Horst Frank, Rada Rassimov, Carlo Alighiero, Cinzia De Carolis, Tom Felleghy, Emilio Marchesini, Corrado Olmi, Vittorio Congia, Ugo Fangareggi, Fulvio Mingozzi, Pino Patti, Umberto Raho, Jacques Stany, Stefano Oppedisano, Ada Pometti, Marie Louise Zetha, Werner Pochath, Dario Argento, Margherita Horowitz
Durata: 107 minuti
Genere: Thriller
Prosegue pian pianino e senza che mi dia una particolare scadenza - non aspettatevi ad esempio di trovare una puntata di questo speciale alla settimana anche perchè diciotto film non saranno un numero immenso ma non sono nemmeno pochi - lo speciale organizzato dal sottoscritto con la collaborazione dei suoi stessi occhi per vedere e delle sue stesse mani per scrivere dedicato al cinema di Dario Argento, regista di gialli e horror che ho sempre particolarmente apprezzato e del quale ho visto buona parte dei suoi film e alcuni di essi verranno recuperati appositamente per questo speciale - uno ad esempio, lo dovremmo vedere tra un paio di puntate, dato che andremo in ordine d'uscita -. "L'uccello dalle piume di cristallo" ebbe, all'epoca della sua uscita, un'accoglienza da parte del pubblico piuttosto fredda, con gli spettatori che letteralmente si divisero tra nord e sud: ad incassi sotto la media al nord corrispose un buon successo al centro e al sud, successo che si diffuse a macchia d'olio e venne poi seguito anche nel settentrione, facendo diventare il film il tredicesimo incasso della stagione in Italia. Sull'onda del buon successo ottenuto anche fuori dai confini italiani - apprezzatissimo fu il film negli Stati Uniti - Argento fa uscire, un anno dopo, "Il gatto a nove code", secondo capitolo della "Trilogia degli animali", film realizzato praticamente su commissione da parte della National General che chiese prima alla Titanus e poi direttamente a Dario Argento un nuovo film, con possibilmente degli attori più famosi negli Stati Uniti che in Italia. Il risultato è un successo di pubblico praticamente raddoppiato rispetto al film precedente, nonostante la produzione del secondo film del regista sia andata incontro a non poche insidie.
Siamo ancora nella fase di argentiana dedicata al cinema giallo, con la trama che narra la vicenda del giornalista Carlo Giordani, interpretato da James Franciscus, e dell'enigmista cieco Franco Arnò, interpretato da Karl Malden, che si ritroveranno ad indagare sulla morte, avvenuta in circostante piuttosto strane, del dottor Calabresi, un genetista che stava da tempo studiando la presenza di un gene, negli esseri umani, che potesse in maniera quasi lombrosiana, catalogarli come potenziali assassini. Alla morte del dottor Calabresi, apparentemente collegata all'irruzione avvenuta qualche giorno prima nel suo laboratorio senza che però venisse portato via nulla, segue una serie di brutali omicidi, con i due protagonisti che si ritroveranno ad indagare su questi misteriosi omicidi, compiuti da qualcuno che sembra voler nascondere qualcosa, parallelamente alla polizia, che sembra invece brancolare nel buio.
Nonostante in questo secondo lavoro Dario Argento cerchi ancora di dare qualcosa di personale al genere giallo, come ad esempio lo stesso stratagemma usato nel precedente film di mettere al centro delle indagini non dei poliziotti o dei detective, ma persone che fanno tutt'altro lavoro, il secondo capitolo della "Trilogia degli animali" al contrario del successo economico ottenuto dal pubblico, delude chi sperava di vedere ancora una volta qualcosa di non convenzionale per quanto riguarda il genere giallo. Il totale ribaltamento del genere che in "L'uccello dalle piume di cristallo" seguiva canoni personalissimi e forse mai visti prima, qui fa decisamente un passo indietro, con il regista che sembra quasi volersi dare delle regole - o che gli siano state date da qualcun altro - che però non sa bene come seguire. Dal punto di vista dell'intreccio tutto sembra procedere in maniera abbastanza lineare, con la storia che in pochi casi è riuscita a coinvolgermi e che, dal punto di vista narrativo, mi è parsa abbastanza pasticciata e poco accattivante. Chiaro che alcuni pasticci ci fossero anche nel suo lavoro precedente - e a dirla tutta qualcosa che non fila c'è anche nel suo film più noto "Profondo rosso" -, qui però da spettatore non sono riuscito ad accettarli, perchè a questo secondo film sembra mancare qualcosa, a livello narrativo, che tenga incollati allo schermo.
I problemi presenti dal punto di vista narrativo vengono in parte mascherati dalla bravura registica di Argento, che qui decide di dare al film uno stile visivo ben delineato e ben riconoscibile, seguendo un po' quelle regole che il regista si era dato con il suo lavoro precedente, anche se, forse a causa della realizzazione praticamente su commissione, sembra fare un passo indietro. Rimangono parecchio interessanti le scene in cui l'assassino uccide le sue vittime, con la telecamera che si sposta sempre in maniera concitata tra il volto della vittima agonizzante che sta tentando di sfuggire dalle grinfie del criminale e alcuni frame dell'occhio dello stesso assassino. Anche in questo caso la colonna sonora è affidata a Ennio Morricone, che in alcune scene riesce a mettere una certa ansia nello spettatore. Molti asseriscono che "Il gatto a nove code" non sia stato un film in grado di conquistarli alla prima visione, ma addirittura alla terza o alla quarta. Io purtroppo, sono ancora solamente alla seconda visione di tale film, ma, tra pregi innegabili e altrettanti difetti, ancora non sono riuscito a trovare uno spiraglio per farmi conquistare.
Voto: 6
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