La ruota delle meraviglie di Woody Allen (2017)
USA 2017
Titolo Originale: Wonder Wheel
Regia: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Cast: Kate Winslet, Justin Timberlake, Juno Temple, Jim Belushi, Jack Gore, Tony Sirico, Steve Schirripa, Max Casella, David Krumholtz, Bobby Slayton, John Mainieri
Durata: 101 minuti
Genere: Commedia, Drammatico
Sono quasi stanco di ripetere ogni anno le stesse cose, ma non penso che in questo caso la colpa sia mia, che ci tengo a ribadirle, quanto più che altro di Woody Allen, che ci tiene, ogni anno, a far uscire un suo nuovo film nelle sale. Ora io dico, come fa un regista ottantenne ad avere la forza di far uscire un film all'anno? Come si fa a far uscire un film all'anno senza che ti passi dall'anticamera del cervello che potresti star facendo un passaggio a vuoto e che magari, per il tuo prossimo film, vorrai lavorarci un po' di più? Proprio a causa di queste domande esistenziali ho sempre in qualche modo preferito quei registi per cui, tra un film e l'altro, si viene a creare un'attesa che dura del tempo, attesa grazie alla quale il film viene goduto di più da parte degli spettatori, o per lo meno da parte mia. Ecco Woody Allen è l'esatto contrario, a livelli di tempistiche, dei registi che più apprezzo: ogni anno nel periodo pre-natalizio esce un suo film e, da qualche tempo a questa parte, pare anche seguire quello strano trend per cui un'anno esce un film buono e l'anno dopo un film decisamente meno indimenticabile. Questo, almeno per quel che riguarda i miei personalissimi gusti, sarebbe dovuto essere l'anno meno buono, dato che "Cafè Society" lo scorso anno non dico mi avesse fatto fare pace con il regista, ma lo avevo abbastanza adorato a dire la verità.
E dire che "La ruota delle meraviglie", alla sola visione del trailer, sembrava promettere molto molto bene soprattutto se pensiamo a quelli che sono i miei gusti dal punto di vista recitativo: la sola presenza di Kate Winslet, attrice da queste parti apprezzatissima, sarebbe stata già di per sè un ottimo biglietto da visita, ma se ci aggiungi un Jim Belushi che non vedevo da tempo, un Justin Timberlake che alla fine non sono mai riuscito a disprezzare quando smette di cantare e comincia a recitare e, come ciliegina sulla torta, quella bellezza incommensurabile di Juno Temple che mi aveva letteralmente impressionato nella prima e unica stagione di "Vynil", il risultato sarebbe dovuto quanto meno essere soddisfacente. Quanto accade invece con la visione de "La ruota delle meraviglie" è che, in qualche modo, ci ritrovo tutto ciò che non mi ha mai permesso di apprezzare Woody Allen, soprattutto come sceneggiatore, come creatore di storie, dato che dal punto di vista registico effettivamente non ho nulla da dire.
Siamo negli anni cinquanta, a Coney Island. Ginny, interpretata da Kate Winslet, è un'attrice sulla cinquantina che lavora come cameriera in un ristorante di pesce. Mantiene un rapporto difficile con il marito Humpty, interpretato da Jim Belushi, che tende a diventare molto violento quando beve ed è sobri da molto tempo, e con il figlio avuto dal primo matrimonio, della cui fine si sente responsabile, dedito alla piromania. La sua vita viene sconvolta dall'improvvisa infatuazione per il bagnino Mickey, interpretato da Justin Timberlake, molto più giovane di lei che assume anche il ruolo di narratore della vicenda. La loro relazione, all'inizio piuttosto appagante, viene disturbata dall'arrivo in città di Carolina, la figlia di Humpty interpretata da Juno Temple, che sta sfuggendo dall'organizzazione criminale a cui appartiene il marito, decidendo di rifugiarsi proprio dal padre che tempo addietro l'aveva ripudiata, incominciando ad avere una certa influenza sia sul padre, che comincerà a viziarla dopo la riappacificazione, sia su Mickey che non potrà nascondere per molto l'attrazione che prova per lei, scatenando la gelosia di Ginny.
Come potete vedere la trama de "La ruota delle meraviglie" risulta da una parte piuttosto difficile da riassumere - anche se avrei potuto farlo semplicemente scrivendo "succedono robe", che è poi un po' il motivo per cui Woody Allen non è mai riuscito a rientrare tra i registi che apprezzo -, dall'altra piuttosto intricata, con tutti i personaggi che vengono coinvolti nella fitta rete tessuta dal regista, qui in veste anche di sceneggiatore. La sensazione avuta alla fine del film, oltre alla sicuramente straordinaria bellezza di immagini e inquadrature, è stata semplicemente quella di trovarmi davanti a qualcosa che non portasse in una direzione ben precisa, cosa che chi apprezza molto Woody Allen al contrario di me, potrebbe accogliere positivamente dicendo che il regista cerca di mettere in scena la vita vera, che non si sa mai bene verso quale direzione ti porti. Critica che sicuramente ci sta alla grandissima che però non riesco a rendere mia, non riesco ad abituarmi al vedere i fil di Woody Allen sotto quest'ottica, trovandomi davanti ad una storia che mi ha coinvolto fino a un certo punto, ma che alla fine penso non abbia portato nè la mia mente nè il mio cuore da nessuna parte.
Voto: 6-
Già, Woody ultimamente è così: ha una buona idea all'anno, ma poi non la sviluppa per bene. Si prendesse più tempo, chissà, potrebbero uscirne dei bei film. Qui tutto bello, carino, ma niente di straordinario o di indimenticabile.
RispondiEliminaPer me vale la Woody-regola che ne trovo uno che mi piace ogni tre anni, per questo, stavolta, non l'ho visto al cinema nonostante il buon cast e le ambientazioni curiose :)
RispondiElimina