La battaglia dei sessi di Jonathan Dayton, Valerie Faris (2017)

Regno Unito, USA 2017
Titolo Originale: Battle of Sexes
Regia: Jonathan Dayton, Valerie Faris
Sceneggiatura: Simon Beaufoy
Cast: Emma Stone, Steve Carell, Andrea Riseborough, Sarah Silverman, Bill Pullman, Alan Cumming, Elisabeth Shue, Austin Stowell, Natalie Morales, Eric Christian Olsen, Lewis Pullman, Jessica McNamee, Martha MacIsaac, Wallace Langham, Mark Harelik, Fred Armisen, John C. McGinley, Chris Parnell, James Mackay, Enuka Okuma
Durata: 121 minuti
Genere: Biografico, Commedia, Sportivo


E' ormai un po' di tempo che sostengo che, secondo il mio gusto personale, il tennis possa essere uno sport dal buon livello cinematografico. Nel corso del 2017 il buonissimo "Borg McEnroe", basato su una delle più interessanti rivalità tennistiche della storia in quella che è considerata come l'epoca d'oro del tennis mondiale, aveva fortemente confermato questa mia idea, mentre non ero ancora riuscito a vedere "La battaglia dei sessi", che ritenevo interessante sia per l'argomento tennistico sia, soprattutto, per quel che riguarda il movimento femminista, del quale il tennis, tramite un match tra la numero uno del ranking femminile Billie Jean King e l'ex campione maschile Bobby Riggs, si è in qualche modo fatto promotore grazie soprattutto alla personalità della King e alle sue lotte per far ottenere alle sue colleghe la stessa retribuzione dei colleghi maschili.
Quella che vediamo nel film è stata in realtà la seconda "Battaglia dei sessi", tenutasi nel Settembre del 1973 - la prima si era tenuta pochi mesi prima dopo che lo spavaldo Bobby Riggs aveva scommesso che nonostante i suoi 55 anni sarebbe stato in grado di battere la migliore tennista femminile, raccolse la sfida Margaret Court e Riggs vinse senza problemi in due set - che fu anche quella che assunse il maggior significato a livello extra sportivo. Con il movimento femminista e la rivoluzione sessuale sempre più in ascesa, la sfida tra Bobby Riggs, interpretato da Steve Carell, e tra Billie Jean King, interpretata da Emma Stone, il match divenne uno degli eventi televisivi più seguiti al mondo. Nel film viene seguita tutta la fase preparatoria al match, con la King che pian piano cominciava ad accettare la sua sessualità approfondendo la sua amicizia con Marilyn Barnett, interpretata da Andrea Riseborough, e Riggs che affrontava i suoi demoni legati al vizio del gioco, concentrandosi maggiormente sul dibattito culturale in atto e sulla risonanza che la sfida ebbe sulla cultura dell'epoca.
Riuscito a metà, "La battaglia dei sessi" risulta essere più che altro un film importante a livello culturale, una storia che prima o poi si sarebbe dovuta raccontare anche a noi che viviamo in questa epoca che non riesce benissimo nel suo intento di colpire a livello emozionale. Se da una parte è buono il lavoro a livello contenutistico, un po' meno coinvolgente è stata la storia nel complesso: siamo sicuramente davanti ad un film in grado di far riflettere sui suoi contenuti, così come dall'altro lato della medaglia si può dire che, cinematograficamente parlando, i registi abbiano fatto il compitino. Rimane dunque - ed è sicuramente meglio di altre visioni - una visione in cui la bontà del contenuto e delle interpretazioni, piaciutissime sia quella di Emma Stone sia quella di Steve Carell in grado di far empatizzare, anche un minimo, con i personaggi, non fa da contraltare ad un film non abbastanza coinvolgente a livello cinematografico, in cui il ritmo della narrazione si prende decisamente i suoi tempi, facendoci godere il match finale - dopo le tantissime parole fuori dal campo - senza farci tenere troppo il fiato sospeso.

Voto: 6-

Commenti

  1. Sono d'accordo. A differenza di Borg/McEnroe questo film non emoziona mai, mantenendosi sui binari del "politicamente corretto". E nemmeno le riprese del gioco sono così spettacolari... certo, "Borg/McEnroe" è un film DI tennis e SUL tennis, qui invece il tennis è il pretesto per parlare d'altro. Però preferisco lo stesso, di gran lunga, il primo.

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  2. Mi recupero Borg/McEnroe. Questo, nonostante il cast, non ispirava...

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  3. Tra i tanti difetti (poco tennis, troppo amore) che gli imputo, c'è anche quello di essere arrivato sui miei schermi dopo Borg/McEnroe, che il tennis, fuori e dentro il campo, l'ha raccontato in modo splendido. Qui, ci si annoia un po', non ci si appassiona del tutto.

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  4. I due protagonisti sono tra i miei preferiti, ma il resto... non mi ispira

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  5. Sono d'accordo. Stone e Carrell sono molto bravi, ma il film non è niente di che. Un po' noioso e non molto coinvolgente. Non ho ancora viso Borg McEnroe ma spero di recuperarlo presto.

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