MINISERIE - The Alienist



The Alienist
(miniserie)
Episodi: 10
Creatore: Caleb Carr
Rete Americana: TNT
Rete Italiana: Netflix
Cast: Daniel Brühl, Luke Evans, Dakota Fanning, Robert Wisdom, Douglas Smith, Matthew Shear, Matt Lintz, Brian Geraghty, Q'orianka Kilcher
Genere: Thriller


Oh, finalmente è arrivata sul Netflix italiano la tanto attesa serie prodotta negli Stati Uniti dalla TNT che parla degli scienziati che studiano gli alieni. Attendevo da tempo una serie che parlasse di quella branca della scienza che studia quegli esseri intelligentissimi che vivono al di fuori del nostro pianeta e che, a causa del bassissimo quoziente intellettivo medio delle persone presenti sulla Terra non ci faranno mai visita. Come? A dite che forse non ho guardato la serie televisiva giusta e che "The Alienist" non parla di alieni nel senso di extraterrestri? Beh, forse sì avete ragione, dunque oggi sono qui a parlarvi di una serie che si chiama "The Alienist", ma che non parla di alieni, ma di alienisti, ovvero quegli scienziati - oggi assimilabili agli psicologi o psichiatri, che sul finire del diciannovesimo secolo studiavano le persone affette da malattie mentali e che per questo motivo si pensava fossero alienate dalla propria natura.
"The Alienist" è la più classica delle storie investigative, solamente ambientata sul finire del diciannovesimo secolo e con un alienista e non un classico poliziotto a condurre le indagini - forse qualcuno ha imparato la lezione che ci ha fatto Dario Argento con "L'uccello dalle piume di cristallo" -. Nel 1896 la città di New York è falcidiata da brutali omicidi ai danni di giovani ragazzi che si prostituiscono vestendosi da donne. Quando il corpo di uno di questi viene ritrovato, orribilmente mutilato, vicino al ponte di Williamsburg, il commissario di polizia Theodore Roosevelt, interpretato da Brian Geraghty, incarica lo psicologo criminale Laszlo Kramer, interpretato da Daniel Brühl, e l'illustratore John Moore, interpretato da Luke Evans, di indagare nella massima riservatezza. I due decideranno di avvalersi anche dell'aiuto di Sarah Howard, assistente di Rossevelt interpretata da Dakota Fanning e avranno a che fare con un periodo dominato da violenza e poliziotti corrotti.
Come già detto, per tutti i dieci episodi che compongono la miniserie in questione, tratta da un omonimo libro di Caleb Carr, ci si mantiene sui livelli della classica storia di investigazione, solamente ambientata in un diverso periodo storico ed andando ad affrontare temi come la malattia mentale per approcciarsi alle indagini. La miniserie in questione convince sotto certi punti di vista, mentre sembra toppare su altri, attestandosi sì su buoni livelli che, visto il fascino dell'argomento centrale della vicenda, si sarebbero forse potuti affrontare molto meglio. Da un certo punto di vista la vicenda è ben contestualizzata nel suo periodo di appartenenza, così come ben caratterizzati, con un background solamente accennato ma comunque ben visibile nelle loro personalità, sono i tre protagonisti, entrambi reduci da un passato decisamente complicato. Protagonisti che mi sono anche parsi ben interpretati, anche se alla lunga il tono di voce dei due protagonisti maschili - che sinceramente non so se sia il loro naturale, ma mi è sembrato parecchio costruito a dire la verità - comincia a dare un po' fastidio. Bene anche il modo in cui viene condotta l'indagine, che va incontro a difficoltà di varia natura, con ostacoli talvolta inaspettati, ma senza ribaltoni troppo sensazionalistici.
Sotto un altro punto di vista la serie non convince proprio per quanto riguarda la creazione dell'antagonista, che non ci viene mai mostrato nel corso della serie se non nelle battute finali quando questo viene trovato. Il colpevole degli omicidi appare quasi come un agente esterno, che mai viene in contatto con i nostri protagonisti e che conosciamo, nemmeno in maniera troppo approfondita, prevalentemente grazie alla componente investigativa della storia. In realtà è una scelta che per una miniserie del genere ammetto che ci possa anche stare, personalmente quella in cui non si può sospettare di nessun personaggio nel corso della vicenda è una maniera di creare thriller che non condivido particolarmente. Nonostante questo la miniserie si mantiene per tutta la sua durata per tutti e dieci gli episodi che la compongono e, nonostante i ritmi non certo sostenuti, non risulta per nulla di difficile fruizione.

Voto: 6

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