Io, Daniel Blake di Ken Loach (2016)
Regno Unito, Francia, Belgio 2016
Titolo Originale: I, Daniel Blake
Regia: Ken Loach
Sceneggiatura: Paul Laverty
Cast: Dave Johns, Hayley Squires, Dylan McKiernan, Briana Shann, Kema Sikazwe, Sharon Percy, Micky McGregor
Durata: 100 minuti
Genere: Drammatico
Non so bene per quale motivo, ma mi ritrovo inspiegabilmente con un sacco di recensioni da recuperare, nonostante una settimana intera, causa trasferta di lavoro in quel di Verona e concomitanza con il concerto dei "Metallica", in cui non ho guardato nemmeno un film. Un po' il cineforum, un po' anche l'aumento di quel numero di serate in cui non so bene che cosa fare e decido di andare al cinema, sempre che gli orari siano umani, sto riuscendo in questa annata a guardare un numero maggiore di film, facendo una maggiore selezione su quelli che escono al cinema in questo periodo e cercando anche di recuperare qualcosa dalle annate precedenti. É proprio grazie all'associazione che organizza il Cineforum nel paese in cui vivo, di cui faccio parte, che sono riuscito a recuperare "Io, Daniel Blake", film diretto da Ken Loach vincitore della Palma d'Oro" a Cannes nel 2016. Il regista irlandese, che non sono mai riuscito ad esplorare in maniera più approfondita rispetto a qualche visione sparsa del suo cinema, è riuscito nell'intento di portare il cinema di denuncia nelle sale di tutto il mondo, donando però ai suoi lavori un certo interesse grazie al modo in cui i suoi personaggi vengono sviluppati e grazie al fatto che, pur trattandosi di cinema di denuncia, nella maggior parte dei casi le tematiche non vengono trattate in maniera pesante, nonostante l'argomento spesso e volentieri possa fare cadere in questa trappola. Ad interpretare i personaggi di "Io, Daniel Blake", abbiamo attori non proprio conosciutissimi nel panorama internazionale: il protagonista della storia è interpretato da Dave Johns, mentre ad interpretare Katie, ragazza che il signore inizierà ad aiutare nell'accudire i due figli, abbiamo Hailey Squires.
"Io, Daniel Blake", racconta la storia di Daniel Blake - manco a dirlo -, un uomo rimasto vedovo da qualche anno che, in seguito ad un infarto, si vede negare dai suoi medici il permesso per tornare al lavoro. I centri per l'impiego del suo paese però non sono della stessa opinione e lo ritengono assolutamente idoneo al lavoro: è costretto quindi a chiedere il sussidio di disoccupazione, ma per continuare ad averlo deve cercare lavoro in maniera attiva, adeguandosi alle nuove tecnologie cui è sempre stato abbastanza refrattario, ma non essendo idoneo a lavorare vorrebbe veramente ottenere l'invalidità. In tutto questo iter burocratico che dovrà seguire, spesso sentendosi preso in giro e vessato dagli impiegati del centro per l'impiego, Daniel si troverà a fare conoscenza con Katie, ragazza madre in difficoltà con due figli a cui badare. Inizieranno ad aiutarsi reciprocamente e tra di loro nascerà una forte amicizia, quasi assimilabile ad un rapporto padre-figlia.
Con questo suo film, valsogli la Palma d'Oro a Cannes nel 2016, Ken Loach riesce nell'intento di porre sotto accusa il sistema lavorativo britannico, che come spesso accade si ricorda molto più facilmente di chi ha le possibilità economiche rispetto a chi si trova in situazioni di disagio, di difficoltà sociale. Siamo sicuramente davanti ad un film impegnativo e pieno di contenuti in cui viene fuori in maniera abbastanza chiara la situazione che si trova costretto a vivere il nostro protagonista, vessato dalle continue contraddizioni burocratiche alle quali viene messo di fronte ogni giorno e vessato anche dal comportamento di chi gli sta di fronte, che sembra mettere in luce un chiaro intento, da parte dello stato britannico da loro rappresentato, di far sì che chiunque si ritrovi a dover chiedere un sussidio ne passi così tante da pensare che sia meglio arrendersi e lasciare perdere, cosa che invece Daniel Blake si rifiuterà sempre di fare, fino a praticamente morire di burocrazia. E'molto interessante poi il rapporto che si viene a creare tra Daniel, Katie e i suoi due figli, ma anche quello di Daniel con i suoi vicini, una sorta di solidarietà nel disagio che fa sì che tutti si aiutino, con quello che si ha e quello che si può fare, per alleviare la propria condizione di disagio e di sofferenza.
Dal punto di vista cinematografico sono riuscito ad apprezzare particolarmente questa pellicola: innanzitutto gli attori offrono interpretazioni giuste per il ruolo che interpretano e sembrano essere assolutamente in parte, così come alcune scelte fotografiche sembrano essere simboliche di come si evolverà la vicenda - la scena iniziale con la voce di Daniel Blake fuori campo sembra quasi la commemorazione di un defunto - così come, cosa forse ancora più importante, ho apprezzato moltissimo il fatto che un argomento così importante e potenzialmente pesante sia stato trattato in maniera non eccessivamente tediosa: sono sì presenti momenti particolarmente toccanti e pesanti, ma l'atteggiamento del protagonista è quasi sempre positivo - e a volte sarcastico verso ciò che la vita gli riserva - e ciò contribuisce ad alleggerire un po' la situazione, con battute azzeccate e al posto giusto, ma dal risvolto sempre amarissimo. E' cinema di denuncia e come è ovvio che sia ci troviamo davanti ad uno di quei film che giustamente apre a delle discussioni e in questo "Io, Daniel Blake" è uno dei film che più identificano il nostro tempo, risultando quanto mai attuale nel narrare una situazione che molte persone ad oggi continuano a vivere.
Voto: 7,5
Regista di cui purtroppo non ho visto niente, nonostante un genere nelle mie corde.
RispondiEliminaPartirò da questo!
Di suoi film ne ho visti abbastanza tanto da dire che questo è uno dei suoi migliori, e in tal senso concordo con quello che hai scritto ;)
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