MENIAMO LE MANI 3 - Arma letale di Richard Donner (1987)


USA 1987
Titolo Originale: Lethal Weapon
Regia: Richard Donner
Sceneggiatura: Shane Black
Cast: Mel Gibson, Danny Glover, Gary Busey, Mitchell Ryan, Tom Atkins, Darlene Love, Traci Wolfe, Jackie Swanson, Damon Hines, Ebonie Smith, Steve Kahan, Mary Ellen Trainor, Jack Thibeau, Ed O'Ross, Michael Shaner, Jimmie F. Skaggs, Jason Ronard, Blackie Dammett, Al Leong
Durata: 110 minuti
Genere: Azione


Siamo qui riuniti, con la solita cricca di blogger, per la terza edizione di "Meniamo le mani", la rassegna cinematografica che a colpi di recensioni vi parlerà di cinema action, con protagonisti principalmente gli eroi degli anni '80, come Schwarzy, Sly, Van Damme, Seagal che nonostante la dentiera fanno a tedesca con le palle di Gamera - per chi riconosce la citazione in palio un pugno in un occhio. Molti sono i film che verranno trattati nel corso di questi giorni, ma sarò io ad aprire le danze con quello che per me è uno dei film d'azione più seri che siano stati mai fatti. Premetto che al momento non sono un fan del cinema d'azione in generale, è una fase cinematografica che ho superato una volta passati i venti anni e i nuovi film d'azione - "John Wick - Capitolo 2" e "Atomica bionda" a parte - mi vanno sempre abbastanza a noia. Rimango però legato a quei film che ho scoperto durante l'adolescenza e le scuole superiori, il più delle volte grazie a visioni casalinghe di mio padre, oppure anche in solitaria e "Arma letale", diretto da Richard Donner, è proprio uno di questi. Oltre al regista piuttosto importante, è ormai noto a tutti quali siano stati i protagonisti di quello che poi sarebbe diventato il primo film di una tetralogia di grande successo, in cui anche il secondo capitolo si difendeva più che bene e in cui, anche al terzo e al quarto, non riesco proprio a non volergli bene. Mel Gibson interpreta Martin Riggs, ex sergente della narcotici che viene trasferito alla omicidi a causa dei suoi conclamati istinti suicidi - una scelta azzeccatissima, tra l'altro, da parte delle autorità -, mentre Danny Glover interpreta Roger Murtaugh, il suo socio e anch'egli sergente. Nei panni del villain Jack Joshua abbiamo poi Gary Busey, che qualche anno dopo partecipò a quel cult assoluto che è "Point Break".
Siamo a Los Angeles, poco dopo il cinquantesimo compleanno di Roger, sergente della omicidi. A lui viene affiancato Martin Riggs, ex soldato delle forze speciali rimasto vedovo in seguito ad un incidente stradale, con conclamati istinti suicidi. I due verranno chiamati ad indagare sulla morte di Amanda Hunsaker, da tempo prostituta figlia di Michael Hunsaker, interpretato da Tom Atkins, amico di Roger perchè hanno partecipato insieme alla guerra del Vietnam. La donna, apparentemente morta suicida gettandosi da un grattacielo, è in realtà stata avvelenata con un detergente di scarico: la morte della ragazza si scoprirà presto essere collegata ad un riciclo di denaro condotto dal padre per conto della cosiddetta Compagnia Ombra, un'organizzazione che lavorava per conto della CIA gestita da ex operatori delle forze del Vietnam, capitanata da Peter McAllister, interpretato da Mitchell Ryan, e Jack Joshua, il suo braccio destro.
Sin dalle battute iniziali il film marcia ad un ritmo sostenuto, che ci fa entrare subito nel bel mezzo della vicenda: la prima scena è proprio l'apparente suicidio di Amanda, tra l'altro diretto in maniera magistrale riuscendo già a creare nello spettatore una certa tensione, mentre subito dopo veniamo catapultati dapprima nella vita familiare di Roger e in secondo luogo in quella di Riggs. I due personaggi, che si uniranno nel corso della vicenda, non potrebbero essere più diversi: il primo è un poliziotto che ne ha viste tante e ha una grande famiglia a cui vuole bene. Riggs mostra invece, sia nelle sue azioni come poliziotto, sia in quelle che riguardano la sua vita privata, tutti i suoi istinti suicidi, tanto da conservare una pallottola a punta cava - guarda caso una Parabellum - per il momento in cui deciderà di togliersi definitivamente la vita. Ci troviamo davanti ad una pellicola che, pur mantenendo toni da buddy movie in cui le battute e le scene comiche si sprecano, vuole affrontare un argomento abbastanza serio, mettendo sulle spalle di Mel Gibson il dovere di interpretarlo, come quello della perdita della persona amata e del fatto di non trovare un motivo valido per continuare a vivere, se non il senso del dovere, unica cosa che spinge Riggs a non suicidarsi in base alle sue parole. É in tal senso importante la scena, che non serve a nient'altro se non a presentarci ancora meglio i personaggi, in cui Riggs salva un uomo che si vuole buttare da un cornicione, gettandosi assieme a lui sui materassi gonfiabili predisposti dai vigili del fuoco accorsi sulla scena: Riggs dimostra in quella scena e in molte altre tutta la sua follia, dimostrando che i suoi istinti sono qualcosa di più grosso rispetto a semplici parole.
"Arma letale" è uno di quei film d'azione in cui le scene che più appartengono al genere quasi non sono la cosa più importante della pellicola, mettendo in primo piano la psicologia dei due protagonisti e l'amicizia che sta per nascere tra i due, che porterà Riggs a riconsiderare le sue intenzioni. Nonostante ciò le scene d'azione sono altamente spettacolari e sia Riggs che Roger le interpretano alla perfezione, mostrando come il film, nonostante i suoi trentadue anni, non sia invecchiato di un secondo. Siamo davanti ad una pellicola di fine anni ottanta in cui vediamo moltissimi dei clichè del genere e dell'epoca, anche se questi, seppur talvolta assurdi, sono comunque ben contestualizzati. La scena finale dello scontro corpo a corpo tra Riggs e Joshua, con Roger e tutta la polizia a fare da spettatore - e Roger che incita il compagno ad uccidere il suo rivale - è qualcosa che pare quasi assurdo a livello logico: costretto a chiudere gli occhi su tutta la polizia che guarda la scena senza intervenire, che effettivamente ha poco senso a livello di sceneggiatura, ma serve per dare spettacolarità, Roger che incita l'amico ad uccidere il rivale ha perfettamente senso, per quanto tali parole dette da un poliziotto non siano proprio il migliore degli esempi. Joshua ha infatti poco tempo prima rapito la figlia di Roger, interpretata dalla bellissima Traci Wolfe, e in quel fare il tifo per spezzare l'osso del collo del rivale fa uscire tutta l'umanità del personaggio, un uomo di giustizia che si è visto poco tempo prima toccato nei suoi affetti.
Per quanto mi riguarda "Arma letale" è uno di quei film che dovrebbero essere fatti conoscere anche ai sassi, si voglia per gli argomenti che tratta oppure per il modo in cui lo fa, è un film che a ragione è diventato un cult assoluto del genere e in cui i suoi due protagonisti sono diventati delle vere e proprie icone.



Parteciperanno alla rassegna anche i seguenti blog, nei prossimi giorni (i link sono in continuo aggiornamento e diventeranno attivi nel giorno indicato)

21/05: La bara volante: Red Scorpion
21/05: Solaris: Die Hard - Duri a morire
23/05: La stanza di Gordie: True Lies
24/05: La fabbrica dei sogni: Terminator
24/05: Il Zinefilo: Omicidio incrociato
25/05: Director's Cult: John Wick
31/05: Il Zinefilo: Pugno d'acciaio

Commenti

  1. Quando la parola "cult" è perfino superflua per certi film... e quando Gibson era (per fortuna) ben lontano dalla megalomania nazistoide dei nostri tempi. Un gioiellino che si rivede sempre volentieri.

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  2. Era difficile per me scegliere un film in particolare, degli anni '80 tanti piccoli cult come questo, un action coi fiocchi e contro fiocchi ;)

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  3. Ecco, Arma Letale è uno di quei rari film in cui azione e ironia si intrecciano alla perfezione così la pellicola si eleva rispetto a molti action movies fatti solo di azioni assurde e poco credibili...

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  4. Oddio mi vergogno ma non sono mai riuscita a vederlo tutto, mi cospargo il capo di cenere!

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