Manhunt: Unabomber

Manhunt: Unabomber
(miniserie)
Episodi: 8
Creatore: Andrew Sodroski, Jim Clemente, Tony Gittelson
Rete Americana: Discovery Channel
Rete Italiana: Netflix
Cast: Sam Worthington, Paul Bettany, Jeremy Bobb, Keisha Castle-Hughes, Lynn Collins, Brían F. O'Byrne, Elizabeth Reaser, Ben Weber, Chris Noth
Genere: Thriller, Biografico


Avevo già avuto modo nel corso del 2017 di parlarvi di quella che è la mia malsana curiosità verso la vita dei serial killer, soprattutto per quel che riguarda le indagini che hanno portato alla loro cattura. La prima stagione della serie di Netflix "Mindhunter", parlando di coloro che per primi, attraverso particolari tecniche di profilazione, avevano cominciato a far circolare nel mondo investigativo il termine "serial killer", non aveva fatto altro che confermare questo mio malsano interesse verso la materia, risultando, tra l'altro, come una delle migliori serie televisive da me viste nel 2017. Consigliatami da un collega e particolarmente apprezzata dal pubblico italiano che l'ha potuta vedere tramite Netflix, "Manhunt: Unabomber" è una miniserie televisiva prodotta da Discovery Channel basata sulla figura di Unabomber, serial killer americano in attività tra il 1978 e il 1995 colpevole della morte di tre persone e del ferimento, a causa di bombe che venivano spedite tramite il servizio postale americano, di altre decine di persone.
La serie però non parla di Theodore Kaczynski, qui interpretato da Paul Bettany, ponendolo come protagonista della vicenda, ma mette al centro di essa Jim Fitzgerald, interpretato da Sam Worthington, il profiler dell'FBI che più di ogni altro contribuì alla sua cattura, studiando il linguaggio presente nelle sue lettere e nel suo manifesto, prima inviato alla stessa FBI per essere pubblicato sul Washington Post, per poter tracciare una possibile personalità dell'assassino e poterlo collocare culturalmente. La decisione di spostare l'attenzione non sul serial killer, ma su un profiler che ha contribuito enormemente alle indagini contribuisce a dare a questa miniserie in otto episodi la giusta dimensione della vicenda, nel far capire al pubblico come anche le pi alte teste dell'FBI brancolassero nel buio puntando prima su uno poi su un'altro indiziato senza un vero e proprio criterio. Criterio che riesce a dare proprio Fitzgerald scontrandosi con non pochi pregiudizi da parte dei suoi colleghi, restii a dare seria attenzione alle sue idee.
"Manhunt: Unabomber" è sotto molti punti di vista una buonissima miniserie, in grado da una parte di creare voglia nello spettatore di proseguire nella visione degli episodi - il che per una serie che parla di una cosa di cui si sa praticamente tutto o per cui basta andare su Wikipedia è una roba non da poco -, mentre dall'altra di dare una certa dose di tensione che sale minuto dopo minuto. Protagonista e antagonista principale sono costruiti a meraviglia, ne conosciamo il loro carattere e i loro turbamenti interni e la puntata dedicata interamente all'antagonista è sicuramente una delle meglio riuscite, in grado di far luce su moltissime ombre nella storia del personaggio sulla quale alla fine ci viene dimostrato che non possiamo dare nulla, ma proprio nulla, per scontato. "Manhunt: Unabomber" non è dunque una semplice serie su una caccia all'uomo, ma una storia complessa e articolata in grado di darci una panoramica completa su quelle che sono state le procedure che hanno portato alla cattura del serial killer. E un po' nel fatto che questa miniserie diventi una serie antologica, con altri casi affrontati in questa maniera, io ci spero.

Voto: 7,5

Commenti

  1. Non sei il primo che me ne parla bene, Bettany è un bravo attore, inoltre in questo periodo non so che serie iniziale, mi hai dato un’ottima idea ;-) Cheers!

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