Le cinque giornate di Dario Argento (1973)


Italia 1973
Titolo Originale: Le cinque giornate
Regia: Dario Argento
Sceneggiatura: Dario Argento, Nanni Balestrini
Cast: Adriano Celentano, Enzo Cerusico, Marilù Tolo, Glauco Onorato, Sergio Graziani, Salvatore Baccaro, Guerrino Crivello, Emilio Marchesini, Ugo Bologna, Ivana Monti, Rolanda Benac
Durata: 120 minuti
Genere: Commedia, Storico


Dopo aver giustamente dedicato tutto lo spazio possibile agli Oscar recuperando tutti i film candidati alla statuetta per il miglior film, ecco che si riprende a scrivere su questo blog con una programmazione un po' più normale e meno serrata rispetto alle ultime settimane. Ritorna dunque, dopo un sacco di tempo e dopo le recensioni dedicate alla cosiddetta "Trilogia degli animali", composta da "L'uccello dalle piume di cristallo", "Il gatto a nove code" e "Quattro mosche di velluto grigio", la rubrica su Dario Argento, che andando di questo passo finirà tra tre o quattro anni, ma tanto non ho scadenze quindi posso anche portarla avanti a vita per quanto mi riguarda. Ritorna la rubrica con quell'unico film a rappresentare una parentesi anomala in tutta la sua filmografia, con Dario Argento che all'epoca, essendo in società con il padre Salvatore, aveva deciso di sfruttare la popolarità del filone ottocentesco popolare, richiamando come protagonista quell'Adriano Celentano che aveva contribuito in maniera fondamentale al successo di film come "Er più", pellicola e filone che a me sinceramente non fa per niente impazzire, anzi, quasi detesto.
Siamo nel 1848, durante la rivolta antiaustriaca a Milano, dove un piccolo delinquente chiamato Cainazzo, interpretato da Adriano Celentano, e un panettiere, Romolo interpretato da Enzo Cerusico, si ritrovano involontariamente coinvolti nei moti rivoluzionari di quel periodo conoscendo vari personaggi appartenenti alle più svariate classi sociali. Purtroppo non essendo particolarmente amante di film di questo genere, non trovo che Dario Argento sia stato in grado con questo film di farmelo apprezzare: pur avendo dimostrato nei suoi tre film precedenti di essere un ottimo regista, in questo suo unico lavoro atipico non appartenente nè al thriller nè all'horror sembra essere un po' spaesato tanto che quasi questo lavoro non sembra essere un film di Dario Argento. Essendo la pellicola in questione nata non proprio sotto una buona stella, con la sceneggiatura scritta dallo stesso Argento anni prima, pensata per affidare i vari ruoli ad attori diversi - come ad esempio Alberto Sordi nei panni di Cainazzo - e poi ripresa in mano per essere affidata alla regia di Nanny Loi con Ugo Tognazzi come protagonista. In seguito a varie defezioni Dario Argento stesso decide di prendere le redini del progetto, raggiungendo però un risultato che non fu apprezzato all'epoca dalla critica per poi essere, anche se moderatamente, rivalutato in un epoca successiva.
Per quanto riguarda la mia opinione su "Le cinque giornate" posso tranquillamente dire che il film rappresenta una parentesi, fortunatamente aperta e subito chiusa, sbagliata nella carriera del regista, che non risulta particolarmente riconoscibile dal punto di vista registico e che dimostra di dover avere a che fare con generi come il thriller e l'horror per dare il suo meglio. Come se ciò non bastasse ci si mettono i miei problemi con i film di questo tipo - che ad esempio a mio padre piacciono un casino e quando è a casa se ne guarda a ripetizione - e con l'accettare il fatto che Adriano Celentano abbia, per un periodo particolarmente lungo della sua vita, anche fatto l'attore - e anche i film con Celentano mio padre ne guarda proprio a pacchi - in tantissimi film, mica in solo due o tre e io non riesco proprio ad apprezzarli e a divertirmici guardandoli.

Voto: 5

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