Profondo rosso di Dario Argento (1975)


Italia 1975
Titolo Originale: Profondo rosso
Regia: Dario Argento
Sceneggiatura: Dario Argento, Bernardino Zapponi
Cast: David Hemmings, Daria Nicolodi, Gabriele Lavia, Glauco Mauri, Giuliana Calandra, Clara Calamai, Macha Méril, Eros Pagni, Nicoletta Elmi, Furio Meniconi, Piero Mazzinghi, Liana Del Balzo, Aldo Bonamano, Geraldine Hooper, Jacopo Mariani, Vittorio Fanfoni, Dante Fioretti, Fulvio Mingozzi, Lorenzo Piani, Salvatore Puntillo, Piero Vida, Salvatore Baccaro, Bruno Di Luia, Attilio Dottesio, Tom Felleghy, Franco Vaccaro
Durata: 127 minuti
Genere: Thriller, Horror


Lo speciale su Dario Argento curato dal sottoscritto procede a meraviglia e con "Profondo rosso" si arriva, finalmente, a quelli che sono, almeno secondo la mia opinione, i tre punti più alti della carriera del regista, che con questo lavoro inizierà il suo passaggio all'horror, raggiungendo poi l'apice con "Suspiria" e confermandosi alla grandissima con "Inferno". Dopo aver dunque parlato su questi schermi della cosiddetta "Trilogia degli animali" e della parentesi storica con "Le cinque giornate" - sì, quella commediola con Adriano Celentano che non mi è per nulla piaciuta - eccoci dunque qui con la recensione di "La tigre dai denti a sciabola" "Profondo rosso", che con il titolo da me stesso cancellato avrebbe dovuto costituire il quarto capitolo di una tetralogia degli animali, ma siccome il buon Dario Argento si sentiva un po' copiato dal filone nato dal suo successo decise di cambiare le carte in tavola, consegnando al pubblico quello che, ad oggi, è uno degli horror italiani più conosciuti non solo in Italia, ma addirittura nel mondo.
La trama del film la conoscono anche i sassi e per questo film seguirò anche la mia proverbiale filosofia del "se è uscito da più di cinque anni non è spoiler" e siccome questo ne ha quarantatre, se non lo doveste aver visto è un problema esclusivamente vostro, che per andare d'accordo con me vi inviterei a risolvere al più presto possibile. Helga Ulmann è una sensitiva tedesca che, durante una conferenza, percepisce la presenza di un assassino all'interno della sala e confessa anche di averne riconosciuta l'identità. Una volta a casa Helga viene brutalmente trucidata ed il pianista jazz Marc Daly, interpretato da David Hemmings, che vive nella stessa palazzina, è testimone dell'accaduto assieme all'amico Carlo. Una volta accorso sul luogo del delitto vede dalla finestra allontanarsi un uomo, completamente di nero vestito. Accorsi sul luogo gli inquirenti e una giornalista, Gianna Brezzi interpretata da Daria Nicolodi - ai tempi compagna del regista -, Mark finisce per direttissima tra i sospettati, ma deciderà, come già capitato anche in "L'uccello dalle piume di cristallo", di indagare per conto suo assieme alla giornalista.
"Profondo rosso", pur mantenendosi ancora, a livello narrativo sul genere thriller, è ritenuto a ragione il film che segna il passaggio all'horror per Dario Argento, soprattutto per le atmosfere presenti nella pellicola e per la quantità di sangue, che veramente si spreca. Tante sono le intuizioni che il regista mette in pratica in questa sua pellicola, ma una è quella che va assolutamente segnalata: l'idea di rendere le scene horror esteticamente belle, di fare dello spargimento di sangue una forma d'arte, e di mettere, forse per la prima volta, le sue paure e le sue ossessioni a servizio della trama. Ciò che ne esce è uno dei thriller/horror più esteticamente belli dello scorso secolo ed anche uno dei più apprezzati, sia dal pubblico sia dalla critica, del cinema italiano. Pur essendo presenti nel film scene che a rigor di logica e di razionalità non sono verosimili e che risulterebbero poco credibili e soprattutto poco paurose in qualsiasi altro film, in "Profondo rosso" tutto acquista una carica di tensione tale da lasciare lo spettatore in un continuo stato d'ansia ed è forse proprio per questo motivo che la pellicola è riuscita innanzitutto ad arrivare a qualsiasi tipo di pubblico e in secondo luogo ad invecchiare parecchio bene, pur con qualche riserva sulla recitazione dei protagonisti che ormai è antiquata seppur non sbagliata per i tempi.
Sulla pellicola si specula molto sulla famosissima scena iniziale in cui si vedrebbe, in uno specchio, il volto dell'assassino: non so bene perchè ma mi ricordavo quel particolare all'inizio un po' più lungo, ricordavo che l'inquadratura si fermasse per un istante sul volto, invece il tutto è velocissimo tant'è che non mi capacito di come, alla mia prima visione, abbia subito capito il trucco - io che con i gialli fino all'ultima pagina o scena non ci capisco un accidente -, trucco che tra l'altro segue quella stessa filosofia già presente in "L'uccello dalle piume di cristallo", ovvero di sbattere in faccia subito allo spettatore la risoluzione del caso, in modo che questi non pensi mai che quella sia la chiave del film. Altro motivo per cui "Profondo rosso" è passato alla storia è la colonna sonora, che, storia verissima, Dario Argento sognava di affidare ai Deep Purple, ma per ottenere sovvenzioni statali per la realizzazione del film si sarebbe dovuto avvalere di un gruppo italiano virando, con enorme gioia e giubilo seppur io sia amante dei Profondo Porpora, sui Goblin, che realizzano una di quelle colonne sonore con sonorità prog rock da far veramente rabbrividire: il tema principale è iconico - tra l'altro una variazione sul tema de "L'esorcista" - tutti gli altri brani stanno all'interno del film in maniera perfetta e la nenia con cui l'assassino uccide le sue vittime è qualcosa di raggelante, in grado di rimanere impressa negli incubi di chiunque.

Voto: 9

Commenti

  1. Un grande film che non tramonta mai.
    Saluti a presto.

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  2. Una domanda: anche avendo capito il trucco del quadro, hai davvero visto il volto dell'assassino?
    No, perché all'epoca delle vhs ci provammo mille volte a mettere in pausa, ma non è che si capiva tanto o si vedesse chiaramente chi fosse...! :O

    Moz-

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    Risposte
    1. La prima volta che lo vidi avevo giá il DVD e sí, secondo me si vedeva chiaramente

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    2. Più che altro una volta visto quel personaggio nel corso del film l'ho ricollegato all'immagine nel quadro e ho capito il trucco.

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  3. Anche secondo me si vede molto bene il volto nel quadro, solo che ad una prima occhiata non ci si fa caso.
    Comunque Profondo Rosso è un capolavoro che diventa più bello ogni volta che lo si riguarda!

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