I FILM VISTI DURANTE LE FESTE - Quick Reviews
Dopo aver saltato il mese di Dicembre per quanto riguarda il recap di tutti quei film visti nel corso del mese, ma per i quali non sarei mai riuscito a scrivere una recensione completa ed esaustiva, ecco che si ritorna a Gennaio - e visti gli impegni che mi si presentano, forse mai più - con tutti quei film che ho visto nel corso di queste due settimane di vacanze e di feste. Principalmente film natalizi, ma non solo...
Regalo di Natale
Fino a quattro o cinque anni fa per me "Regalo di Natale" era uno di quei film che non potevano mancare nel periodo natalizio. Non che questa pellicola sia il massimo dello spirito natalizio come viene comunemente inteso, ma è proprio quella che rappresenta quello che è il mio spirito natalizio da una decina di anni a questa parte. Negli ultimi quattro anni, per motivi vari, ho rinunciato alla visione di questo film, ma quest'anno ho voluto riprendere la tradizione perchè era decisamente troppo tempo che non me lo godevo. Siamo alla vigilia di Natale e tre vecchi amici, Ugo, Lele e Stefano, interpretati rispettivamente da Gianni Cavina, Alessandro Haber e George Eastman, si ritrovano la sera per una partita a poker. Invitano alla partita anche il ricco avvocato Santelia, interpretato da Carlo Delle Piane, e Franco, interpretato da Diego Abatantuono, con il quale Ugo desidera fortemente ricostruire l'amicizia, deterioratasi per un motivo non ben specificato. Pupi Avati dirige un cast di attori al massimo della forma, che danno vita ad una notte della vigilia di Natale molto particolare e molto molto amara, per tutti i personaggi coinvolti. Si respira infatti per ognuno di loro un senso di incompiutezza nella vita, una tristezza di fondo tale per cui la partita a poker sembra rappresentare, negli intenti, un tentativo di riscatto per tutti quanti, ma poi si dimostrerà, per tutti, la perdita delle proprie speranze e della propria umanità. Un vero e proprio classico del cinema italiano che, con dialoghi amari e malinconici e, riesce a coinvolgere dall'inizio alla fine della partita, con i flashback che si inframezzano alla narrazione nella giusta maniera.
Voto: 8
La rivincita di Natale
Sono passati diciotto anni dagli eventi narrati in "Regalo di Natale", ma non è passato nemmeno un giorno tra la visione del primo film e di questo seguito, uscito appunto diciotto anni dopo il primo. Ritornano tutti i cinque personaggi presenti nella prima pellicola e, nonostante il film sia comunque validissimo, con Pupi Avati che sia dal punto di vista registico sia da quello della sceneggiatura rimane sempre una garanzia, purtroppo ha il difetto di essere il seguito, abbastanza imperfetto e con uno schema, nel susseguirsi degli eventi, piuttosto simile al suo predecessore, di un film praticamente quasi perfetto. Certo, vedendo i due film a stretto giro si prova maggiore empatia per alcuni personaggi rispetto ad altri, ma rimane il fatto che tutti questi rimangano piuttosto disgustosi e difficili da approvare nei loro comportamenti. Il fatto che poi lo schema sia molto simile al film precedente, se non per tutta la sua parte introduttiva, fa già presagire come andrà a finire la vicenda. C'è amarezza, sì, ma buona parte degli eventi sono molto telefonati e i dialoghi sicuramente meno brillanti rispetto al film precedente.
Voto: 6,5
La grande fuga del nonno
Purtroppo quando sono in casa con la mia famiglia ci ho un po' rinunciato a scegliere io i film, non c'è mai una volta, quando li ho scelti io, che abbia ottenuto approvazione o addirittura lamentele per i miei gusti, quindi, signori, pensateci voi che io guardo (quasi) tutto. In queste vacanze di Natale mi è stato proposto "La grande fuga del nonno", film britannico presente sul catalogo di Now TV che narra di un nonno, ex pilota della Seconda Guerra Mondiale ora malato di Alzheimer, che viene aiutato dal nipotino a fuggire dalla casa di riposo in cui è stato ricoverato, casa di riposo in cui si vocifera che si possa uscire soltanto all'interno di una bara. Stranissimamente questo film, dall'inizio alla fine, mi ha divertito, seppur con moderazione: complice la breve durata, complici le avventure in cui il nonno si va ad invischiare e complici anche le storie inventate dal nipote per far vivere al nonno ultimi momenti di felicità. Lo humour di cui è condito il film però è ben lontano dal British humour che tanto apprezzo, anzi, a tratti è proprio parecchio stupido, però la cosa alla fine non mi ha fatto disprezzare del tutto la pellicola.
Voto: 6
Ma tu di che segno 6?
Presente quello che dicevo all'inizio del commento precedente? Ecco, si è scelto un cinepanettone del 2014, in cui cinque storie si intrecciano, tutte caratterizzate da una forte influenza da parte dell'oroscopo. Ora ditemi che idea di merda può essere far ruotare l'intera trama di un film attorno all'oroscopo dei vari personaggi? Ditemi anche quanto può essere una pessima idea guardare questo film, che tanto già lo so. La trama delle cinque storie praticamente non esiste, i personaggi coinvolti sono tutti estremamente irritanti, Pio e Amedeo e Massimo Boldi su tutti e alla fine stavolta non finisce nemmeno tutto a tarallucci e vino, come tipico di questi film, ma addirittura le cinque storie non hanno un finale, semplicemente si era raggiunta la massima durata per il film e Neri Parenti ha preso il forbicione e ha tagliato la pellicola.
Voto: s.v.
Alex l'ariete
Come ogni buona vacanza di Natale che si rispetti, non potevano mancare le serate trash con gli amici. Dopo la visione di "Postal", che avevo già recensito e adorato qualche anno fa, è toccato anche ad "Alex l'ariete", il famoso film con Alberto Tomba e Michelle Hunziker che è, a suo modo, diventato un cult per gli amanti dei film di serie Z. Mi sono divertito tantissimo, dall'inizio alla fine, lo giuro. Ad ogni frase o citazione mi partivano nella testa le canzoni dei Nanowar of Steel dell'album "Tour-Mentone vol. I", che contiene tra le altre "I 400 calci", "Tutte cagne" e il capolavoro "V per Viennetta", che già sento il bisogno di riascoltare mentre scrivo questo post. Il film è talmente brutto da fare il giro, meglio se guardato in compagnia, ovviamente, per commentare e non stare troppo attenti alle cose assurde che succedono e agli errori, anche tecnici, da parte del regista Damiano Damiani. Ho riso un casino, non c'è nulla da fare.
Quo vado?
Ho aspettato praticamente due anni prima di vedere l'ultimo film con Checco Zalone, dopo che, lo ammetto abbastanza candidamente, i primi tre mi avevano fatto abbastanza ridere, quindi partivo con buone speranze, diciamo. Ora, sarà che un po' la comicità di Checcho Zalone sta iniziando a non piacermi più, sarà che nel corso di questi due anni chiunque mi avesse parlato del film mi aveva spoilerato praticamente tutte le battute migliori, mi aspettavo che mi sarebbe piaciuto molto di più e che si rivelasse molto più cattivo di quello che effettivamente è stato. Invece gli intenti di Checco Zalone di criticare la società italiana di questi ultimi anni finiscono ad essere un po' troppo politicamente corretti, con solo due o tre battute ad avermi fatto ridere di gusto. Insomma, un po' poco per il maggior incasso italiano di tutti i tempi, un po' poco persino per un film che pare essere piaciuto praticamente a tutti!
Voto: 5
Regalo di Natale
Fino a quattro o cinque anni fa per me "Regalo di Natale" era uno di quei film che non potevano mancare nel periodo natalizio. Non che questa pellicola sia il massimo dello spirito natalizio come viene comunemente inteso, ma è proprio quella che rappresenta quello che è il mio spirito natalizio da una decina di anni a questa parte. Negli ultimi quattro anni, per motivi vari, ho rinunciato alla visione di questo film, ma quest'anno ho voluto riprendere la tradizione perchè era decisamente troppo tempo che non me lo godevo. Siamo alla vigilia di Natale e tre vecchi amici, Ugo, Lele e Stefano, interpretati rispettivamente da Gianni Cavina, Alessandro Haber e George Eastman, si ritrovano la sera per una partita a poker. Invitano alla partita anche il ricco avvocato Santelia, interpretato da Carlo Delle Piane, e Franco, interpretato da Diego Abatantuono, con il quale Ugo desidera fortemente ricostruire l'amicizia, deterioratasi per un motivo non ben specificato. Pupi Avati dirige un cast di attori al massimo della forma, che danno vita ad una notte della vigilia di Natale molto particolare e molto molto amara, per tutti i personaggi coinvolti. Si respira infatti per ognuno di loro un senso di incompiutezza nella vita, una tristezza di fondo tale per cui la partita a poker sembra rappresentare, negli intenti, un tentativo di riscatto per tutti quanti, ma poi si dimostrerà, per tutti, la perdita delle proprie speranze e della propria umanità. Un vero e proprio classico del cinema italiano che, con dialoghi amari e malinconici e, riesce a coinvolgere dall'inizio alla fine della partita, con i flashback che si inframezzano alla narrazione nella giusta maniera.
Voto: 8
La rivincita di Natale
Sono passati diciotto anni dagli eventi narrati in "Regalo di Natale", ma non è passato nemmeno un giorno tra la visione del primo film e di questo seguito, uscito appunto diciotto anni dopo il primo. Ritornano tutti i cinque personaggi presenti nella prima pellicola e, nonostante il film sia comunque validissimo, con Pupi Avati che sia dal punto di vista registico sia da quello della sceneggiatura rimane sempre una garanzia, purtroppo ha il difetto di essere il seguito, abbastanza imperfetto e con uno schema, nel susseguirsi degli eventi, piuttosto simile al suo predecessore, di un film praticamente quasi perfetto. Certo, vedendo i due film a stretto giro si prova maggiore empatia per alcuni personaggi rispetto ad altri, ma rimane il fatto che tutti questi rimangano piuttosto disgustosi e difficili da approvare nei loro comportamenti. Il fatto che poi lo schema sia molto simile al film precedente, se non per tutta la sua parte introduttiva, fa già presagire come andrà a finire la vicenda. C'è amarezza, sì, ma buona parte degli eventi sono molto telefonati e i dialoghi sicuramente meno brillanti rispetto al film precedente.
Voto: 6,5
La grande fuga del nonno
Purtroppo quando sono in casa con la mia famiglia ci ho un po' rinunciato a scegliere io i film, non c'è mai una volta, quando li ho scelti io, che abbia ottenuto approvazione o addirittura lamentele per i miei gusti, quindi, signori, pensateci voi che io guardo (quasi) tutto. In queste vacanze di Natale mi è stato proposto "La grande fuga del nonno", film britannico presente sul catalogo di Now TV che narra di un nonno, ex pilota della Seconda Guerra Mondiale ora malato di Alzheimer, che viene aiutato dal nipotino a fuggire dalla casa di riposo in cui è stato ricoverato, casa di riposo in cui si vocifera che si possa uscire soltanto all'interno di una bara. Stranissimamente questo film, dall'inizio alla fine, mi ha divertito, seppur con moderazione: complice la breve durata, complici le avventure in cui il nonno si va ad invischiare e complici anche le storie inventate dal nipote per far vivere al nonno ultimi momenti di felicità. Lo humour di cui è condito il film però è ben lontano dal British humour che tanto apprezzo, anzi, a tratti è proprio parecchio stupido, però la cosa alla fine non mi ha fatto disprezzare del tutto la pellicola.
Voto: 6
Ma tu di che segno 6?
Presente quello che dicevo all'inizio del commento precedente? Ecco, si è scelto un cinepanettone del 2014, in cui cinque storie si intrecciano, tutte caratterizzate da una forte influenza da parte dell'oroscopo. Ora ditemi che idea di merda può essere far ruotare l'intera trama di un film attorno all'oroscopo dei vari personaggi? Ditemi anche quanto può essere una pessima idea guardare questo film, che tanto già lo so. La trama delle cinque storie praticamente non esiste, i personaggi coinvolti sono tutti estremamente irritanti, Pio e Amedeo e Massimo Boldi su tutti e alla fine stavolta non finisce nemmeno tutto a tarallucci e vino, come tipico di questi film, ma addirittura le cinque storie non hanno un finale, semplicemente si era raggiunta la massima durata per il film e Neri Parenti ha preso il forbicione e ha tagliato la pellicola.
Voto: s.v.
Alex l'ariete
Come ogni buona vacanza di Natale che si rispetti, non potevano mancare le serate trash con gli amici. Dopo la visione di "Postal", che avevo già recensito e adorato qualche anno fa, è toccato anche ad "Alex l'ariete", il famoso film con Alberto Tomba e Michelle Hunziker che è, a suo modo, diventato un cult per gli amanti dei film di serie Z. Mi sono divertito tantissimo, dall'inizio alla fine, lo giuro. Ad ogni frase o citazione mi partivano nella testa le canzoni dei Nanowar of Steel dell'album "Tour-Mentone vol. I", che contiene tra le altre "I 400 calci", "Tutte cagne" e il capolavoro "V per Viennetta", che già sento il bisogno di riascoltare mentre scrivo questo post. Il film è talmente brutto da fare il giro, meglio se guardato in compagnia, ovviamente, per commentare e non stare troppo attenti alle cose assurde che succedono e agli errori, anche tecnici, da parte del regista Damiano Damiani. Ho riso un casino, non c'è nulla da fare.
Quo vado?
Ho aspettato praticamente due anni prima di vedere l'ultimo film con Checco Zalone, dopo che, lo ammetto abbastanza candidamente, i primi tre mi avevano fatto abbastanza ridere, quindi partivo con buone speranze, diciamo. Ora, sarà che un po' la comicità di Checcho Zalone sta iniziando a non piacermi più, sarà che nel corso di questi due anni chiunque mi avesse parlato del film mi aveva spoilerato praticamente tutte le battute migliori, mi aspettavo che mi sarebbe piaciuto molto di più e che si rivelasse molto più cattivo di quello che effettivamente è stato. Invece gli intenti di Checco Zalone di criticare la società italiana di questi ultimi anni finiscono ad essere un po' troppo politicamente corretti, con solo due o tre battute ad avermi fatto ridere di gusto. Insomma, un po' poco per il maggior incasso italiano di tutti i tempi, un po' poco persino per un film che pare essere piaciuto praticamente a tutti!
Voto: 5
Salve
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Ma tu di che segno 6? orribile proprio e condivido ma no per Quo Vado?, che rispetto a quello con Boldi è 1000 volte meglio..
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